Nel cuore di Milano, un bagno minuscolo diventa un gioiello en suite: luce, misura e calma. Un progetto di Pat Gabò Interiors che insegna l’arte dell’essenziale.
Un piccolo bagno può sorprendere
Soprattutto quando nasce in un appartamento anni ’60 e cambia il ritmo della casa. Siamo a Milano, in una camera padronale che oggi accoglie un secondo bagno. Il merito è di Pat Gabò Interiors, che ha guardato l’abitazione come un organismo da riequilibrare, non come un puzzle rigido.
All’inizio vedi solo i limiti
Passaggi stretti, poca luce, impianti da ripensare. Poi scatta qualcosa. Tu stringi il fuoco su proporzioni, porte, flussi. Una porta scorrevole libera centimetri preziosi. Sanitari sospesi alleggeriscono il volume. Una tavolozza chiara, interrotta da un dettaglio caldo, porta respiro. L’illuminazione fa il resto: luce diffusa sul soffitto, luce radente su una parete materica, luce funzionale allo specchio.
Cosa cambia davvero
Il punto chiave arriva a metà strada: la planimetria. Il team ha lavorato su una vera ridistribuzione, non su un maquillage. Con un disegno accurato degli ingombri e degli allineamenti, ha reso possibile un bagno en suite nella camera. La ottimizzazione degli spazi qui non è uno slogan: è calibratura di varchi, quote degli arredi, profondità delle pareti tecniche. Si vince in centimetri ottenuti con continuità, non con forzature.
Chi progetta lo sa
La qualità nasce dai dettagli tecnici. In Italia, il DM 5 luglio 1975 richiede per i bagni altezza minima di 2,40 m e ricambio d’aria naturale o con ventilazione meccanica quando la finestra manca (fonte: DM 5 luglio 1975). Per le superfici ceramiche, la norma UNI 11493 indica pendenze tipiche dell’1–2% verso lo scarico e una corretta impermeabilizzazione di piatti doccia e nicchie. Se il bagno confina con la zona notte, il comfort migliora con pareti e contropareti disaccoppiate; i limiti acustici di legge sono indicati dal DPCM 5/12/1997. Sono indicazioni note, ma fanno la differenza quando lo spazio è minimo.
Dettagli che fanno la differenza
Materiali e scelte funzionali siglano l’identità. Non disponiamo dei materiali adottati in questo intervento; ecco però soluzioni comprovate che si adattano ai micro-spazi: un piatto filo pavimento o una doccia walk-in con vetro trasparente aumenta la continuità visiva; un mobile lavabo sospeso con cassetti interni ordina senza ingombri; una nicchia retroilluminata sostituisce mensole sporgenti. Rubinetti con limitatore di portata (5–6 l/min) e cassette a doppio tasto (3/4,5 l) riducono i consumi con un impatto reale e misurabile.
Mi piace un gesto semplice in cantiere
Tracciare con nastro carta l’ingombro di doccia e lavabo sul pavimento esistente. Cammini, giri, simuli. Capisci se l’apertura della porta è fluida, se lo specchio riflette la finestra giusta, se la presa è dove serve. È un minuto di prova che evita mesi di compromessi.
Questo progetto di Pat Gabò Interiors ricorda
Che il lusso, in spazi piccoli, è un senso di ordine che non sacrifica il carattere. Non serve gridare: basta orchestrare bene. Tu, nel tuo bagno, cosa vorresti che accadesse quando chiudi la porta e resta solo il suono dell’acqua?





