E’già entrata in vigore la nuova normativa relativa all’analisi dell’acqua potabile a uso domestico. Eccone le principali novità
E’ indubbiamente un provvedimento significativo nell’ambito della salute pubblica quello che è entrato in vigore a partire dal 19 luglio 2025.

Ci riferiamo al Decreto Legislativo n°102 del 19 giugno 2025, emanato con l’obiettivo di rafforzare regole e criteri per la salvaguardia della qualità dell’acqua destinata al consumo umano. Il provvedimento aggiorna e corregge un precedente decreto del 2023 e introduce novità che riguardano sia i gestori del servizio idrico che i cittadini.
Una delle misure più impattanti contenute nel nuovo decreto riguarda i composti perfluoroalchilici, meglio noti come PFAS. Si tratta di composti chimici sintetici noti per la loro capacità di resistenza che possono accumularsi anche nell’organismo umano con rischi potenzialmente gravi per la salute. I PFAS sono presenti negli imballaggi, sui tessuti impermeabili, nei rivestimenti industriali e possono contaminare anche le falde acquifere, inquinandole.
A partire dal 13 gennaio 2026, i gestori dei servizi idrici dovranno attenersi ai nuovi limiti di tolleranza per i PFAS presenti nell’acqua a uso domestico. In particolare, La somma degli PFAS ammessi scende da 0,50 µg/l a 0,10 µg/l. Al contempo, viene anche introdotto un limite specifico per il TFA ovvero l’acido trifluoroacetico, una sostanza emergente che non può superare i 10 µg/l a partire dal 12 gennaio 2027.
Nuovo decreto sull’acqua potabile, le altre novità previste
Non solo gli acquedotti e gli impianti municipali, con il decreto citato in apertura anche anche i chioschi pubblici e le cosiddette Case dell’Acqua rientrano tra i soggetti obbligati ad adeguarsi alla nuova normativa emanata a tutela della qualità dell’acqua erogata agli utenti. Si tratta di quelle strutture, presenti in numerose pubbliche, che forniscono acqua tramite appositi sistemi di affinamento che ne migliorano il sapore e limitano i residui.

Il decreto rafforza anche la trasparenza dei gestori idrici. Ogni cittadino avrà diritto ad accedere, in totale trasparenza, alle informazioni relative al proprio gestore di zona, ai metodi di trattamento e disinfezione utilizzati, ai risultati dei controlli sulla potabilità dell’acqua e alle modalità con cui vengono stabilite le tariffe per usufruire del servizio.
Il provvedimento interviene, infine, anche sul cosiddetto “ultimo miglio” ovvero il tratto che va dal punto di consegna dell’acqua da parte del gestore ai rubinetti degli edifici privati e pubblici. Per quest’ultimi, il nuovo decreto impone nuovi obblighi di autocontrollo per gli edifici che ospitano scuole, ospedali, altre strutture sanitarie e ricettive con monitoraggi specifici sull’eventuale stato di degrado delle tubature tale da favorire possibili contaminazioni dell’acqua. Obblighi che sono stati estesi anche agli amministratori di condominio.