Dal 28 luglio sarà a pagamento, ma non per tutti: ecco il trucco per risparmiare

C’è un trucco per risparmiare su un servizio che è sempre stato gratuito e dal prossimo 28 luglio si comincerà a pagare: tutti i dettagli di uno scenario molto particolare

La stragrande maggioranza delle persone ha lo Spid, l’identità digitale che permette di accedere ai servizi della pubblica amministrazione. Si tratta di una misura volta alla digitalizzazione del paese, che coinvolge tantissime persone, forse un po’ meno quelle anziane. E’ un ottimo metodo anche per mettere al sicuro i propri dati sensibili, anche se non sono mancate delle truffe dove c’è dell’hackeraggio proprio sullo Spid.

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Dal 28 luglio sarà a pagamento, ma non per tutti: ecco il trucco per risparmiare (temporeale.info)

Ci sono diverse piattaforme per fare lo Spid. Una di queste è senza dubbio quella più famosa che è Poste Italiane, ma ce ne sono tante altre che offrono questo tipo di servizio. E su alcune piattaforme non sarà più gratuito, bensì a pagamento. E’ una decisione che senza dubbio apre tante discussioni sull’utilizzo dell’identità digitale e sul fatto che non dovrebbe esse a pagamento.

I cittadini che utilizzano lo Spid fornito da InfoCert dal prossimo 28 luglio 2025 dovranno pagare un costo annuale di 5,98 euro IVA inclusa. Lo ha ufficializzato la stessa azienda, che ha inviato una mail ai propri clienti. E’ la seconda piattaforma a introdurre una tariffa annuale, dopo che lo aveva già fatto Aruba.

Infocert piazza lo Spid a pagamento

Tutti gli altri fornitori come Poste Italiane, che oggi gestisce il 65% delle identità digitali attive in Italia, forniranno il servizio in modo gratuito. Ma non è escluso che le cose non possano cambiare nei prossimi mesi. Infocert ha sottolineato nella mail inviata agli utenti di aver inserito un contributo di circa 50 centesimi al mese. Ma non sarà automatico: potranno scegliere se accettare o no, in caso di risposta negativa, l’identità digitale sarà disattivata.

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Dal 28 luglio sarà a pagamento, ma non per tutti: ecco il trucco per risparmiare (ANSA) temporeale.info

Si può anche scegliere un nuovo fornitore, mandando magari una PEC alla piattaforma. Dopo aver inviato la conferma della revoca si può procedere facendo la richiesta Spid presso un altro gestore. C’è tensione tra il governo Meloni e le piattaforme private, forse è per questo che è stato inserito un costo considerabile di gestione.

Le aziende, infatti, lamentano le mancate sovvenzioni da parte dello Stato. Nel marzo 2025 sono arrivati dei sostegni economici dopo degli accordi firmati addirittura a ottobre 2023. Una situazione molto particolare che inevitabilmente farà discutere. Per chi non vorrà pagare, dovrà cambiare provider.

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