Viene fatta chiarezza finora sulla vendita della casa e talvolta ci sono alcune regole che possono creare diversi problemi a livello economico.
L’acquisto di una casa oggi giorno non è molto semplice da contemplare ed anzi comporta davvero tanti costi. Una famiglia solitamente deve fare numerosi sacrifici per andare avanti, per pagare l’affitto o anche per acquistare una casa e poi dovere pagare il mutuo o altri determinati costi per poterla reggere. Ci sono anche case che ognuno di noi acquista ‘in sconto’.

Capita di acquistare case all’asta o anche acquistarle a condizioni particolarmente favorevoli, ma allo stesso tempo lo Stato vieta particolarmente pratiche inopportune come quella che può essere la speculazione. Comprare una casa solo per poi rivenderla in pochi anni, magari per fare una sorta di compravendita non è sicuramente il massimo, e non viene apprezzata a livello statale con il Governo che ha deciso di mettere una sorta di legge per frenare le plusvalenze.
Lo Stato italiano ha stabilito che nel caso di cessioni di immobili acquistati da meno di cinque anni c’è un pesante snodo a livello tassuale e c’è un aumento delle tasse ma va fatto chiarezza a riguardo. L’aumento dipende dal fatto se la casa in vendita è un abitazione principale o rappresenta una casa multipla per la persona che la tende a vendere.
Vendita casa, cosa serve per esenzione fiscale
Per avere l’esenzione fiscale sulla vendita della casa questa deve essere l’immobile principale altrimenti il fisco presume una finalità speculativa della vendita del locale. Lo Stato tende a ‘punire’ la finalità speculativa per la tassazione come reddito diverso, lo stabilisce l’articolo 67 comma 1 Lettera B del Tuir. Ci sono casi dove però lo Stato può anche contestare questa legge, andiamo a vedere quali.

Un caso che è stato preso da esempio nelle ultime settimane riguarda la sentenza della Corte di Cassazione n.11786/2025 che ha preso in analisi un accertamento riguardante la vendita di una casa e una plusvalenza realizzata vendendola solo dopo un anno e ad un prezzo persino inferiore rispetto a quella di un anno fa. L’acquirente della casa si è lamentato della grossa tassazione IRPEF sottolineando che non si tratta di una plusvalenza ma di una vendita finalizzata per altri motivi, e alla fine si è arrivati in Cassazione ma la Legge ha comunque dato ragione all’Agenzia delle Entrate.