Decisione della Corte di Giustizia dell’Unione Europea: trattamento pensionistico equiparato tra lavoratori a tempo determinato e indeterminato
Quello dei diritti dei lavoratori, come sappiamo, è un tema sempre molto attuale e sul quale le discussioni non mancano mai. In particolare, occorre porre una certa attenzione sul trattamento differenziato che spesso, purtroppo, ricevono tutti coloro che non hanno la fortuna di avere un contratto a tempo indeterminato, ma soltanto una collaborazione limitata nel tempo.

I lavoratori a tempo determinato, quanto a tutele a 360 gradi, vengono spesso discriminati in maniera ingiusta, anche se c’è chi lavora per rimuovere questo tipo di barriere. Le ultime notizie, almeno per una categoria specifica di lavoratori precari, sono comunque positive. Arriva il riconoscimento ufficiale per un equo trattamento e dunque con un aumento per quanto concerne un particolare aspetto retributivo.
Operai agricoli, via libera dall’UE: contributi calcolati su orario di lavoro forfettario
A fare giurisprudenza, segnando una decisa svolta, nello specifico è la sentenza della Corte di Giustizia Europea dell’8 maggio 2025 nelle cause riunite C-212/24, C-226/24 e C-227/24. Si tratta di una sentenza che riguarda il trattamento ricevuto dagli operai agricoli a tempo determinato nell’ambito della determinazione dei contributi pensionistici.

La Corte UE in particolare ha rilevato come nell’ordinamento giuridico italiano ci fosse una iniqua disparità di trattamento tra i lavoratori agricoli a progetto e quelli con un contratto a tempo indeterminato. Questi ultimi infatti hanno diritto a ricevere contributi pensionistici calcolati su un orario forfettario di una giornata lavorativa di sei ore e mezza, contrariamente a quanto avveniva, invece, per i lavoratori a tempo determinato, per i quali il calcolo avveniva soltanto sulle ore effettivamente lavorate.
Le cause sono state presentate alla Corte UE su iniziativa della Corte d’Appello di Firenze, che ha portato all’attenzione controversie tra datori di lavoro agricoli e l’INPS. Dunque, il verdetto è stato quello di imporre il calcolo dei contributi pensionistici in modo uniforme per tutti i lavoratori, a meno della presenza di cause oggettive che vadano a giustificare la effettiva disparità di trattamento. Adesso, dunque, giudici, legislatore e enti previdenziali italiani dovranno recepire nel concreto questa nuova norma, apportando i dovuti correttivi per evitare di incappare nuovamente in situazioni di disparità. E’ un verdetto che potrebbe cambiare molte cose.