Gaeta / Ripascimento spiaggia Serapo, richiesta una convocazione del Consiglio Comunale

Attualità Gaeta

GAETA – L’amministrazione comunale di Gaeta chiarisca quanto è avvenuto lunedì e martedì mattina sulla spiaggia di Serapo quando, sulla scorta di un’autorizzazione dal dipartimento demanio rilasciata ad un solo stabilimento balneare privato per effettuare una forma di ripascimento della costa a causa della data erosione marina, è stato effettuato il livellamento di una duna vincolata che, nel tratto di arenile tra gli stabilimenti “Cycas” e “Oriente”, non faceva parte del titolo autorizzativo. E’ la richiesta che i consiglieri comunali di opposizione al comune di Gaeta, Emiliano Scinicariello (Partito Democratico), Franco De Angelis (Insieme con Silvio D’Amante sindaco) e Sabina Mitrano (Gaeta Comunità di Valore), hanno inviato mercoledì al presidente d’aula Davide Speringo per chiedere l’urgente convocazione del consiglio comunale alla luce di un intervento autorizzativo “che non ha tenuto in alcuna considerazione l’alto valore naturalistico della duna”.

Il cantiere, dopo le proteste dei cittadini, è stato fermato e le minoranze di centro sinistra si sono appellate alla “sensibilità” del presidente Speringo per convocare d’urgenza il consiglio comunale nonostante – dicono i consiglieri d’opposizione firmatari della richiesta – “non abbiamo i numeri sufficienti per proporre una convocazione in base all’articolo 60 del regolamento del consiglio comunale. Chiediamo di farlo sulla scorta del contenuto dell’articolo 59 in base al quale ‘il presidente di sua iniziativa o su richiesta del sindaco, dei capigruppo in manieratale da rappresentare la maggioranza dei consiglieri assegnati, convoca d’urgenza il consiglio indicando le ragioni d’urgenza da lui individuate o a lui comunicate dal sindaco o dai capigruppo”.

Insomma questa richiesta di Scinicariello, De Angelis e Mitrano appare un tentativo di scardinare il bunker politico ( e anche comunicativo) in cui ha deciso di infilarsi la maggioranza. Come? chiedendo al presidente Speringo di uscire allo scoperto anche perché portavoce di tanti operatori balneari del settore come lui. Mercoledì mattina, intanto, il sindaco Cristian Leccese ha presieduto in comune un vertice cui hanno partecipato il dirigente che ha firmato il provvedimento del discusso ripascimento, l’ingegnere Pietro D’Orazio, l’impresa incaricata dal privato di realizzarlo e l’assessore alla Polizia Locale Stefano Martone che – secondo le minoranze, pronte a chiedere, si vocifera, le sue dimissioni – avrebbe dovuto sovrintendere al rispetto dell’autorizzazione rilasciata il 3 maggio dal dirigente D’Orazio.

Un fatto è certo: il comune di Gaeta ha deciso di bloccare l’intervento autorizzato al privato (che si difende elencando invece gli risultati ottenuti da anni a favore dell’ecosostenibilità ambientale attraverso la storica attività riservata alla balneazione sul lungomare di Serapo) anche per verificare eventuali azioni che potrebbero adottare nel frattempo la Capitaneria di porto e i Carabinieri Forestali a cui si sono rivolti i tre esponenti di opposizione. Si dicono a loro volto “preoccupati per il livello, mai così basso prima d’ora, di rspetto delle più elementari norme ambientali, amministrative e, più in generale, di rispetto del territorio”.

L’esposto ricevuto dalle forze dell’ordine è corredato da un dettagliato report fotografico e innanzitutto dall’autorizzazione rilasciata verdì scorso, dopo una gestazione di soli dieci giorni, dall’ingegnere D’Orazio: “Si tratta di un episodio di enorme gravità sotto il profilo ambientale ed autorizzatorio – hanno tenuto a precisare i tre rappresentanti di minoranza – lo spianamento di una duna rappresenta un elemento naturalistico di particolare pregio e sottoposto a tutela ambientale”. Da qui la richiesta alla Capitaneria di Porto e ai Carabinieri Forestali di intervenire e di effettuare i controlli “necessari a verificare l’accaduto”.

Del resto la Capitaneria di Porto era stata informata proprio il 3 maggio dell’autorizzazione concessa dal Comune di Gaeta ad eseguire queste opere di ripascimento e di risagomatura in area demaniale e “pertanto – hanno concluso Scinicariello, De Angelis e Mitrano – non sarà difficile verificare se i lavori effettuati fossero conformi a quanto disposto con il titolo autorizzatorio”. Il privato effettuerà, se richiesto, il ripristino dello stato dei luoghi? L’interessato ha fatto sapere che quella che sarebbe stata livellata non è una duna naturale ma un accumulo di sabbia a causa del vento in un tratto di arenile, nei pressi del “Cycas”, sotto il quale è stata trovata una staccionata in legno che confermerebbe l’esistenza nel passato di un passaggio pedonale. Il livellamento di questa presunta duna artificiale sarebbe stato compiuto (e quale sarebbe l’ulteriore autorizzazione) perché la sabbia con il vento avrebbe invaso, soprattutto durante la stagione invernale, la vicina pista ciclabile realizzata in via Lungomare di Serapo.

In attesa delle nuove decisioni del comune (e se ci saranno) delle forze dell’ordine quello che è stato battezzato il “ripascimento casareccio” è stato stigmatizzato dall’associazione ecologista “La Barba di Giove”.