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Gaeta / “Costringere la Regione a destinare maggiori risorse per la sanità”,critiche al Centro di Alta Diagnostica

GAETA – “Il Centro di Alta Diagnostica presso l’ospedale di Gaeta, voluto dall’ex sindaco Cosimo Mitrano, è nato male ma rischia di finire peggio. La raccolta di fondi per attrezzare la struttura fu fatta in piena pandemia, con la risibile motivazione che quel Centro sarebbe servito a contrastare meglio la Covid -19. Niente di più falso. Il Direttore Aziendale firmò il protocollo d’intesa in cui impegnava l’ASL a fornire il personale, pur sapendo che quell’impegno sarebbe stato probabilmente disatteso, poiché in tutti i servizi dei presidi sanitari esistenti c’era già carenza di medici e infermieri. È accaduto e sta accadendo proprio questo. Manca personale nei reparti ospedalieri, nei Pronto Soccorso e nelle Intensive ed è diventato difficilissimo reperire medici, infermieri e tecnici”. Inizia così la nota a firma dell’ Associazione Comunità Lazio Meridionale e Isole Pontine e dell’ Associazione Incontri & Confronti. 

Scrivono ancora: “Ci sono apparecchiature di prim’ordine largamente sottoutilizzate o, addirittura, mai entrate in funzione, quali per esempio: la Risonanza Magnetica del “Dono Svizzero” funziona due giorni la settimana, uno per i pazienti oncologici e l’altro per i pazienti interni ed esterni ma procede a singhiozzi: una settimana di prenotazioni e poi chiusura delle stesse con il raggiungimento di una lista a sei mesi; la Telemedicina per l’assistenza a distanza in urgenza o per i Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali, le cui apparecchiature sono state costate più di un milione di euro, con postazioni collocate a Cori, Minturno, Ponza e Ventotene, e centralina d’ascolto a Formia, non è mai entrata in funzione; un ecografo di fascia alta e un sistema radiologico mobile, giacciono inutilizzati presso il presidio di Minturno; un orto pantografo, precedentemente allocato presso l’ex ospedale di Gaeta, risulta ora smontato e inutilizzato presso l’ospedale di Fondi”.

“È facilmente immaginabile” – commentano le due Associazioni – “di quali strumenti e opportunità restino privi i nostri territori e le nostre isole, in particolare la piccola Ventotene, in cui il medico di famiglia è presente solo poche ore la settimana. Insomma, in questo quadro, si dovrebbe avere il coraggio di ammettere gli errori, rifare una programmazione coerente, evitando di assumere atteggiamenti vaniloquenti e demagogici. Il Centro di Alta Diagnostica presso il Monsignor Di Liegro di Gaeta può entrare in funzione alla sola condizione che ci siano risorse aggiuntive e non sottrattive di quelle esistenti, già insufficienti di per sé”.

E concludono la nota, affermando: “Cosa c’entrano le chiacchiere e le tabacchiere? È l’incipit di un aforisma antico, tipicamente partenopeo, secondo il quale le chiacchiere e le tabacchiere di legno non hanno alcun valore e non vengono impegnate dal Banco di Napoli. È un modo di dire che induce a non dare peso alle persone che parlano senza sapere di cosa e che lo fanno solo per mettersi in mostra. La verità è che la coperta è cortissima e non si può più continuare a tirarla. Quello che si può (e si deve) fare è costringere la Regione a destinare maggiori risorse per la sanità, dato che l’attuale amministrazione Rocca, all’atto del suo insediamento, la prima cosa che ha fatto è stato l’aumento dell’addizionale regionale IRPEF per i cittadini del Lazio”.

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