Latina / Dissequestro del “centro commerciale”, le motivazioni della decisione del Riesame

Cronaca Latina

LATINA – Un centro commerciale è tale quando è costituito da quattro o più attività di vendita e non da tre. E’ una delle motivazioni contenute nell’ordinanza dal Tribunale del Riesame che il 27 febbraio scorso ha revocato il sequestrato il centro commerciale sequestrato dai Carabinieri Forestale in ossequio al decreto emesso l’8 gennaio scorso dal Gip del Tribunale di Latina

Le sette pagine contenenti le motivazioni del provvedimento di dissequestro emesso dal Riesame – presidente Francesca Coculo, giudici a latere Mario La Rosa e Clara Trapuzzano Molinaro – rappresentano una dura risposta all’atto d’accusa mosso dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano che aveva chiesto ed ottenuto dal Gip del Tribunale del capuologo l’apposizione dei sigilli alle strutture di vendita (giù ultimate e pronte per essere inaugurate) della Lidl, di Maurice e del ristorante McDonald’s circa la presunta illegittimità della variante al Piano regolatore generale del comune.

Il Riesame di Latina, su richiesta del legale rappresentante di Eurospin Lazio spa Mario Borrelli, di “Latina Green Building slr” Luigi Corica e della Punto Immobiliare srl Mauro Fusaro, è arrrivato ad una conclusione: quello ipotizzato dalla Procura non è un centro commerciale che può essere considerato tale quando le strutture di vendita sono più di quattro. E invece quelle sequestrate dai Carabinieri erano solo tre strutture di vendita…(ancora chiuse per la mancanza dei passi carrabili sia in via del Lido che sulla strada regionale Pontina) altro che illegittimità della variante in Q3.

In occasione del sequestro la Procura aveva iscritto nel registro degli indagati cinque persone tra tecnici comunali, amministratori delle società proprietarie dell’area e professionisti ai quali aveva contesta i reati di lottizzazione abusiva e lavori privi di autorizzazione paesaggistica. Il pronunciamento del Riesame scaturisce da una prima udienza che si era svolta il 13 febbraio. Aveva chiesto ed ottenuto un rinvio per chiedere alla Procura di presentare alla discussione la documentazione mancante. Nello specifico si trattava di tre distinti titoli edificatori per lo svolgimento dell’attività commerciale del Q3, i permessi a costruire del 23 dicembre 2021, del 31 maggio e del 9 agosto 2022 rilasciati dal Comune di Latina.

Intanto i militari del Nucleo Investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale del Gruppo carabinieri forestale hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip del Tribunale di Latina, con il quale è stata accolta la richiesta formulata dalla Procura di Latina, inerente alla prosecuzione dei lavori di un centro residenziale e commerciale costituito da 23 unità immobiliari, una unità commerciale, articolate su quattro livelli, un piano seminterrato, della volumetria complessiva pari a metri cubi 9.762, situato in località Borgo Piave nel territorio del Comune di Latina.

Il complesso edilizio in questione risultava essere già stato sequestrato nel 2015 a seguito di precedente indagine che veniva definita con la sentenza di condanna del Gup del Tribunale di Latina del 17 luglio 2017, dove veniva accertato come la variante al Ppe di Borgo Piave che ha conferito la nuova potenzialità edificatoria di oltre 9700 mc sia stata approvata con meri atti di Giunta sul falso presupposto che tale variante fosse conforme allo strumento urbanistico generale (Prg), mentre le modifiche apportate all’originario Piano Particolareggiato Esecutivo del 1987 incidevano in maniera rilevante sulle vigenti previsioni del Prg.

Con la sentenza veniva inoltre dato ordine di demolizione, il quale ancora non è stato revocato, sebbene i reati contestati allora siano ormai prescritti, in quanto il procedimento presso la Corte di Appello di Roma non si è ancora definito. In tale contesto la ripresa dei lavori finalizzata alla cristallizzazione di una vera e propria lottizzazione abusiva non poteva essere autorizzata come nel caso di specie a fronte di una Scia presentata nel mese di novembre scorso dalla società titolare del complesso immobiliare, in variante al Permesso di Costruire n°41EP/2013, quest’ultimo dichiarato illegittimo dal Giudice di I^ grado. Allo stato il sequestro ha riguardato l’intero complesso edilizio, nonché l’area circostante delle dimensioni di 3.715 mq, mentre sono due le persone indagate dalla Procura, l’amministratore della società proprietaria e il progettista, nonché direttore dei lavori, per il reato di lottizzazione abusiva.