Arce / Omicidio Serena Mollicone, processo d’appello: la morte di Tuzi e l’audizione di Sonia De Fonseca

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ARCE – Considerata una teste chiave della Procura generale, Sonia De Fonseca non ha tradito questo ruolo nella 12° udienza del processo d’appello per la scomparsa e la morte di Serena Mollicone avvenuti il 1 giugno 2001. La donna ha riferito davanti i giudici della prima sezione penale della Corte d’Assise d’Appello di Roma quanto le riferì la sua amica del cuore Anna Rita Torriero. Quest’ultima avrebbe raccolto diverse confidenze da Santino Tuzzi con il quale aveva intrattenuto una relazione extra coniugale e, cioè, che il giorno della scomparsa Serena era stata nella caserma dei Carabinieri di Arce. “Lì – ha aggiunto l’italo brasiliana De Fonseca – Anna Rita Torriero andò per portare a Santino un panino e una scheda telefonica”.

Tra le due donne s’instaurò una vera e propria amicizia e Sonia De Fonseca l’ha ribadito in aula: “Annarita Torriero si era trasferita nella casa popolare di Ceprano, quando la madre era morta, abitavamo sullo stesso pianerottolo ma prima di quel momento l’avevo vista solo qualche volta. Ho incontrato in alcune circostanze Santino o per le scale o sul pianerottolo, veniva a trovare Annarita – ha spiegato – E lei andava spesso in caserma quando Santino la chiamava perché aveva bisogno di qualcosa“.

De Fonseca ha poi riferito un colloquio che ebbe in auto con la Torriero, il marito e la sorella il 9 ottobre 2008. “Andammo in caserma con Annarita, il marito e la sorella – ha aggiunto la donna di Ceprano -Io le dissi tu devi dire la verità e lei mi disse di farmi gli affari miei – ha ricordato – Anche il marito le ripeteva di dire la verità. Ci disse state zitti che mi mettete in mezzo ai guai”. Sonia De Fonseca, poi, si è soffermata sul suicidio di Tuzi avvenuto il 9 aprile 2008. Ha raccontato che, sempre in base alle confidenze fattele dalla signora Torriero, Santino si sarebbe tolto la vita perché sapeva qualcosa di Serena: “Può darsi che lo abbiano minacciato o forse non si è suicidato”.

Nello specifico, nel giorno del suicidio di Santino “Annarita Torriero suonò alla porta – ha aggiunto la signora De Fonseca – entrò a casa mia e mi prese il telefono cellulare, era preoccupata, diceva devo parlare con Santino. Disse che era al telefono con lui quando aveva sentito gli spari, che Santino non rispondeva più”. Secondo la signora De Fonseca l’amica Annamaria raccontò che Santino voleva che “lo raggiungesse alla diga ma lei si era rifiutata di andare – ha detto in aula – Diceva che se ci fosse andata avrebbe fatto la stessa fine ma non ha specificato perché”.

“Poi aggiunse ho chiamato i carabinieri gli ho detto di andare alla diga di Arce ma loro sono andati da un’altra parte”, ha proseguito. Da Fonseca ha poi riferito un colloquio tra Annarita Torriero e la sorella. “Parlavano del fatto che Santino stava ritrattando – racconta – poi Annarita disse che Santino aveva un grande esaurimento, che era troppo nervoso anche per il trasferimento“. Nel corso dell’udienza il procuratore generale, inoltre, ha chiesto una perizia su due intercettazioni relative ai colloqui tra Sonia Da Fonseca e l’appuntato dei carabinieri Ernesto Venticinque, una ambientale in macchina del 28 settembre 2008 e una telefonica del 10 ottobre dello stesso anno. Si tratta di intercettazioni che secondo la pubblica accusa avrebbero potuto chiarire dichiarazioni rese dalla teste in passato. Ma la Corte ha rigettato la richiesta ritenendola ”intempestiva e non necessaria”.

Erano attesi altri testi della Procura generale come Massimiliano Gemma e proprio Anna Rita Torriero. Ma non si sono presentati e sono stati riconvocati per la prossima udienza in programma il prossimo 26 marzo insieme con Rosa Mirarchi.