Gaeta / Sit in operatori portuali col sindaco Leccese e vicario dell’Arcidiocesi di Gaeta [VIDEO]

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GAETA – Giù le mani dalla sede di Gaeta dell’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno centro settentrionale. E’ emerso quest’ulteriore e più pressante motivo d’ordine dal sit in di protesta che i “superstiti” dipendenti e funzionari della filiale cittadina dell’ex Autorità portuale hanno inscenato giovedì davanti l’ingresso del porto commerciale “Salvo D’Acquisto”. Vi hanno partecipato a sorpresa anche il sindaco di Gaeta Cristian Leccese, in rappresentanza dell’Arcivescovo Monsignor Luigi Vari (impegnato a Roma nella quinquennale visita ad limina dei vescovi laziali nei riguardi di papa Francesco il Vicario Generale Monsignor Mariano Parisella, del segretario provinciale di Latina della Fit Cisl Tiziano Fedeli e, ancora, il delegato alla portualità del comune, l’ex sindaco di Gaeta Massimo Magliozzi ed il capogruppo consiliare e coordinatore cittadino di Fratelli Marco Di Vasta.

Hanno espresso la loro “più totale e convinta solidarietà e vicinanza” nei confronti di quello che resta dell’organico di Gaeta dell’Adsp che da lunedì sta aderendo al clamoroso sciopero che vedrà, sino a venerdì 22 marzo, incrociare le braccia i dipendenti delle strutture che gestiscono i tre principali porti laziali, Civitavecchia, Fiumicino e, appunto, Gaeta. Si tratta di uno sciopero che per la durata è il più importante promosso in Italia in ambito portuale negli ultimi decenni. E non a caso sta registrando la solidarietà dei dipendenti delle Asdp di Napoli, Trieste e Palermo, interessati, dopo l’agitazione promossa nei tre principali hub laziali, ad iniziarla per le stesse ragioni.

Lo sciopero indetto dalla Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti e dall’Ugl Mare trasporti, contesta la “modifica unilaterale dell’accordo di secondo livello del 16 dicembre 2022 per i dipendenti che, pur non riguardando i dirigenti, è stato recepito e validato dagli organi competenti con tanto di delibera. Questa modifica unilaterale del contratto di secondo livello è stata decisa in base a norme non applicabili alle Autorità di sistema portuale che riducono sostanzialmente le retribuzioni del personale, modifica inoltre voci fisse riconosciute per i dipendenti provenienti dalle ex Autorità portuali che sono state trasformate nel 2016 in “sistema portuale”.

Il presidente dell’Autorità Pino Musolino, in effetti, si è impegnato a contattare il Ministero delle Infrastrutture e l’Assoporti per avere un parere sulle richieste avanzate dai sindacati ma se uno spiraglio mercoledì si stava aprendo si è subito chiuso per un’atra doccia gelada non prevista. I lavoratori, se da una parte si era detti speranzosi per “ottenere riscontri concreti a seguito delle interlocuzioni in corso con le istituzioni al fine di risolvere tempestivamente la vertenza, si sono dichiarati “assolutamente contrariati per le iniziative intraprese dai vertici dell’Adsp del Mar Tirreno Centro settentrionale per modifica della busta paga del mese di marzo 2024 relativamente alla sostituzione dell’istituto denominato “Erc – Elemento retributivo consolidato” in istituto variabile denominato “Indennità di redditività e produttività” previsto nell’atto unilaterale di modifica dell’accordo vigente e contenuto nel Decreto del Presidente Musolino numero 36/2024.

I sindacati – e da qui la decisione dei dipendenti di Gaeta di chiedere ed ottenere l’adesione al loro sit in dei rappresentanti dell’amministrazione comunale, dell’Arcidiocesi di Garta, della politica e dei sindacati di categoria – sostengono a chiare lettere come questo taglio degli stipendi andasse approvato dal comitato di gestione “non ancora effettuato e calendarizzato”. Questo nuovo muro contro muro ha confermato lo stato di agitazione per le giornate di giovedì 21 e venerdì 22 marzo. Lo stesso sindaco di Gaeta, sinora “morbido” nei confronti dei vertici (presidente e segretario generale) di Molo Vespucci a Civitavecchia, ha dovuto prendere posizione nei confronti dei dipendenti della filiale cittadina dell’Adsp che, determinanti (nonostante la loro esiguità numerica) perché il “Salvo D’Acquisto” voltasse positivamente pagina in termine di movimentazione delle merci, subissero ai loro danni una scelta penalizzante sul piano economico e contrattuale.

Appare sconcertante che nella modifica unilaterale vengano individuati, per i dipendenti non dirigenti, criteri di redditività totalmente svincolati dai comportamenti individuali e totalmente legati agli incrementi dei traffici – ha detto il sindaco di Gaeta Leccese nell’intervista video allegata – mentre nei parametri previsti per i vertici dell’ente, che impostano la politica di sviluppo del porto, e per la dirigenza, questi siano totalmente assenti. La modifica unilaterale dell’accordo, secondo i sindacati, colpirà i dipendenti dell’Adsp, comportando la perdita di diritti acquisiti” – ha concluso Leccese.

Se questa posizione è stata sottolineata dal segretario provinciale della Fit Cisl Filosi, il Vicario generale dell’Arcidiocesi di Gaeta, Monsignor Parisella, non ha esitato un istante a recarsi davanti il porto commerciale “Salvo D’Acquisto” per trasmettere la solidarietà dell’Arcivescovo Luigi Vari: “Sappiamo tutti cosa abbia rappresentato e rappresenti il porto commerciale di Gaeta per l’economia della città e del comprensorio. E’ il più importante tra Roma e Napoli, ha potenzialità enormi anche per essere attrattivo delle economie di altri e confinanti province e regioni e questi tagli sono umilianti e inaccettabili da parte di coloro che hanno messo a disposizione le loro professionalità per rilanciare una voce fondamentale del Pil dell’economia di Gaeta. La Chiesa quando si tratta di difendere posti di lavoro ed un’economia sana – ha concluso il Vicario Generale -. Sarà sempre in prima fila”.

Da mesi protagonisti di una voce stonata all’interno della silenziosa maggioranza di centro destra circa i nuvoloni che si stanno addensando sul futuro operativo del porto commerciale di Gaeta, l’ex sindaco Massimo Magliozzi ed il capogruppo di Fdi Di Vasta hanno confermato con la loro partecipazione a questo sit di “voler andare avanti”: “Lo sciopero – hanno detto – è frutto della cattiva gestione del presidente Pino Musolino che già in passato ho avuto modo di denunciare anche al Ministro dei Trasporti Salvini. Jl presidente applica lo stesso metodo usato nella gestione dei finanziamenti ‘elargiti’ al porto di Gaeta che a fronte di entrate annue per 4 milioni e mezzo di euro, ne assegna invece solo un milione…” – ha tenuto a sottolineare soprattutto il “Capitano” Magliozzi.

Il sit in di giovedì è stato organizzato dopo il nulla di osta che c’è stato il giorno prima presso il consiglio regionale del Lazio che, convocato in ….contemporanea con la conferenza stampa del presidente Francesco Rocca e della sua Giunta, avrebbero dovuto discutere alcuni mozioni. Una in particolare, a firma del consigliere regionale Fdi e presidente della commissione sviluppo economico Enrico Tiero, impegnava, dopo le sollecitazioni del duo Magliozzi-Di Vasta, il governatore a promuovere presso il Governo e il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini un’iniziativa legislativa di modifica della legge istitutiva delle Autorità portuali in Italia, la numero 84/1994, finalizzata ad assicurare la rappresentanza delle amministrazioni locali in seno al Comitato di Gestione delle Autorità di Sistema Portuale, anche per i porti che hanno fatto registrare nell’ultimo triennio un traffico commerciale superiore a un milione di tonnellate merci, come nel caso di Gaeta. Si tratta di un provvedimento che deve vincolare l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Tirreno centro-settentrionale a investire sul porto di Gaeta e quello di Fiumicino risorse finanziarie almeno pari alle entrate che hanno origine nei rispettivi scali.

INTERVISTE video Cristian Leccese,sindaco di Gaeta; Monsignor Mariano Parisella, vicario generale Arcidiocesi di Gaera; Tiziano Filosi, segretario provinciale Fit Cisl e Massimo Magliozzi, consigliere comunale e delegato portualità comune di Gaeta.