Formia / Operazione “White Fruite”, richiesto un totale di 120 anni di carcere dall’accusa

Cronaca Formia

FORMIA -Mano pesante del sostituto procuratore Francesco Gualtieri della Dda di Roma nel corso della sua requisitoria del processo in corso di svolgimento davanti il Tribunale di Cassino nell’ambito dell’inchiesta “White Fruite” attraverso la quale Polizia e Guardia di Finanza ricostruirono un vasto e violento traffico di stupefacenti a Formia e nel resto del sud pontino.

In totale la pubblica accusa ha chiesto 120 anni di carcere e la posizione più delicata resta quella dei coniugi Carmina Fustolo e Italo Ausiello che, gestori del negozio nel quartiere formiano di Mola a Formia dal quale si riteneva partissero tutti gli ordini e lo smistamento, sono risultati destinatari delle richieste più pesanti, 17 anni di carcere per la donna, 15 anni e mezzo per il marito, poi raggiunto lo scorso da una misura di prevenzione da parte del Tribunale di Roma.

Le altre richieste di condanna: 12 anni di carcere per Emanuele Tornincasa; 10 anni per Giuliano D’Urso, 11 anni per Gianfranco Simeone, 10 anni per Angelo Lombardi, 8 anni e sei mesi per Civita Lombardi, 11 anni per Roberto De Simone, 8 anni e 4 mesi per Enrico De Meo, 9 anni e 4 mesi per Laura Supino, 8 anni per Luca Centola, 9 anni per Ivan Calenzo.

Questa organizzazione venne smantellata il 24 maggio 2022 con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Roma Francesco Patrone su richiesta dell’allora sostituto procuratore della Dda Corrado Fasinelli. L’accusa per la gran parte degli imputati fu quella di aver gestito a Formia dal 2019 in poi un vasto giro di spaccio di droga e, in particolare, di cocaina. Nell’udienza di mercoledì, terminata a pomeriggio inoltrato, davanti al collegio presieduto dal giudice Marco Gioia (a latere Maria Cristina Sangiovanni e Pio Cerase) ci sono state le prime arringhe difensive degli avvocati Walter Marrocco Matteo Macari Matteo e Pasquale Di Gabriele.

I colleghi Alfonso Furgiuele, Pasquale Cardillo Cupo e Vincenzo Macari tenteranno di ridimensionare il castello accusatorio nell’udienza già fissata per il 28 marzo mentre il 18 aprile, dopo le eventuali repliche, è prevista la sentenza.