Itri / La maggioranza del sindaco Agresti in bilico sulla votazione del bilancio di previsione 2024

Itri Politica

ITRI – La prossima sarà una settimana Santa non solo per la chiesa Cattolica ma anche per il ….comune di Itri. Il presidente del consiglio comunale Salvatore Ciccone ha convocato per lunedì 25 marzo la seduta che, monopolizzata dalla discussione e dall’approvazione del bilancio di previsione 2024, potrebbe rappresentare la “dead line” della consiliatura iniziata nell’ottobre 2021 con la quarta elezione del sindaco Giovanni Agresti. Da quel momento tant’acqua è passata sotto i ponti della politica itrana: il primo cittadino è purtroppo ai box per un’indisposizione fisica, la maggioranza di fatto non fa più affidamento sulla componente di Fratelli d’Italia (espulsa dalla Giunta dopo il fallito golpe del 28 luglio scorso in occasione allora dell’approvazione del previsionale 2023) recuperando invece un contrastato feeling iniziale con Forza Italia con l’apporto in Giunta e allo strategico assessorato all’urbanistica di chi aveva conteso ad Agresti la poltrona di sindaco, l’allora candidato del Pd Giuseppe De Santis.

La convocazione del consiglio sul bilancio da parte del presidente Ciccone ha rappresentato l’inizio di un conto alla rovescia che potrebbe culminare con il terzo e consecutivo scioglimento anticipato del consiglio dopo quelli subiti dai sindaci De Santis e Antonio Fargiorgio. La sopravvivenza della consiliatura Agresti dipenderà esclusivamente dal comportamento politico della componente Fdi (fa affidamento sull’influente assessora e consigliera regionale Elena Palazzo, sullo stesso presidente d’aula e sui consiglieri comunali Simone Di Mascolo e Alessia Mancini) e finanche dell’ex assessore Giuseppe Cece che da quando ha subito la revoca della nomina assessorile è uscito letteralmente dai radar di piazza Umberto. Fratelli d’Italia ha avviato nelle ultime ore un confronto interno proiettato al bilancio del 25 marzo che per la sua approvazione necessita anche del voto personale del convalescente sindaco Agresti.

I numeri sono in bilico e hanno una certezza: in caso di esito di parità – 8 voti favorevoli e 8 contrari – il documento non sarà dichiarato approvato e, dunque, sarà inevitabile il ritorno per la terza volta consecutiva del commissario Prefettizio chiamato a guidare il comune per 15 mesi. L’indecisionismo di Fdi sta facendo montare un senso di insofferenza all’interno di Forza Italia che per spirito di responsabilità lo scorso settembre ha deciso di tornare nei ranghi della maggioranza e di assumere la guida (con Serena Ciccarelli) dell’assessorato ai Lavori Pubblici. Fratelli d’Italia è sempre stata categorica su un punto di natura politica: ben venga l’apporto dei “cugini” di Forza Italia ma si torni ab origine con la maggioranza uscita dalle urne il 4 ottobre 2021…senza l’apporto del neo vice sindaco (ed allora candidato sindaco del Partito Democratico) Giuseppe De Santis.

Intanto all’indirizzo della balbettante e scricchiolante maggioranza consiliare arrivano i siluri terra aria del principale gruppo di posizione, quello di “Itri Facciamo futuro”. Defnisce “uno scempio vero e proprio, la scelta di riaprire al traffico Piazza Umberto I”. La Giunta municipale di Itri con la delibera numero 32 del 13 marzo 2024 vi ha nuovamente istituito l’area pedonale. Per i consiglieri Antonio Fargiorgio, Tiziana Ialongo e Vittoria Maggiarra si tratta di “un dietrofront clamoroso, specie se letto con riferimento alle precedenti deliberazioni dello stesso organo esecutivo (le numero 40 e 44 del 2021), nelle quali la riapertura era stata giustificata “al fine di garantire l’incolumità dei cittadini oltre che la tutela della salute, la sicurezza urbana, il patrimonio ambientale e culturale e permettere una migliore vivibilità all’interno dello stesso centro urbano”.

“Ci eravamo convintamente opposti a quella decisione, evidenziando come per anni Piazza Umberto I fosse stata per Itri una sorta di salotto culturale buono, seppur all’aperto, un luogo di incontri e di interazioni, oltreché naturale e suggestivo palcoscenico di eventi e di spettacoli. Ed avevamo sottolineato come le ragioni che la Giunta adduceva a sostegno della riapertura al traffico fossero invece quelle che, paradossalmente, imponevano il mantenimento dell’area pedonale. Tutto invece veniva sacrificato – hanno rimarcato i tre consiglieri d’opposizione – sull’altare di interessi personali ed egoistici, senza preoccuparsi minimamente del bene comune, con una sistemazione pessima dell’area anche sotto l’aspetto dell’arredo urbano. Oggi un cambiamento, un ritorno all’antico giustificato con ragioni che esprimono un’autobocciatura da parte della maggioranza, che perviene a smentire clamorosamente sé stessa. Nella delibera, leggiamo infatti Ritenuto che sono trascorsi ormai circa tre anni dall’avvenuta apertura della piazza in via sperimentale senza che si siano verificati i risultati sperati, sia per quanto riguarda: a) la viabilità: convivenza fra il mezzo a motore e la cosiddetta mobilità morbida- pedonale e ciclabile- che risulta essere più consona all’assetto viario del centro urbano anche in relazione alle finalità più vicine alla vivibilità dei cittadini; b) la tutela della pavimentazione e degli arredi; c) il godimento dell’area da parte dei cittadini, atteso che Piazza Umberto I° è storicamente riconosciuta come corte comunale, luogo d’incontro e di frequentazione della locale popolazione in cui si svolgono le principali manifestazioni della tradizione itrana”.

“E ci volevano circa tre anni per capire tutto questo? Per capire che quella regolamentazione fosse una ferita inferta al tessuto urbano, oltreché un’offesa ai diritti dei cittadini? – hanno concluso i tre esponenti della minoranza – Allora avevamo ragione noi. Sarebbe bastata una visione delle cose più lungimirante e soprattutto più accorta ed attenta agli interessi dell’intera collettività. Invece, qualcuno aveva fatto prevalere i propri, di interessi. Gli stessi magari oggi appagati e finalmente soddisfatti. Ma su tutto e tutti, una cosa è certa: su Piazza Umberto I, avevamo ragione noi”. E chi l’avrà il giorno di Lunedì santo 2024?