Arce / Omicidio Serena Mollicone: giovedì nuova udienza, il dott. Lavorino intanto annuncia querele [VIDEO]

Cronaca Frosinone Video

ARCE – Proseguirà anche giovedì, in occasione della decima udienza del processo d’appello per l’omicidio di Serena Mollicone, lo scontro a distanza tra i consulenti indicati dalla difesa della famiglia Mottola e la Procura generale. Che la studentessa di Arce il 1 giugno 2001 non sia deceduta all’interno della caserma dei Carabinieri l’aveva tenuto a sottolineare nell’udienza del 12 febbraio scorso in occasione della sua lunga audizione il criminologo Carmelo Lavorino. Aveva rimarcato come Serena non fosse deceduta a causa del colpo che – secondo la versione della Procura di Cassino prima e della Procura generale ora – avrebbe provocato un foro sulla porta del bagno dell’alloggio sfitto contro la quale sarebbe stata scaraventata nel corso di un litigio con Marco Mottola.

L’udienza di giovedì si preannuncia interessante perché la difesa della famiglia Mottola, oltre a riproporre l’audizione di Lavorino, dell’ingegnere Cosmo Di Mille e dello psicologo forense Enrico Delli Compagni, ha chiesto l’intervento di un quarto perito, l’ingegnere informatico Gaetano Bonaventura. Nella sua relazione di parte è arrivato alla conclusione di aver individuato una lesione all’interno della porta ad un’altezza di un metro e 73 centimetri, insomma 19 centimetri più in alto rispetto a quanto accertò la dottoressa Cristina Cattaneo del Labanof di Milano. La superperizia che aveva permesso alla Procura di Cassino di riaprire le indagini nel 2016 aveva stabilito come il foro sulla porta si trovi ad un’altezza di un metro e 54 centimetri quando Serena aveva un’altezza pressochè identica da terra.

Lo psicologo forense Enrico Delli Compagni nella sua audizione continuerà a contestare l’attendibilità delle dichiarazioni rese nella primavera del 2008 dal brigadiere Santino Tuzi che, prima di togliersi la vita con la pistola d’ordinanza, dichiarò ai Pm della Procura di Cassino di aver visto Serena la mattina del 1 giugno 2001. Studiando le dichiarazioni rilasciate all’epoca da Tuzi, Delli Compagni ha fatto rilevare come il brigadiere di Sora si trovasse in uno stato eteronomico, di subordinazione rispetto agli inquirenti che lo stavano interrogando.

Intanto lo svolgimento dell’attesa udienza del processo di secondo grado di giovedì per la morte di Serena Mollicone è stato anticipato da una velenosa polemica sollevata dal dottor Lavorino. Ha rivelato nel contributo video allegato di aver incaricato di suoi avvocati per adire legalmente nei confronti della giornalista della trasmissione Mediaset “Le Iene Veronica Ruggeri per il vile, vergognoso e infame attacco-trappola sferratomi nella puntata (squilibrata e faziosa) di giovedì 15 febbraio scorso dedicata al Giallo di Arce”. Lavorino, aggiungendo che hanno deciso di ricorrere alle carte bollate anche Franco, Marco ed Annamaria Mottola, ha anche precisato di aver denunciato uno dei legali di parte civile, l’avvocato Nardoni, e la criminologa Roberta Bruzzone per alcuni contenuti di un libro scritto da entrambe sul delitto di Serena.

Lavorino dice di aver individuato “alcuni contenuti lesivi della mia reputazione, dell’onore e della professionalità. Lo stesso faranno i componenti della famiglia Mottola”.

Insomma veleni su veleni.