Gaeta / Diplomoro: gli alunni di ieri e di oggi dell’Ist.nautico “Caboto” in una storia lunga 170 anni

GAETA – Una platea piena ed un palcoscenico pullulante degli “alunni di ieri” e rappresentati delle Istituzioni civili e militari, di fronte una galleria occupata da una rappresentanza degli “alunni di oggi“: è l’immagine del “ponte”che ha idealmente preso forma nel Teatro Ariston di Gaeta in occasione della cerimonia del “Diplomoro” dell’Istituto nautico “Giovanni Caboto” per celebrare i cinquant’anni dalla maturità conseguita dagli studenti degli anni scolastici 1969/70 e 1970/71.

Una “festa” l’ha definita l’attuale Dirigente scolastica Maria Rosa Valente, prima donna al “timone” della lunga tradizione dell’ “istruzione nautica” gaetana, che quest’anno celebra l’anniversario dei 170 anni dalla firma del Regio Decreto con la quale nacque.

E se i saluti portati all’evento dai rappresentanti delle istituzioni militari hanno ribadito la centralità della scuola, come avamposto di legalità e crescita di cittadini che vivono il territorio, rispetto al quale c’è la loro costante presenza; i saluti delle istituzioni civili hanno invece sottolineato a più riprese il prestigio della scuola. Lo ha fatto l’assessora all’Istruzione del Comune di Gaeta, Gianna Conte; lo ha fatto la professoressa Antonella Prenner dell’Università degli studi di Cassino e del Lazio Meridionale; lo ha fatto l’Onorevole- Europarlamentare Matteo Adinolfi raccontando di come abbia trovato negli equipaggi di alcune navi ormeggiate in un’isola a quattro ore di distanza dall’Australia studenti del “Caboto” di Gaeta.

Grande soddisfazione per una realtà scolastica consolidata anche nella lettera inviata dall’assessore al Lavoro, Università, Scuola, Formazione, Ricerca e Merito della Regione Lazio, l’On. Giuseppe Schiboni, e quelle del Direttore dell’ITS “Fondazione Caboto”, il dott. Clemente Borrelli, alla guida di una realtà che consente il proseguimento della formazione dei curricula di chi intraprende la carriera di navigazione.

Tra gli alunni di allora, come quelli di oggi, il mare è un cuore blu pulsante dell’istituzione scolastica, ma certamente – così come nella sua storia – non è l’unica destinazione per il futuro professionale di chi affida la propria formazione all’ Istituto “Caboto” di piazza Trieste. Una prerogativa questa insita nella realtà scolastica come hanno ampiamente dimostrato le testimonianze che si sono alternate al microfono: il giornalista Orazio La Rocca (diplomato “Macchinista” 1969/70); il Dr. Tobia Simeone, medico (diplomato “Capitano” 1969/70); il Contrammiraglio Franco Persenda (diplomato “Capitato” 1970/71); il professor di “Navigazione” Silverio Schiano ( diplomato “Capitano” 1970/71); il professor di “Inglese” Pasquale Vaudo (diplomato “Capitano” 1970/71); il comandante della Marina Mercantile Salvatore L’Erario (diplomato “Capitano” 1970/71).

Veder viva la traccia di questa storia culturale – tra aneddoti, ricordi e consigli alle future generazioni – è la dimostrazione di come nel tempo si sia lavorato nel tenere inalterato i valori costitutivi senza mai perdere l’orizzonte dell’ampliamento, dell’aggiornamento continuo, nelle forme e nelle dotazioni: la scuola è la prima, in Italia, ad essersi dotata di un simulatore di navigazione in 4k e – come ha annunciato la Dirigente Valente – l’istituto diverrà scuola “DADA”, vale a dire con un funzionamento basato sul principio “aula–ambiente di apprendimento”, assegnata a uno o due docenti della medesima disciplina e la rotazione dei gruppi classe nel cambio di insegnamento.

Il momento della consegna dei “Diplomi d’oro” a circa duecento alunni, è stato anticipato dalla consegna di un attestato di merito all’alunna Marianna Verrengia, prima classificata al concorso letterario “Maria Rosaria Abbate – il mio laboratorio d’arte”. Tutta la mattinata è stata artisticamente arricchita dalla musica dell’artista Valentina Ferraiuolo, accompagnata da Domenico De Luca alla chitarra e Marco Pescosolido al violoncello, con l’esecuzione di brani legati dai suoni e dalle parole legate al mare e alla tradizione locale come “Gliune de Dio”, “Me voglio fa na cantata”; “Vitti la mia fortuna”; “Michilemmà”; “Mamma dammi cento lire”; “Regina degliu Cielo” e “Stù Criato”.

PHOTOGALLERY (foto di Cosmo Di Schino)

 

 

 

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