FORMIA – Tanto rumore per nulla. Non ha sortito alcun effetto (sperato dalla maggioranza) l’esito della conferenza dei capigruppo che, convocata dal presidente del consiglio comunale Pasquale Cardillo Cupo, è tornata a riunirsi venerdì per definire – cosa poi avvenuta nel pomeriggio – l’agenda della prossima seduta consiliare. La maggioranza ci ha provato a proporre nel prossimo ordine del giorno del consiglio in programma alle ore 17 del 22 febbraio la presunta incompatibilità dell’ex sindaco Paola Villa in qualità di consigliere comunale di opposizione. Il punto è stato abortito perchè – a dire dell’ex primo cittadino – “questa maggioranza non sa dove mettere le mani e, quando lo fa, provoca un guaio dietro l’altro. Il primo punto dell’ordine del giorno della conferenza dei capigruppo recitava testualmente Incompatibilità consigliere comunale Paola Villa. Esposto”.
Era, di fatto, quello contenuto in una Pec farlocca arrivata al comune di Formia il 2 febbraio scorso, alle ore 12.29, e, più precisamente, al sindaco Gianluca Taddeo, al presidente del consiglio comunale Pasquale Cardillo, alla Procura e alla Prefettura di Latina e la Guardia di Finanza. Per rimanere in un clima infestato da corvi dalle menti sempre raffinatissime ad inviare la Pec era un sedicente “Carmelo Pappagallo” che, avente per cognome un altro volatile forse più intelligente, si era definito “cittadino formiano”, aveva dichiarato di abitare a Roma in una strada realmente esistente, via dei Serpenti, nel rione Monti, ma senza specificare il numero civico. A dire di questo “Carmelo Pappagallo” il comune della sua città era stato invitato ad intervenire contro la consigliera comunale Paola Villa per verificare la sua presunta incompatibilità ad esercitare questo ruolo perchè condannata da una sentenza della Corte dei conti, la numero 84/2023, acquisita il 24 febbraio e trasmessa all’avvocatura comunale il 28 febbraio 2023.
In sintesi la professoressa Villa dovrebbe essere “espulsa” dal consiglio comunale perché non avrebbe formalizzato il pagamento di poco più di 2000 euro, esattamente 2120 euro, derivante dal danno erariale provocato dall’assunzione dell’ex candidato a sindaco Mario Taglialatela nel ruolo di capo gabinetto nel 2021. L’ex sindaco Villa nella conferenza dei capigruppo – la segretaria comunale Marina Saccoccia non era presente per sopraggiunti ed urgenti impegni familiari ed è stata rimpiazzata dal suo silenzioso vice e dirigente dell’avvocatura interna Daniele Rossi – ha replicato alle contestazioni del presidente Cardillo Cupo facendo rilevare alcune anomalie che di fatto pregiudicherebbero l’avvio, allo stesso dei fatti, dell’istruttoria per renderla incompatibile.
Innanzitutto – e lo rimarca nell’intervista video allegata – nessuno “ha pensato nel corso dell’ultimo anno di notificarmi la sentenza di condanna al pagamento di 2120 euro sentenziata dalla Corte dei Conti. Il signor Papagallo ha chiesto la mia espulsione dalla vita politica ma nessuno che ogni giorno frequenta le aule dei Tribunali e tantomeno gli stessi consiglieri di maggioranza sanno che andava perseguita una procedura ben precisa. Innanzitutto andavano verificate le comiche dichiarazioni del ‘corvo’ ma, primancora, un anno fa, mi avrebbero dovuto notificare la sentenza della Corte dei Conti. Io, allo stato dei fatti, non ho ricevuto nulla attraverso una raccomandata (c’è un regolamento apposito del 2019 che proposi io al Consiglio comunale) e sono ancora nell’impossibilità di esercitare un mio diritto, quello di impugnare la sentenza, di pagare il presunto danno erariale ed eventualmente, di chiedere la sua rateizzazione”.
L’ex sindaco Villa nella conferenza dei capigruppo e nell’intervista ha rivelato un altro aspetto che, se fosse veritiero, sarebbe imbarazzante. Si è rivolta lei stessa (“contro i miei interessi”) dalla segretaria Saccoccia per chiederle di stigmatizzare il mancato rispetto di questa procedura dal febbraio 2023. Sul piano politico Paola Villa ha censurato invece quello cha definito un “sistematico metodo intimidatorio di cui sono vittime” ormai da 28 mesi le minoranze al comune di Formia.
“Personalmente rimango consigliere comunale perchè non sono incompatibile e attendo che qualcuno si ricordi di iniziare una procedura che, dopo la conferenza dei capigruppo, ha dimostrato di ignorare. Peccato” – ha concluso.
Non è mancato, ovviamente, a stretto giro il sostegno del suo storico gruppo politico, Un’altra città che ha firmato una nota nella quale parlano di “metodi intimidatori e pressapochismo amministrativo e legislativo” come “caratteristiche dell’attuale amministrazione formiana”. Commentando quanto accaduto durante la Conferenza Capigruppo, hanno scritto: “presentare in una capigruppo come primo punto all’ordine del giorno la presunta ed eventuale incompatibilità della consigliera di opposizione Paola Villa senza aver avviato un’istruttoria nel merito o espletato l’iter di notifica è atto che può leggersi solo in due modi: una incompetenza e/o incapacità a leggere e comprendere le norme; una chiara e netta intimidazione all’opposizione e al dissenso. In entrambi i casi Formia merita altro”.
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