Ventotene / Sentenze commissione tributaria mai applicate, la lettera delle Minoranze

Attualità Isole pontine Ventotene

VENTOTENE – Dietro l’angolo ci sono due ipotesi di reato: il danno erariale e l’omissione d’ufficio. Il gruppo consiliare di opposizione al comune di Ventotene “Uniti per il bene di Ventotene-Buona Onda” ha inviato un’intricante lettera alla responsabile dell’ufficio finanziario del comune isolano Daniela Ilario per sottoporle una soluzione per far fronte, ricorrendo però ad una necessaria dose di buona volontà, a tutti gli affanni economici dell’amministrazione comunale. Come? Basta far rispettare una serie davvero infinita di sentenze della Corte di Giustizia Tributaria, la vecchia Commissione provinciale di tributaria, al pagamento della Tari a carico di contribuenti-utenti dell’isola.

“Poiché a fronte delle sentenze di condanna non risultano, nè richieste nè tanto meno concesse, sospensioni della riscossione”, i consiglieri Gerardo Santomauro, Pasquale Bernardo e Domenico Malingieri, in ottemperanza ad un dovere di tutela degli interessi dell’Erario Comunale, ricordano alla dirigente del settore finanziario del comune di Ventotenme che la Corte dei Conti delle Marche,con deliberazione n. 4/2024 ha precisato che “dall’indisponibilità dell’obbligazione tributaria, vincolata ed ex lege, si ricava la conclusione circa l’irrinunciabilità della potestà impositiva e la necessità che l’azione del Comune sia tempestivamente volta ad evitare la prescrizione del credito tributario”. Insieme il Comune è obbligato a far rispettare le sentenze dell’ex commissione provinciale tributaria così come evidenziato dalla stessa giurisprudenza contabile che ha affermato “la responsabilità amministrativa in presenza di una gestione inefficiente del servizio tributi determinante il mancato incasso della Tari”.

A dire dei consiglieri Santomauro, Bernardo e Malingieri “a carenza nella riscossione e nel recupero dell’evasione determina la segnalazione alla Procura regionale della Corte dei conti”. E alla dirigente Ilario è stato chiesto il rispetto di diverse sentenze della commissione provinciale tributaria, una delle quale fa rumore per diverse ragioni. Il 17 dicembre 2021 la commissione provinciale tributaria – presidente e relatore Raffaele Di Ruberto, a latere Aldo Morgigni (ex Gip del Tribunale di Latina e ora magistrato presso la Corte d’appello penale di Roma) e Maria Teresa Poli – condannò la “Marina di Ventotene srl” – società impegnata nella gestione dei pontili nello specchio acqueo del porto borbonico di Ventotene – al pagamento di circa 150mila euro per il mancato versamento della Tari per le annualità 2015-2016 e 2017. Il dispositivo di condanna, in effetti, venne pubblicato alcuni mesi più tard, il 14 marzo 2022, quando al comune c’era il commissario Prefettizio dopo il golpe portato a termine ai danni della precedente amministrazione Santomauro. Il suo assessore al demanio nonché vice sindaco era Modesto Sportiello che – ironia della sorte – dell’amministratrice della “Marina di Ventotene srl” Antonella Langella, era ed è marito.

La società fu la destinataria di quattro avvisi di accertamento che, emessi dal comune isolano, furono notificati alla “Marina di Ventotene” dalla Sogert spa . I giudici dell’ex commissione provinciale tributaria nel corso del processo evidenziarono come le concessioni demaniali marittime numero 40 e 85 del 10 maggio 2005, rilasciate dalla capitaneria di porto di Gaeta, riguardassero uno specchio acqueo di complessivi 1.909 metri quadrati cui si sono aggiunti ulteriori 575 metri quadrati grazie ad un’ulteriore mini concessione del 22 marzo 2017. E se il privato – secondo il dispositivo di condanna – da una parte aveva (attraverso l’avvocato Enrico Della Volpe) dichiarato l’occupazione soltanto di 918 metri quadrati rispetto a quelli realmente avuti disponibili (da qui anche gli avvisi di accertamento per infedele denuncia), dall’altra aveva presentato mirati ricorsi contestando l’utilizzo dello strumento dell’accertamento esecutivo ed il difetto di motivazione. Si erano costituiti sia il Comune che la concessionaria Sogert SpA chiedendo il rigetto dei ricorsi. Il collegio, preliminarmente aveva disposto la riunione dei quattro ricorsi sotto quello avente numero di ruolo più antico (il numero 185/2021), ha dapprima riservato la decisione e poi l’ha sciolta il 14 marzo 2022.

La “Marina di Cicerone” si è sempre opposta al pagamento della Tari ritenendo “non provata la superficie dello stabilimento balneare gestito dalla società in considerazione della natura della suddetta attività tenuto conto che l’attività svolta nell’area oggetto di concessione demaniale è l’attività di ormeggio di imbarcazioni da diporto”. Gli atti impugnati appaiono chiaramente sufficientemente motivati – avevano ribattuto la commissione provinciale tributaria – perché loro stesso loro già indicano il motivo della tassazione (infedele denuncia); i metri quadrato accertati (2.480,00); le aliquote applicate; l’ubicazione dell’immobile oggetto di tassazione. L’operato sino al 2021 del comune per l’accertamento della Tari nei confronti della “Marina di Ventotene” fu corretto e lo sentenziò anche la commissione provinciale tributaria.

E’ stata definita congrua la modalità di calcolo della Tari: “L’arenile ordinariamente costituisce la principale attrattiva di uno stabilimento balneare ospitando giornalmente la quasi totalità della clientela che vi si trattiene per un numero rilevante di ore consecutive (alcuni, anche l’intera giornata)- scrissero i giudici contabili – E poi la presenza di un numero significativo di persone rende l’arenile produttivo di rifiuti, legittimando il Comune di Ventotene gestore del servizio di raccolta (e di smaltimento) dei rifiuti prodotti anche dall’arenile, a richiedere il pagamento della Tari “considerandolo quale superficie utile per calcolare la somma dovuta per tale titolo”.

La commissione provinciale tributaria ha condannato la “Marina di Ventotene” al pagamento di 150mila euro di Tari anche per un’altra ragione. Se la concessionaria chiedeva di pagare limitatamente al numero di pontili disponibili, la sentenza – condividendo una tesi dell’ex assessore al bilancio del comune Pasquale Bernardo – è andata oltre: “La tassazione non può essere limitata alle sole superfici solide, ma deve essere estesa anche alle superfici rappresentate da specchi d’acqua, aderendo così alla definizione del presupposto oggettivo e soggettivo formulato con la sentenza numero 3829/2009 della Supremna Corte. Riprendendo tale orientamento, si ritiene altresì che i mezzi natanti producano rifiuti, poi scaricati a terra in occasione della sosta nel porto: qui sono raccolti ed in seguito smaltiti dal gestore a cui il Comune ha affidato il servizio. Analogamente alle barche, sono assoggettate alla tassa sui rifiuti anche le banchine, i pontili galleggianti ed ogni specchio d’acqua ove sono collocati, o possono sostare, natanti. Quindi, gli specchi acquei sono imponibili ai fini del prelievo sui rifiuti, in quanto considerati superfici scoperte, indipendentemente dalla circostanza che si tratti di superfici liquide. Lo specchio d’acqua non costituisce comunque elemento idoneo ad escludere (per quanto riguarda la tassa oggetto della controversia) la potestas impositiva del Comune. Questo Collegio è ulteriormente persuaso che sono tassabili tutte le superfici utilizzabili e concretamente utilizzate da una comunità umana, a prescindere dal supporto (solido o liquido) di cui la superficie stessa è composta e dal mezzo (terrestre o novale) utilizzato per fruire della superficie”.

Se questo principio è stato rilanciato dalle commissioni tributarie regionali della Toscana, da quella provinciale di Napoli e dela Tar-sezione di Catrania secondo le quali “è assoggettabile alla Tari l’intera area portuale, compresi gli specchi d’acqua dei posti barca”. Sul piano politico ed amministrativo nella lettera alla dottoressa Ilario i consiglieri Santomauro, Bernardo e Malingieri sono categorici: la ragioneria del comune di Ventotene abbondono di queste sentenze ma, a prescindere dal fatto che riguardino società e cittadini eccellenti, perché non vengono fatte rispettare? Questione di buona volontà? Non solo…