Banca Popolare del Cassinate, il convegno e l’inaugurazione della nuova sede a Roma

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La partecipata e riuscita inaugurazione sabato sera della prima filiale aperta a Roma (in via Mercadante nel quartiere Prati) dalla Banca Popolare del Cassinate era stata preceduta venerdì da un significativo convegno che aveva avuto come suggestiva location la sala della Protomoteca in Campidoglio. A discutere del tema “Banche di territorio: tra innovazione e tradizione” in un workshop moderato da Bruno Vespa erano stati, tra gli altri, il sindaco della capitale Gualtieri, l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, l’economista ed ex Ministro Carlo Cottarelli; il Segretario generale dell’Associazione Nazionale fra le Banche Popolari, Giuseppe De Lucia Lumeno; la Rettrice dell’Università di Roma “La Sapienza” Antonella Polimeni; la professoressa Rosa Lombardi, ordinario di Economia aziendale all’Università Roma Sapienza; il vicepresidente di Confindustria nazionale e presidente del Frosinone calcio Maurizio Stirpe ed il vicedirettore generale dell’Abi Gianfranco Torriero.

Il convegno ha discusso il ruolo ed il valore delle piccole banche in un momento storico in cui, invece, sembra che la globalizzazione e sistemi economici sempre più complessi vogliano riservare un ruolo di primo piano solo alle grandi banche. Ben diverso, invece, è stato il quadro emerso dal dibattito nel quale, attraverso un doppio giro di interventi, ciascuno dei relatori, dal proprio punto di vista, ha potuto evidenziare il ruolo ancora attualissimo delle piccole banche. Ai saluti del sindaco Gualtieri, che ha voluto porgere i suoi auguri di buon lavoro a tutti i partecipanti e alla Bpc per il nuovo percorso iniziato è seguito subito l’intervento del professor Cottarelli che, studioso del quadro economico e sociale italiano, europeo e mondiale, ha sottolineato come quella delle grandi banche sia a volte quasi un’”ideologia”. Al contrario, le piccole banche in grado di coltivare la relazione personale, quelle banche che hanno il volto e il nome di persone a cui far riferimento, sono una forza per il sistema-Paese, per famiglie e imprese, “al di là di tutto ciò che algoritmi e intelligenze artificiali potranno mai fare”.

Cottarelli ha anche fatto alcune riflessioni sulla necessità di una semplificazione normativa, sull’andamento dei tassi di interesse, sull’inflazione, offrendo molti spunti di riflessione ad un pubblico attento, numerosissimo e molto partecipe. Particolarmente sentito – mas c’era da aspettarselo – l’intervento di Gianni Letta, profondo conoscitore del sistema Italia. A suo dire le piccole banche sono un presidio delle tante tradizioni, culture, realtà che compongono l’Italia, paese delle mille corti e dei mille Comuni, fatto di tante diversità e identità e nel quale è così forte il senso delle comunità.

E lo stare insieme, il vivere in comunità influisce sullo sviluppo della cultura. Letta ha apprezzato molto il ruolo e la storia della Bpc, nata – ha detto – all’ombra di quel faro di cultura e civiltà che è l’Abbazia di Montecassino. La banca ha avuto molti meriti nell’evitare una spersonalizzazione del territorio, contribuendo alla crescita economica e sociale e a tenere accese le tradizioni di tante realtà locali, che rendono l’Italia uno scrigno unico e prezioso di tante culture. Proprio per questa sua storia è una banca che merita fiducia. Letta ha citato il claim della Bpc “innovativi per tradizione”, apprezzando molto la presenza proattiva della Bpc sul territorio, capace di tenere conto di aspetti sociali e culturali. E riferendosi ai vari interventi che si sono succeduti nel corso della mattinata, ha ringraziato la Bpc per questa occasione, sottolineando come l’incontro sia stato un’occasione di approfondimento sul sistema bancario e come il dibattito sia stato particolarmente armonico con una convergenza di giudizio, concorde sulla complementarietà tra piccole e grandi banche.

De Lucia Lumeno ha ricordato, nel suo intervento, Donato Formisano, il fondatore e lo storico presidente della Bpc e ha condiviso con i presenti l’esperienza delle tante banche popolari che costituiscono Assopopolari: la loro è una storia di valore, di presenza attiva sul territorio, di identità forte.

La rettrice de “La Sapienza” Polimeni ha evidenziato, invece, il contributo che le Università possono fornire allo sviluppo del territorio e l’importanza di un dialogo equilibrato e proficuo tra i vari interlocutori e tra università e territorio. Non ci si deve limitare a open day e giornate celebrative, ma bisogna far si che le università siano punti di riferimento e promuovendo un accompagnamento e un orientamento dei ragazzi sin dai primi anni delle scuole superiori, impostando percorsi di formazione in grado di far interagire università e mondo del lavoro. Bisogna aprire gli atenei e farli dialogare col territorio.

Il vicepresidente vicario dell’Abi (l’associazione che raggruppa le banche italiane) Torriero ha sottolineato come questo importante sodalizio sia un punto di osservazione privilegiato perché, a differenza di altri enti simili presenti in Europa, rappresenta tutte le banche, piccole e grandi e riesca a fare una sintesi degli interessi di tutti gli associati, sia le banche che hanno come target persone e famiglie sia le banche che hanno assetti internazionali, creando così le condizioni per un’analisi il più possibile oggettiva. E’ necessario favorire la creazione di un quadro di regole per il settore bancario in grado di favorire l’offerta di servizi efficaci per l’economia reale. E’ necessario che le banche promuovano inclusione e stimolino la crescita. E’ comunque fondamentale il pluralismo dell’offerta.

Il vicepresidente nazionale di Unindustria, il ciociaro Maurizio Stirpe, ha rimarcato, altresì, come le piccole banche siano un grande supporto per le aziende soprattutto perché le grandi banche non sempre sono in grado di fornire adeguate valutazioni di uomini e imprese. Troppo spesso ci si ferma ad analisi numeriche, dimenticando cosa c e dietro a numeri e bilanci. Dietro ad ogni azienda c’è una storia fatta da uomini, esperienze, progetti e troppo spesso è questa specificità che sfugge alle grandi banche.

Infine, la professoressa Lombardi, sollecitata dalle domande di Bruno Vespa, ha proposto una riflessione su come possano fare le aziende per valorizzare il proprio operato e quali possano essere i percorsi formativi per gli studenti. Un’attenzione particolare nella valutazione dell’azienda va riservata ai cosiddetti valori intangibili, ovvero il capitale umano, le competenze e le conoscenze: questi elementi, messi a sistema con le infrastrutture e le tecnologie, sono il valore dell’azienda. Le conclusioni sono state affidate, inffine, al presidente della Bpc Vincenzo Formisano: ha ricordato come al centro dell’azione dell’istituto di credito ci siano innanzitutto etica e responsabilità sociale. Non sono temi – ha chiosato efficacemente solo per una tavola rotonda ma principi da applicare nel lavoro quotidiano.