Gaeta / Autorizzazioni balneari, prime scaramucce a Sant’Agostino

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GAETA – Il nuovo sistema di autorizzazioni balneari architettato dal comune di Gaeta sta spiegando in queste ore i suoi primi effetti a Serapo e Sant’Agostino. Se in via Marina le ruspe stanno scavando la sabbia per collegare le mini concessioni con le fognature di Acqualatina, nella piana tra Gaeta e Sperlonga vanno in scena inevitabilmente le prime scaramucce tra poveri.

Sant'Agostino
Sant’Agostino

Ieri a sedare gli animi sono intervenuti i guardiacoste della capitaneria di porto di Gaeta ed i vigili urbani. Con grande professionalità gli uomini del comandante Cosimo Nicastro si sono frapposti fra i contendenti e li hanno portati in separata sede portandoli a ragionare unicamente sui titoli concessori ed autorizzativi in loro possesso.

La planimetria del demanio turistico del comune di Gaeta prevede uno spostamento dei mini concessionari ad esempio la cooperativa Monte Moneta, da circa 15 anni operante nel settore, era autorizzata fino allo scorso anno a noleggiare ombrelloni al km 21,500 della Flacca.

In seguito alla nuova autorizzazione il punto di noleggio si è spostato al km 21,450, sovrapponendosi in questa maniera allo spazio dove i clienti di “Riviera di Gaeta”, frontista (cioè proprietario di attività turistico – ricettiva a monte della Flacca) autorizzato a noleggiare ombrelloni ma non a collocarli direttamente nella sabbia, impiantano i propri da tempo immemore.

Al loro arrivo le forze dell’ordine hanno potuto constatare che sulla zona autorizzata erano state già messe delle pedane, occupate per protesta da alcuni bambini. La nuova delibera di giunta, supportata dalle precedenti delibere di consiglio comunale, obbliga i mini concessionari ad allacciarsi alle fogne (con una spesa a proprio carico tra i 10.000 ed i 20.000 euro spalmabili nei 5 anni di autorizzazione) ed assicurare il servizio di salvamento con apposite torrette. Ma in cambio possono realizzare un gazebo smontabile per le docce e provvedere alla vendita di prodotti pre confezionati.

I titolari di “Riviera di Ulisse” hanno fatto notare comunque di aver richiesto più volte nel passato l’autorizzazione ad ottenere una “spiaggia libera attrezzata” ma, loro malgrado, non sarebbero mai stati presi in considerazione.