Cronaca

Sud Pontino / Traghetto “Quirino” in balia delle onde: paura, danni e prese di posizione [VIDEO]

SUD PONTINO – La Capitaneria di Porto di Gaeta ha aperto un’inchiesta tecnico amministrativa per individuare eventuali responsabilità sull’incredibile fuoriprogramma di cui è stato protagonista nella tarda mattina di sabato il “Quirino”, uno dei traghetti più vecchi e pericolosi in dotazione alla Medmar che, in qualità di socio azionista, li noleggia alla Laziomar per svolgere i collegamenti marittimi dai porti di Formia e Terracina con quelli di Ponza e Ventotene. I cinquanta passeggeri a bordo della motonave non dimenticheranno molto facilmente i minuti di terrore che hanno vissuto nelle fasi conclusive della corsa partita regolarmente da Formia alle 9.30. Il mare era leggermente mosso ma non ha impedito al Quirino di arrivare regolarmente all’imbocco del porto di Ponza.

Qui si è verificato il temuto fuoriprogramma: il forte vento di levante con raffiche sino a 50 nodi ha compromesso la manovra di attracco sballottolando l’imbarcazione per diversi ed interminabili minuti ed è stato evitato il peggio solo alle manovre del comandante indirizzando la prua del traghetto verso il vento. Se molti passeggeri hanno accusato i tradizionali sintomi tipici di queste situazioni che si rinnovano a cadenza periodica, il peggio si è verificato nel semivuoto garage del “Quirino”.

Alcune auto in sosta, un mezzo pesante ed un furgone che avevano rispettivamente un carico di materiale edile e di bevande hanno cominciato anche loro ad ondulare finendo per essere coinvolti in un maxi tamponamento nella pancia del traghetto ma senza conducenti a bordo. Questi mezzi, diventati improvvisamente fuori controllo, erano ancorati a terra del garage del “Quirino” come prevede la norma sulla sicurezza dei natanti? E la merce, tra cui prodotti alimentari deperibili, era trasportata correttamente per soddisfare le esigenze dei consumatori? A questi ed altri interrogativi vuole garantire una risposta l’inchiesta conoscitiva della Capitaneria di porto cui si sono affiancati, appena il “Quirino” è approdato a fatica presso la banchina di Molo Musco a Ponza, i Carabinieri e la Guardia di Finanza.

Un fatto è certo: che ci fossero stati problemi e disagi, poi esternati nella zona del porto di Ponza, i passeggeri lo avevano messo in conto sin dalla partenza da Formia. Il “Quirino” quando è stato varato 47 anni fa è stato costruito con un solo timone. E’ abilitato alla navigazione, lo è di meno quando le condizioni meteo-marine rendono più pericoloso il porto di Ponza all’interno del quale diventa complicato effettuare le manovre di attracco, di giorno e soprattutto di notte, a causa dell’annosa mancanza di una diga di protezione a levante.

Che la situazione non possa essere più tollerabile da parte di residenti e turisti lo ha denunciato subito il sindaco di Ponza Franco Ambrosino in una lettera di protesta alla Regione Lazio. A suo dire, in qualità di società committente del servizio dei collegamenti marittimi, ha l’obbligo, penale ed amministrativo, di intimare alla Laziomar di utilizzare una flotta moderna e soprattutto sicura e di fare pressione al Ministero delle Infrastrutture per finanziare – servono 30 milioni di lire – i lavori di realizzazione di una diga foranea al porto di Ponza, un’opera necessaria ed indispensabile per garantire i sufficienti livelli di sicurezza al porto ma da sempre osteggiata dalla potente lobby dei noleggiatori della principale isola pontina.

Ricevuta la lettera, il governatore Francesco Rocca ha condiviso subito il grido d’allarme del sindaco Ambrosino e ha preannunciato un incontro urgente la prossima settimana con l’assessore alla mobilità e ai trasporti Fabrizio Ghera. Quest’ultimo ha fatto sapere come la Regione Lazio sia in contatto con la Guardia Costiera e la compagnia di navigazione Laziomar per approfondire le ragioni dell’episodio di sabato mattina.

“Il forte vento e le condizioni avverse del mare sono sicuramente la causa principale dell’avvenuto – ha osservato Ghera – ma la Regione continuerà ad interfacciarsi in piena collaborazione con tutte le parti coinvolte per capire esattamente quanto accaduto. Per fortuna non si sono registrati feriti a bordo, né tra i passeggeri, né tra i membri dell’equipaggio anche se, numerose auto trasportate all’interno del garage della nave, hanno subito diversi danni”.

Ambrosino per metabolizzare la sua rabbia ha fatto ricorso all’ironia per ricordare la “traversata epica” dello scorso anni della motonave Tetide, le cui immagini, facendo il giro del mondo, evidenziarono “quanto pericoloso sia il porto di Ponza”.

“Il balletto sabato mattina del ‘Quirino’ l’ha confermato per un episodio che, l’ultimo in ordine di tempo – ha dichiarato Ambrosino – ci vede tristemente protagonisti con gli innegabili disagi che noi residenti siamo costretti a vivere. Non possiamo più attendere, c’è il serio rischio che accada una tragedi… Ponza deve avere un porto sicuro ed anche la flotta delle navi e degli aliscafi deve essere rimodernata. Non è possibile continuare a viaggiare con navi di 50 anni e avere un porto reso tale dai Borbone oltre 350 anni fa. Basta giustificazioni, la Regione e il Ministero si assumessero le loro responsabilità… forti anche della recente modifica dell’articolo 119 della Costituzione noi isolani dobbiamo pretendere i nostri diritti. Da oggi chi vuole bene all’isola ce lo dimostri con i fatti… “ – ha concluso il sindaco Ambrosino lanciando una sfida al mondo istituzionale romano.

Su queste barricate da anni si trova il presidente della Pro Loco Emilio Aprea che, sfidando le carte bollate inviategli contro da Laziomar, chiede alla Regione Lazio di intervenire nella fase in cui l’appalto dei collegamenti marittimi è scaduto e, dopo l’esito negativo della prima gara d’appalto, è stato rinnovato per i prossimi sei anni.

Se la scorsa settimana si era sfiorata la rissa proprio a bordo del “Quirino” – il suo comandante si era rifiuto di partire da Molo Azzurra a Formia perché avrebbe incontrato (a suo dire) alcune difficoltà ad attraccare di notte presso il porto di Ponzai Sindaci dei due comuni isolani (Carmine Caputo per Ventotene) avevano lanciato perplessità che la nuova gara d’appalto della regione Lazio possa conoscere un esito positivo. La durata del contratto è stata ridotta da 9 a 5 anni, sono stati effettuati cospicui tagli ed è improbabile che il nuovo concessionario – che potrebbe essere a questo punto la stessa Laziomar – possa rinnovare, innovandola, la propria flotta a servizio delle due principali isole pontine. La Regione Lazio, in qualità di ente committente del servizio, poi esercita compitamente i suoi poteri di controllo nei confronti della Laziomar?

Questo interrogativo lo hanno esplicitato di recente in un esposto che, inviato alla Procura della Repubblica di Cassino, ai comandanti della Capitaneria di porto di Gaeta e della Guardia Costiera di Ponza, alla tenenza della Guardia di Finanza dell’isola, alla stessa regione Lazio, al Registro italiano Navale e naturalmente, al comune isolano, aveva denunciato “le gravi e perpetuate anomalie” di un altro mezzo della superata flotta Laziomar, l’aliscafo “Monte Gargano”. La Pro Loco ponzese era arrivata a sostenere come questo mezzo durante le estati 2022 e 2023 abbia viaggiato con una capienza “nettamente inferiore a quella riportata nel contratto di servizio – “200 passeggeri a 30 nodi a pieno carico” –  nonostante “sia dal sito web della compagnia che in biglietteria, risultasse il tutto esaurito”.

Questa situazione – aveva scritto la Procura – aveva provocato un “mancato introito e quindi un danno erariale nei confronti del comune di Ponza sulla tassa di sbarco ed un lucro cessante di non poco conto da parte degli operatori turistici e commerciali dell’isola”. La Pro Loco, come ora il sindaco Ambrosino, che le vicissitudini provocate dagli aliscafi e dalle motonavi della Laziomar “hanno arrecato e stanno provocando un danno d’immagine all’isola. Basta leggere i commenti sui social dei passeggeri, soprattutto turisti, che a causa queste Odissee hanno espresso la decisione di non toccare più il suolo isolano”.

Da qui il monito alla Regione da parte del presidente Aprea di monitorare le “varie inadempienze della Laziomar e di valutare eventuali azioni da intraprendere per salvaguardare l’interesse pubblico da una parte – Regione e comune di Ponza – e quello privato dall’altra rappresentato dagli operatori turistici dell’isola”.

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