Latina / Omicidio Nadia Bergamini, arriva la conferma della codanna per il genero Antonino Zappalà

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LATINA  – Ventuno anni e sette mesi di reclusione. E’ l’entità della condanna che, dopo tre ore di camera di consiglio, la Corte d’Assise d’appello di Roma ha inferto a Antonino Zappalà, il 48enne campano di origine siciliane accusato di avere ucciso il 14 gennaio 2022 la suocera Nadia Bergamini all’interno dell’appartamento in cui l’uomo, la moglie e la stessa vittima vivevano nella zona del centro commerciale Morbella a Latina.

I giudici d’appello ha recepito integralmente la requisitoria della Procura generale che aveva chiesto la conferma della condanna emessa lo scorso anno dalla Corte d’Assise di Latina. Zappalà non era presente in aula al momento della lettura della sentenza che ha accolto impassibile dal carcere di Santa Maria Capua Vetere in cui si trova recluso da mesi. I legali dell’uomo, gli avvocati Antonio Orlacchio e Leonardo Palombi che si sono costituiti parte civile ottenendo in primo grado una provvisionale di 50mila euro, avevano provato a chiedere la derubricazione del reato, da omicidio volontario in omicidio preteritenzionale. Ma i giudici d’appello sono stati categorici. Fu efferato il delitto di cui fu vittima la 70enne Nadia Bergamini, trovata a terra agonizzante.

Zappalà l’avrebbe picchiata, e colpita più volte con schiaffi e pugni fino a farla cadere a terra dalla sedia a rotelle per poi tornare tranquillamente nella sua stanza lasciandola priva di sensi senza neppure soccorrerla. A trovare l’anziana fu la figlia Stefania. Tempestivo fu il trasferimento all’ospedale Santa Maria Goretti dove cessò di vivere dopo alcune ore nonostante un disperato intervento chirurgico per rimuoverle un vasto ematoma cerebrale per salvarle la vita.