Cronaca giudiziaria 2023: processi giunti a sentenza e nuove udienze già da gennaio

E’ iniziato con colpo di scena il 26 ottobre scorso il processo di secondo grado per l’omicidio e l’occultamento del cadavere di Serena Mollicone. A quindici mesi dalla sentenza di assoluzione decretata dalla Corte d’Assise di Cassino nei confronti degli ex cinque imputati – Franco, Annamaria e Marco Mottola, Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano – la prima sezione della Corte d’Assise d’appello di Roma aveva accolto la richiesta della Procura generale e delle sette parti civili di rinnovare l’istruttoria dibattimentale. Per stabilire dove e chi ha ucciso la 18enne studentessa di Arce è stata presentata una lista di 44 tra consulenti e testimoni, moltissimi dei quali sono già comparsi a Cassino per ricostruire la dinamica della morte della studentessa 18enne.

Se questo dibattimento d’appello conoscerà il suo epilogo nella primavera 2024, è attesa nei primi mesi del nuovo anno la sentenza del processo di primo grado iniziato il 2 febbraio scorso per la morte di Romina De Cesare, la barista di 36 originaria di Cerro al Volturno, in provincia di Isernia, trucidata il 2 maggio 2022 da ben 14 fendenti da quello che ora ormai il suo ex fidanzato, Pietro Ialongo di 38 anni.

Il 2023 e, più precisamente il 25 gennaio, era iniziato con la clamorosa sentenza del Gup del Tribunale di Roma che aveva condannato per complessivi 161 anni di carcere i 19 imputati coinvolti nell’ottobre 2021 nell’operazione “Scarface” culminata con l’arresto a Latina di diversi componenti del clan Di Silvio. Pesanti le ipotesi accusatorie prospettate dai pm della Dda capitolina: associazione a delinquere di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, sequestro di persona, spaccio di droga, furto, detenzione e porto abusivo di armi – tutti aggravati dal metodo mafioso e da finalità di agevolazione mafiosa.

Se il processo d’appello ha preso il via lo scorso 9 ottobre ed è tuttora in corso di svolgimento, il 22 novembre, dopo due anni e nove mesi dalla tragica vicenda , è calato definitivamente il sipario, almeno sul piano processuale, su uno dei fatti di cronaca più tragici e tristi mai verificatisi sul territorio del sud pontino. La Corte d’appello di Roma ha confermato la sentenza di assoluzione emessa in primo grado dal Gup del Tribunale dei Minorenni nei confronti di Osvaldo Vellozzi di Formia.

Aveva 17 anni la sera del 16 febbraio 2021 quando tentò di salvare il cugino Romeo Bondanese sulla terrazza della darsena della Quercia a Formia da un’aggressione – poi rivelatasi mortale – compiuta da un gruppo di adolescenti proveniente da alcuni centri della provincia di Caserta per trascorrere il pomeriggio e la sera di Carnevale tra Gaeta e Formia. Vellozzi fu ridotto in fin di vita da un fendente che gli sfiorò la vena femorale ma, nonostante ciò, dovette subire un processo istruito dalla Procura dei Minorenni con l’ipotesi di rissa. Il Gup il 18 maggio 2022 assolse Vellozzi dall’accusa di aver partecipato ad una rissa che, a dire della difesa, non ci sarebbe mai stata perché l’omicidio di Romeo sarebbe scaturito al culmine di un’aggressione. Di diverso avviso fu sostituto procuratore Maria Perna che di proporre appello avverso la sentenza assolutoria,

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