Formia / Sversamento liquami in mare alla Torra di Mola, la versione della società Acqualatina

Attualità Formia

FORMIA – Ecco quello che è successo venerdì mattina in piazza Caetani nel quartiere di Mola a Formia con lo sversamento in mare dei liquami fognari dalla stazione di sollevamento di Acqualatina. L’antivigilia di Natale, nonostante il giorno praticamente festivo, l’ente gestore è stato costretto ad uscire allo scoperto per offrire la sua versione sulla gravità dell’episodio sul quale hanno mantenuto, chissà per quali ragioni poi, un religioso e incomprensibile silenzio l’amministrazione comunale ma anche le tante “inutili” associazioni di categoria nel settore commerciale e turistico.

Acqualatina ha capito che non poteva più esorcizzare quanto avvenuto dopo aver appreso della presentazione presso i Carabinieri della stazione di Formia di una denuncia querela firmata dall’ex sindaco Paola Villa (“Un’altra città-Movimento Cinque Stelle”), da Imma Arnone (Guardare Oltre) e dai consiglieri Luca Magliozzi e Alessandro Carta (Partito Democratico). I quattro rappresentanti dlele minoranze hanno di fatto chiesto l’apertura di un’inchiesta da parte della Procura della Repubblica affermando come lo sversamento dei liquami in via Abate Tosti e nella sottostante darsena della torre di Mola sia stato provocato dal “malfunzionamento delle pompe di sollevamento che, posizionate nella piazza sottostante l’istituto comprensivo Vitruvio Pollione, agiscono su una vasca di raccolta. I lavori riguardanti queste pompe sono stati appaltati lo scorso febbraio – si legge nella denuncia destinata alla Procura della Repubblica di Cassino- e sono terminati a luglio per un costo di 300mila euro. Segnaliamo il danno ecologico, ambientale, igienico-sanitario ed erariale venutosi a creare a causa del malfunzionamento di queste pompe di sollevamento installate dalla società Acqualatina che ha progetto ed appaltato i lavori”.

Per Acqualatina le cose si sarebbero svolte diversamente. Nel senso che il fenomeno – così viene definito – dello sversamento dei reflui a Torre Mola sia “avvenuto in seguito alla rottura di un tratto di condotta. Si è trattato di un malfunzionamento dovuto alla condotta che porta al sollevamento fognario, quindi non riguarda il sollevamento, ma la condotta. La Società – si legge in una nota ufficiale di Acqualatina – è intervenuta con urgenza ripristinando il servizio nelle prime ore del mattino di sabato”.

L’ex sindaco di Formia Paola Villa – prima firmataria della denuncia querela – aveva anticipato quanto ribadito dall’ente gestore e, cioè, che “il sollevamento fognario è stato oggetto di intervento recente nell’ambito della prima fase del piano di azione per la messa in sicurezza del sistema fognario della zona di Torre di Mola. La sostituzione del tratto di condotta in questione era oggetto della seconda fase dei lavori, ed era stato previsto e programmato assieme all’Amministrazione comunale per il periodo subito dopo Natale. Questo intervento comporta un fermo dell’impianto con relativo sversamento a mare – seppur monitorato – quindi necessariamente doveva essere previsto durante la stagione invernale”.

Naturalmente quando è scattato l’allarme, alimentato dai social attraverso la pubblicazione di foto e video, Acqualatina è intervenuta con diverse squadre: “Abbiamo lavorato anche su soluzioni alternative che limitassero al minimo i disagi per gli utenti, ma rimaneva la necessità di prevedere e gestire il fermo e lo sversamento. É seguita la programmazione del nuovo intervento, anticipato purtroppo dalla rottura di venerdì 22 dicembre, a fronte della quale si è dovuto intervenire in emergenza”. Il cantiere è stato aperto sino a notte fonda “svolgendo tutte le operazioni necessarie per il ripristino del sistema fognario di Torre di Mola”.

La presentazione della querela dei consiglieri Villa, Arnone, Magliozzi e Carta ha provocato una polemica all’interno delle minoranze consiliari del comune di Formia. I consiglieri del gruppo della Lega, Antonio Di Rocco, Amato La Mura e Nicola Riccardelli, hanno considerato “ falsa ed inverosimile” l’indiscrezione di non aver voluto sottoscrivere la denuncia presso i Carabinieri.

Non siamo stati semplicemente coinvolti in questa iniziativa che non avremmo avuto alcun motivo ad aderire” – hanno commentato i tre consiglieri leghisti, poi destinatari delle “dovute scuse” da parte di alcuni consiglieri di minoranza a non essere stati coinvolti in tempo, a causa della frenesia dell’antivigilia di Natale, ad aderire a questa importante iniziativa di natura giudiziaria.