Cronaca

Gaeta / Lo storico funzionario comunale Pasquale Petrone si è tolto la vita nella sua casa di Formia

GAETA – Non c’è molta voglia di parlare in questo lunedì mattina presso il comune di Gaeta alla ripresa dell’attività amministrativa dopo l’ultimo fine settimana. Un mix di incredulità, di sbigottimento e di amarezza ha accompagnato la tragedia che fa funestato l’ente in seguito alla decisione di un suo storico funzionario, Pasquale Petrone, di 64 anni, di togliersi la vita. Che si sia trattato di un suicidio l’hanno appurato e ufficializzato domenica pomeriggio gli agenti del commissariato di Polizia di Formia, intervenuti presso l’abitazione dell’uomo, in una traversa che lungo via Appia Lato Napoli costeggia il complesso parrocchiale del Villaggio Don Bosco.

Qui Petrone viveva con la seconda moglie ed un figlio nato dal nuovo matrimonio tanti anni fa. Quanto si sarebbe verificato lo stanno accertando gli inquirenti che non hanno più dubbi sulla decisione dell’uomo di impiccarsi approfittando in quel momento dell’assenza dei suoi familiari. Petrone era molto provato da tempo per due differenti questioni, familiari e professionali, che l’hanno portato ad anticipare sul suo profilo facebook la decisione di mettere in atto l’insano gesto, lo stesso compiuto oltre 40 anni fa dal padre a cui era molto legato.

Proveniente dalle Ferrovie dello Stato, Petrone aveva prestato servizio presso il comune di Terracina e la sua svolta lavorativa si registrò quando l’allora Vice Prefetto Antonio Reppucci guidò, in qualità di commissario Prefettizio, il comune di Terracina prima e quello di Gaeta poi. La sua stabilizzazione avvenne con l’amministrazione D’Amante diventando un punto di riferimento di una parte del settore Ambiente – oggi sotto la giurisdizione del dipartimento Riqualificazione Urbana – e guidando in prima persona il cimitero monumentale di via Garibaldi.

Petrone da tempo si occupava anche di altre mansione e, tra queste quella relativa all’assistenza e cura di animali randagi. Il funzionario da tempo era perseguitato da un assillo: si considerava (erroneamente) il responsabile di un debito fuori bilancio maturato dal comune di Gaeta con un noto canile della zona? Lo vogliono appurare – semmai fosse veritiera circostanza – gli inquirenti che, dopo il rinvenimento del corpo senza vita di Petrone, hanno informato il Pm di Turno presso la Procura che, in considerazione della giornata festiva, ha disposto il trasferimento del feretro presso l’obitorio dell’ospedale Santa Scolastica per essere sottoposto ad una ricognizione cadaverica esterna.

Il dramma di Pasquale Petrone ha colpito due comunità, non solo Gaeta (del cui comune l’uomo era apprezzato e generoso funzionario) ma anche Formia di cui era originario e residente. Petrone era fratello della pediatra Ida e, di conseguenza, cognato del marito, Gianni Carpinelli, più volte consigliere comunale e assessore al comune e attualmente presidente del circolo cittadino di Fratelli d’Italia.

Questa immane tragedia segue di alcuni giorni quella di cui era stato vittima Bruno Gamuzza, 59enne storico usciere del comune di Gaeta, trovato il 18 ottobre privo di vita, a seguito di un arresto cardiocircolatorio, ma soltanto 9 giorni più tardi (rispetto al suo ultimo avvisamento) presso la sua abitazione di Corso Italia dove viveva da solo dopo la scomparsa dei genitori avvenuta a distanza di alcuni mesi l’una dall’altra.

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