Formia / Il Comune parte civile nel processo contro il ricorso del Centro Servizi ambientali

Attualità Formia

Attesa da tempo, è arrivata….anche se al fotofinish. La Giunta municipale di Formia ha deciso, dopo un “confronto interno”, di deliberare la costituzione nel giudizio intentato dal ricorso promosso dal Centro Servizi ambientali di Castelforte contro la Determina numero 87/2023 del 22 maggio 2023 con cui il neo amministratore unico della “Futuro Rifiuti zero” Raffale Rizzo rescindeva unilateralmente il contratto con il Csa per affidare alla Saf di Colfelice, “in quanto titolare di impianto TMB”, il servizio di conferimento per trattamento meccanico biologico dei rifiuti indifferenziati (codice EER 20 03 01) prodotti nella città di Formia e sull’isola di Ventotene sino a tutto il 31 dicembre 2023 con un impegno di spesa di un milione di euro”.

La Giunta Taddeo ha deciso con un atto politico di sostenere la crociata dell’amministratore unico della sua municipalizzata che aveva deciso, dopo il via libera dell’assemblea dei soci del 24 aprile scorso, di rendere inefficace il contratto con il Csa alla luce di presunte “violazioni che vi erano state riscontrate”. Con questa delibera di costituzione in giudizio davanti il Tar – che dopo aver saltato” l’udienza di sospensiva si pronuncerà nel merito in quella di merito del 22 novembre prossimo – il comune di Formia è stato l’unico del sud pontino a privarsi di un centro geograficamente vicino (distanza poco più di 15 chilometri) preferendo delocalizzare i propri rifiuti indifferenziati presso un’altra struttura – autorizzata dalla Regione alla stessa stregua di Castelforte – che si trova ad una distanza quattro volte maggiore.

Questa costituzione in giudizio da parte dell’amministrazione appare essere un’eccezione in piena regola quando lo stesso amministratore unico della “Frz” Rizzo aveva chiesto agli stessi comuni legati da un regolare contratto al Csa – in testa quelli di Castelforte e di Santi Cosma e Damiano – di conferire altrove i propri rifiuti indifferenziati a causa delle “violazioni riscontrate”. Quali la Giunta Taddeo con la delibera 204 del 12 ottobre non le specifica mai. Dovrà farlo nei prossimi giorni – e comunque entro e non oltre il mese precedente dall’udienza di merito del ricorso – un legale del comune che ancora non c’è.

L’esecutivo ha dato mandato al dirigente del servizio “Affari legali” dell’ente, Daniele Rossi, di affidare l’incarico di patrocinio legale del comune ad un professionista esterno in quanto l’avvocatura interna (dopo le polemiche dimissioni del dirigente Domenico Di Russo e della sua “vice” Sabrina Agresti) “è sopravvista di personale in grado di rappresentare e tutelare l’ente nelle controversie, sia nella fasi giudiziali che extragiudiziali”. Manca l’ufficialità che arriverà nelle prossime ore ma non è escluso che il comune di Formia possa affidarsi per questa costituzione “Last minute” davanti il Tar all’assistenza legale della stessa professionista, l’avvocato Vittorina Teofilatto, nominata già dalla “Futuro Rifiuti zero” nell’ambito di questo aspro contenzioso a distanza promosso a sorpresa lo scorso maggio unicamente contro il Centro Servizi Ambientali di Castelforte. Che lo scontro sia aspro e aperto lo conferma la seconda parte della delibera di Giunta numero 204.

Il comune di Formia ha deciso di costituirsi nel giudizio numero 2388/2018 relativamente al ricorso presentato dal Csa di Castelforte contro la Regione Lazio, il comune di Castelforte e nei confronti di quelli di San Vittore del Lazio, Roccasecca, Formia, della Provincia di Latina e con l’intervento ad opponendum della Rida Ambiente e del comune di Aprilia per la riforma della sentenza numero 11362 /2017 della sezione prima del Tar del Lazio sull’opportunità di versare o meno il benefit ambientale al comune che ospita gli impianti della Csa, quello di Castelforte.

Il Comune di Formia ha deciso di costituirsi nel giudizio davanti il Consiglio di Stato sostenendo di essere creditore nei confronti dell’azienda castelfortese relativamente ai pagamenti che lo stesso Csa avrebbe dovuto versare in qualità di benefit ambientale al comune di Castelforte. La controversia è ricca di incognite e, nonostante le certezze rivendicate dalla “Futuro Rifiuti Zero” e ora dal suo proprietario, il comune di Formia, il Consiglio di Stato continua a manifestare non poche perplessità. I giudici del secondo grado della magistratura amministrativa hanno preso atto di un pronunciamento della Consulta che ha definito costituzionale una legge regionale del 2009 che istituiva il benefit ambientale a favore dei comuni sede di impianti e siti specializzati nel trattamento dei rifiuti. Palazzo Spada, nonostante ciò, non ha ancora deciso se condannare o meno il Csa al pagamento di questo canone alla giunta Pompeo. Ha preso tempo e ha chiesto indicazioni sul da farsi alla direzione del ciclo dei rifiuti della Regione Lazio, la stessa che ha autorizzato l’impianto della famiglia Ambroselli-Giuliano. Ma di queste precise indicazioni del Consiglio di Stato nella delibera 204 del 12 ottobre scorso non c’è traccia. Purtroppo.