Formia / Torna libero il 16enne affidato dai Servizi Sociali al sindaco Gianluca Taddeo

Cronaca Formia

FORMIA -E’ tornato presso l’abitazione formiana della madre l’adolescente di 16 anni di Formia arrestato nella notte del 27 settembre scorso dai Carabinieri della Tenenza di Gaeta con le accuse di spaccio di sostanze stupefacenti e resistenza a pubblico ufficiale. Lo ha deciso il Gip del Tribunale dei Minorenni di Roma Maria Ausiliatrice Ferraro al termine dell’interrogatorio di convalida in cui il 16enne, assistito dall’avvocato Luca Cupolino, ha fornito un’altra versione sui fatti rispetto a quelli evidenziati dai Carabinieri nell’informativa al Tribunale dei Minorenni.

Il 16enne era finito in manette perché, in occasione di un posto di controllo operato dai militari, in sella ad un scooter si sarebbe disfatto, gettandolo in una cunetta, di un borsello contenente 1,28 grammi di cocaina, 38 grammi di hashish e 880 euro in contanti. I Carabinieri bloccarono il 16enne ed un altro giovane di Formia, M.L., di 20 anni, al termine di un inseguimento che, iniziato nel quartiere di Gaeta medioevale, si sarebbe protratto sino ad Itri.

Nel corso dell’interrogatorio il 16enne ha offerto un’altra versione sui fatti e ha raccontato come quel borsello, di cui ignorava il contenuto, gli fosse stato consegnato dal conducente del mezzo che “voleva guidare più in libertà”. Il Gip Ferraro, all’esito di una lunga discussione, ha accolto la tesi difensiva e gli elementi forniti dall’avvocato Cupolino rigettando la richiesta di misura cautelare avanzata dalla Procura della Repubblica e sconfessando, di fatto, ogni ipotesi accusatoria, in quanto anche dallo stesso verbale di arresto del ragazzo maggiorenne, anche esso redatto dai Carabinieri di Gaeta, è emerso chiaramente come il borsello non appartenesse al 16enne ma all’amico. Una prova? Nel borsello c’erano anche tre telefoni nella disponibilità del 20enne, ora a disposizione della Procura di Cassino.

L’avvocato Cupolino in una nota non è stato tenero in rapporto all’esecuzione di due arresti operati nell’ambito del nuovo decreto “Caivano”: “Purtroppo bisogna prendere atto dell’ennesima infondata ed unilaterale enfatizzazione di attività e di eventi svolti in maniera difforme da come avvenuti. Il minore, che seguo già da oltre un anno, contrariamente a quanto dichiarato nella nota del Comando Provinciale dei Carabinieri, non ha alcun precedente specifico, non avendo riportato alcuna sentenza di condanna ed essendo allo stato incensurato. Infine il riferimento alle misure “punitive e rieducative”, previste dal nuovo decreto adottato dal governo Meloni, non merita alcun commento per quanto sia – ha dichiarato testualmente l’avvocato Cupolino – improprio, inopportuno ed anche giuridicamente errato”.

In questa vicenda legata alle devianze giovanili e alla detenzione di sostanze stupefacenti da parte di giovanissimi i Carabinieri della tenenza di Gaeta hanno effettuato una scoperta che non depone purtroppo a favore dell’ufficio dei servizi sociali del comune di Formia. Il 16enne arrestato dai Carabinieri, in considerazione della sua delicatissima e grave situazione familiare, era stato affidato dal Tribunale di minorenni al comune di Formia a cui era stata affidata la potestà genitoriale. In teoria nella notte dell’arresto del 16enne sarebbe dovuto essere il sindaco Gianluca Taddeo a nominare il legale difensore dell’adolescente.

La madre del giovane non ha potuto formalizzare il patrocinio legale a favore del figlio. Ci ha pensato il Gip Ferraro sabato mattina nominando l’avvocato Cupolino prima dell’interrogatorio del 16enne. Il legale Cupolino ha fatto sapere come la potestà genitoriale del 16enne conferita dal Tribunale dei minorenni al comune di Formia non abbia sortito gli effetti sperati. Un esempio su tutti ? Nessuno – almeno sinora – ha chiesto al 16enne di tornare a scuola che frequentava prima dei suoi problemi, l’istituto alberghiero “Angelo Celletti” di Gianola.

Davanti a queste presunte inadempienze ed omissioni inevitabile è stata la scelta della madre del 16enne di impugnare davanti al Tribunale civile di Roma la sospensione della potestà genitoriale. La prima udienza, prima degli arresti dei Carabinieri, era stata fissata per lunedì 2 ottobre.