Cronaca

Castelforte / Omicidio Fidaleo: respinto il ricorso, Giuseppe Molinaro resta in carcere

CASTELFORTE – Deve rimanere in carcere Giuseppe Molinaro, l’ex Carabiniere reo confesso dell’omicidio, avvenuto il 7 marzo scorso, del direttore dell’Hotel Nuova Suio di Castelforte Giovanni Fidaleo. Lo ha deciso la prima sezione penale della Corte di Cassazione respingendo il ricorso presentato dai legali dell’ex militare. Gli avvocati Giampiero Guarriello e Paolo Maria Di Napoli avevano impugnato il contenuto dell’ordinanza del Tribunale del Riesame che aveva confermato, invece, la custodia cautelare in carcere per l’ex carabiniere perché “socialmente pericoloso”.

In precedenza lo stesso Gip del Tribunale di Cassino, Alessandra Casinelli, su richiesta dal sostituto procuratore Chiara D’Orefice,si era espresso per la permanenza dell’ex Carabiniere di Teano nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere relativamente “al concreto e attuale pericolo di reiterazione di altri gravi delitti con uso di armi o di altri mezzi di vio-lenza personale”.

La Cassazione naturalmente depositerà nei prossimi giorni le motivazioni alla base di questo diniego. Nel ricorso discusso campeggiavano, tuttavia, alcuni stralci della lunga ed articolata la visita psichiatrica di parte cui era stato sottoposto Molinaro in carcere. Per lo psichiatra Luca Bartoli, le condizioni dell’uomo, che con la sua pistola d’ordinanza oltre ad aver ucciso Fidaleo e aveva gravemente ferito la 30enne di Castelforte Miriam Mignano, sarebbero peggiorate al punto che nella struttura penitenziaria sammaritana viene seguito da uno psichiatra ma anche da due psicologhe per continuare la terapia iniziata nell’autunno 2020 – e mai interrotta – per far fronte ad una forma depressiva sorta all’epoca dopo la prematura scomparsa della madre.

I difensori di Molinaro stanno pensando di riformulare una nuova richiesta al Gip del Tribunale di Cassino: in considerazione dell’incompatibilità della detenzione in carcere dell’uomo rispetto al suo quadro clinico è necessario il trasferimento dell’ex Carabiniere di Teano in una struttura specializzata come la Rems, in cui avviare una precisa terapia farmacologica, o la concessione degli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico.

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