Formia / “Sant’Erasmo Vescovo e Martire”, l’opera del maestro Supino in dono alla Chiesa di Castellone

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FORMIA – La “mano prodigiosa”, così la definiva il suo maestro De Chirico, quella del pittore formiano Giuseppe Supino ha realizzato una restituzione grafica dei ventiquattro quadri del Candelabro del “Cero pasquale” della Cattedrale di Gaeta ispirati alla vita di Sant’Erasmo Vescovo e Martire, in occasione del XVII centenario della sua morte (A.D. 303).

Era il 2003 ed oggi – a distanza di vent’anni – il maestro Supino ha deciso che fosse tempo di donare i ventiquattro quadri alla Chiesa di Sant’Erasmo, nel quartiere di Castellone, a Formia. Così questa mattina è avvenuta la consegna dell’opera originale “Sant’Erasmo Vescovo e Martire” nelle mani di don Alfredo Micalusi, che li ha accolti come un “dono di grande valore culturale, artistico e spirituale”.

Un lavoro paziente, minuzioso, curato in ogni suo dettaglio, realizzato con la tecnica della “sanguigna”. “Colpito, fin dai giovanili anni di studio, da questa preziosa testimonianza di arte e di sentimento religioso, assunsi con me stesso l’impegno di ricreare, in una mia opera, l’intesità espressiva e comunicativa dei rilievi del Candelabro. Dopo una medita lettura ‘parallela’ della leggenda gelasiana e della sua interpretazione plastica da parte dell’ignoto artista medievale, ho individuato nel linguaggio grafico il miglior tramite per avvicinare gli antichi valori spirituali alla sensibilità moderna” – spiegava Giuseppe Supino nell’introduzione alla sua opera.

“Sono andato a trovarlo l’altro giorno e mi sono fermato un po’ con lui per il piacere di ascoltarlo anche in merito a quest’opera così strettamente legata alla devozione verso il nostro Patrono” – racconta, invece, don Alfredo Micalusi, parroco della Chiesa di Sant’Erasmo, al quale il maestro Supino si è rivolto per poter omaggiare la comunità parrocchiale, ma tutta la città, di questa sua opera.

“So che ci ha fatto davvero un bel dono di grande valore culturale, artistico e spirituale” – aggiunge don Alfredo, spiegando che sta coinvolgendo il Comitato festeggiamenti Sant’Erasmo “per trovare il modo di valorizzare al meglio le rappresentazioni della vita del Santo. Occorre un po’ di manutenzione alle cornici e a qualche vetro. Poi vedremo la collocazione ottimale nell’ambito del complesso parrocchiale”.