Formia / Incidente mortale, parla la nipote della vittima

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FORMIA – A seguito dell’incidente mortale occorso ieri a Leonice Treglia, 77 anni, la nipote della vittima ha deciso di lanciare un accorato appello. Marilena Lombardi chiede un’attenzione per il quartiere di Gianola che non sia legato solo al momento elettorale. In queste ore si sono verificati tra Formia e Gaeta diversi incidenti tra macchine e motorini.

Nel caso della settantasettenne invece si tratta di un pedone travolto mentre camminava per conto proprio sul ciglio della strada. Grande il senso di impotenza di chi aveva chiesto in passato le infrastrutture di sicurezza necessarie e che oggi invita i cittadini del quartiere ad unirsi per far valere i propri diritti. Di seguito la lettera integrale scritta da Marilena Lombardi.

“Venerdi 5 giugno, in località Gianola di Formia – Via Fosso degli Ulivi, un’anziana signora è stata travolta e scaraventata in un fossato adiacente alla via da un’autovettura condotta da un diciannovenne. Una persona qualunque morta in un fosso.

Quella persona era mia zia. Non era un’eroina, non era impegnata politicamente, ma era una buona persona, un’onesta cittadina che pagava le tasse, che contribuiva come poteva, che ha cresciuto tre figli, che viveva nel completo anonimato come tante altre donne di tante altre famiglie. È morta così, senza nemmeno accorgersene, presa alle spalle.

Non entrerò nel merito delle dinamiche dell’evento, non sta a me giudicare. Quello che esporrò sono solo fatti obiettivi.

Vivo in via Fosso degli Ulivi da 33 anni, ero presente quando l’ex discoteca Seven Up è esplosa, e per anni ho assistito al declino di questa zona. Tossici, maniaci, delinquenti che frequentavano la struttura abbandonata e noi cittadini sempre a scrivere, a parlare con il politico di turno; mai una risposta. La mia via, come molte altre a Gianola, è una via senza marciapiede, per uno che vuole camminare a bordo strada è un vero terno al lotto. Macchine buttate a tutta velocità che ti sfiorano le braccia.

Nessun cartello ad invitare alla prudenza, nessun attraversamento pedonale. E noi sempre lì, a scrivere e a parlare con il politico di turno in parata elettorale. Mai una risposta. Cittadini di serie B.

Mia nonna questa mattina con le lacrime agli occhi mi ha detto “Figlia mia non siamo niente”. È vero, niente. Sono venti anni che facciamo richieste su richieste per mettere in sicurezza queste strade. Niente. Mia zia è morta in un fosso, ma al suo posto avrebbe potuto esserci un bambino sfuggito al controllo, uno qualunque dei ragazzi che prendono l’autobus per andare a scuola, un ciclista, chiunque. Sono venti anni che chiediamo, niente, non siamo niente, contiamo solo poco prima di entrare nella cabina elettorale; dopo ciò torniamo ad essere niente.

Mia zia ora non c’è più, è morta di morte violenta, ma a quanto pare anche lei come noi era niente. Ho appreso infatti che la solita festa per la presunta riqualificazione di questa zona sarà confermata a nemmeno una settimana dalla sua morte; per questa occasione infatti ogni anno, solo per quel giorno, si taglia l’erba e si disegnano murales, come se questa fosse riqualificazione.

Spero che le mie parole non rimangano solo uno sfogo privato ma che riescano in qualche modo a scuotere le coscienze dei tanti che hanno promesso e mai dato, e di tutte quelle persone che la pensano come me, perché uniti non saremo più di niente”.

Marilena Lombardi