Inchiesta Covid-19, assolto l’ex capo della Protezione Civile Angelo Borrelli

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SANTI COSMA E DAMIANO – Il Tribunale dei Ministri di Brescia ha archiviato le principali accuse di epidemia e omicidio colposi nei confronti di diversi indagati, tra cui l’ex capo della Protezione Civile Angelo Borrelli, originario di Santi Cosma e Damiano, difeso dall’Avv. Mattia Aprea. L’inchiesta riguardava la gestione della prima ondata di Covid-19 in Valseriana e aveva coinvolto anche altre figure chiave come l’ex governatore lombardo Attilio Fontana, tecnici del Comitato Tecnico Scientifico (Cts) come Silvio Brusaferro e Claudio D’Amario, l’ex assessore al Welfare lombardo Giulio Gallera e l’ex direttore generale Luigi Cajazzo.

L’archiviazione

Dopo un’attenta analisi delle prove presentate, i giudici hanno stabilito che non sussistevano sufficienti elementi per sostenere le accuse di epidemia e omicidio colposi nei confronti degli indagati. Di conseguenza, tali accuse sono state completamente archiviate, includendo anche le posizioni dell’ex premier Giuseppe Conte e dell’ex ministro della Salute Roberto Speranza, che erano stati precedentemente coinvolti nell’inchiesta.

Tuttavia, il Tribunale dei Ministri ha mantenuto in vita un’accusa di rifiuto d’atti d’ufficio nei confronti di alcuni indagati, tra cui Angelo Borrelli, insieme a Claudio D’Amario, Silvio Brusaferro, Giulio Gallera e Luigi Cajazzo. Questa accusa riguarda il mancato rispetto del piano pandemico antinfluenzale del 2006, che sarebbe stato trascurato in ambito regionale. Nonostante le altre accuse principali siano state archiviate, questa rimane l’unico capitolo che resta in piedi riguardante gli indagati sopra menzionati.

L’archiviazione delle principali accuse rappresenta un importante risultato per gli indagati, poiché scagiona le loro posizioni riguardo alla gestione della pandemia Covid-19 nella regione. Resta ora da vedere come proseguirà l’inchiesta riguardante l’accusa di rifiuto d’atti d’ufficio, e ciò potrebbe avere ulteriori sviluppi nei prossimi mesi.

La soddisfazione del legale difensore

“E’ stata accolta in pieno la tesi difensiva di Borrelli, la sua estraneità era totale – dichiara soddisfatto l’Avv. Mattia Aprea – Gli accusati hanno lottato contro un nemico invisibile che non si era mai proposto in Italia, nel mondo siamo stati considerati tra i migliori Stati che hanno arginato questa pandemia. Sotto questo profilo, questa inchiesta è stata una beffa nei loro confronti, ma il Tribunale di Brescia ha verificato l’insussistenza di tutte le ipotesi accusatorie, tranne quella del capo B perchè non è in concorso con gli altri ministri, ma chiaramente anche per quella – di fatto – ha archiviato perché non c’è nessun nesso di causalità tra le morti accertate per il Covid e la condotta tenuta dal Borrelli e dagli altri imputati. Esprimo la mia soddisfazione, anche se rimane in piedi l’ipotesi B, che deve essere deciso da un’altra Procura, quella di Roma”.

“Borrelli – continua il legale di Formia – è soddisfatto perché il suo operato è stato riconosciuto anche in motivazione come esemplare, correttissimo, anzi anche oltre i limiti e le funzioni che gli erano attribuite, si è speso completamente per la collettività, e i risultati si sono visti perché ci hanno tirato fuori da un’emergenza pandemica che mai si era avuta nel Mondo”.

“Il risultato era già ottimo – conclude Aprea – nel momento in cui la Procura di Bergamo si era opposta al trasferimento degli atti al Tribunale dei Ministri di Brescia, ma poi la Procura generale ha riconosciuto nelle opposizione che noi avevamo fatto avverso questo provvedimento la legittimità di quello che dicevamo e quindi ha trasmesso a Brescia per competenza. Già quella è stata una fase di una vittoria sotto il profilo tecnico-giuridico molto importante”.