ITRI – “Indietro? Non ci penso proprio”. Determinato e gasato quanto basta, il sindaco di Itri Giovanni Agresti ha confermato di continuare ad avere la barra dritta nei confronti di Fratelli d’Italia dopo che i consiglieri comunali Elena Palazzo (la neo assessora e consigliera regionale) e Simone Di Mascolo e l’assessora di riferimento Alessia Mancini hanno tentato, disertando la seduta consiliare di lunedì mattina sull’approvazione della salvaguardia degli equilibri di bilancio, di sfiduciare il sindaco Agresti.
A chiedere al primo cittadino la sua versione sul fallito golpe di lunedì mattina è stato al telefono il segretario regionale di Fdi Paolo Trancassini. E’ stata una chiamata breve e cordiale ma, alla richiesta del massimo dirigente laziale del partito di Giorgia Meloni di verificare la possibilità di siglare un armistizio, una pace con la consigliera e assessora regionale di Fdi, la risposta, lapidaria, di Agresti è senza una sola: “No”.
Il sindaco Agresti dubita che dietro Paolo Trancassini ci fosse stata la ‘ribelle” Palazzo ma fa sapere ora “di avere molto da fare perché Itri attende legittime ed immediate risposte ai problemi sul tappeto. Non posso pensare ad altro in una fase in cui la Giunta è incompleta”.
Forse lo sarà di meno tra qualche giorno. Manca soltanto l’ufficiliatà che arriverà giovedì sera dopo la riunione del direttivo ma Forza Italia, rimosso l’ostacolo Fdi, è pronta ormai a chiedere di rientrare nei ranghi e, dopo 22 anni di attesa, di far parte della Giunta di Giovanni Agresti. La segretaria comunale Donatella Del Bove, che mercoledì con il plenipotenziario Michele Stamegna, ha partecipato a Fondi all’oceanico happening estivo organizzato dal coordinatore regionale e Senatore Claudio Fazzone, giovedì sera riunione il “parlamentino azzurro” per rivendicare la giusta rappresentanza nella Giunta del comune (all’inizio della consiliatura erano stati chiesti, per la verità, due assessorati) dopo che i consiglieri azzurri Andrea Di Biase e Serena Ciccarelli hanno evitato che la maggioranza Agresti venisse sfiduciata sulla salvaguardia degli equilibri di bilancio.
E’ assai probabile che a rappresentare Forza Italia nella Giunta (con una delega di prima fascia) possa essere una donna anche perché il sindaco Agresti è costretto correttamente a ripagare la fedeltà che dall’inizio della consiliatura gli ha sempre manifestato il consigliere di opposizione (ora del Pd), l’ex sindaco di Forza Italia Giuseppe De Santis. “Il mio sogno sarebbe quello che attribuirgli la delega all’urbanistica perché Peppino – ha detto il sindaco Agresti – è l’unico in grado, come in passato, di poterla rivestire”
Ma De Santis è all’opposizione e ha votato contro la salvaguardia degli equilibri di bilancio? Il sindaco con una mossa tipica del suo intramontabile doroteismo ricorda cosa avvenne nel 1992, prima dell’entrata in vigore della elezione diretta dei sindaci: “Guidavo una maggioranza con pezzi della Dc e del Psi e non bastavano. Chiesi l’apporto all’allora del Pds che, prima gridò allo scandolo, e poi accettò. E quello che intendo ora fare – aggiunge un Agresti ora moroteo – se dovesse servire: un appello alla responsabilità, anche nei confronti di chi è stato eletto all’opposizione”. Insomma Giuseppe “Peppino” De Santis.
Il Sindaco non lo dice ma qualcuno sostiene che indossi il giubbotto antiproiettile da quando Fratelli d’Italia l’altra mattina ha tentato di “ucciderlo” politicamente parlando. Giovanni Agresti sa che l’ipotesi del ricorso dal notaio è ancora percorribile anche se, dopo la telefonata di Paolo TRoncassini, è ridotta al lumicino. Non bisogna abbassare la guardia ed in quest’ottica il sindaco di Itri sa che i voti, certi e pronti, per sfiduciarlo sono sei; i tre di Fratelli d’Italia e gli altrettanti tre di Itri Facciamo Futuro (Antonio Fargiorgio, Vittoria Maggiarra e Tiziana Ialongo)
Il settimo dietro l’angolo è quello del presidente del consiglio comunale Salvatore Ciccone, ufficialmente civico ma da qualche settimana componente dello staff della segreteria dell’Onorevole Elena Palazzo alla Regione Lazio
Ad Agresti non è piaciuto il comportamento di Ciccone, “reo” di aver tentato di firmare un ordine del giorno dell’ultimo consiglio comunale senza alcuna condivisione con “l’intera maggioranza e con il sottoscritto”. Il sindaco attende che Ciccone potrebbe essere il quarto firmatario in quota Fdi a chiedere la sua testa. Ma ha deciso di sedersi lungo la classica riva del fiume e di attendere. Spera che da un momento all’altro rassegni le sue dimissioni da presidente dell’assemblea. Se non dovesse farlo, ha due opzioni sul tappeto: la revoca di alcune deleghe amministrative conferitegli ad inizio mandato amministrativo (Ambiente e contenzioso) e l’inizio di una lettera al Prefetto di Latina per censurare il suo operato. Sarebbe quella, se fosse attuata, una palese sfiducia istituzionale ad altissimo livello.
La componente Fdi aveva ulteriori due potenziali frecce nel suo arco per con cretizzare la sfiducia contro Giovanni Agresti ma gli ultimi fatti – che possiamo rivelare – dicono il contrario. Il consigliere e attivo assessore alla cultura Salvatore Mazziotti non andrà mai dal notaio. L’ha dichiarato l’interessato che alla consigliera ed assessora regionale di Fdi è legato da un particolare legame essendo il compagno di una delle due sorelle. “Lei pensa che mi conosca. Sono sempre stata una persona libera ed indipendente e non mi sono mai lasciato schiacciare nell’azione amministrativa in Giunta da nessun partito politico, neanche dal mio. Nel corso degli anni sono sempre stato vicino, nella buona e nella cattiva sorte, al sindaco Agresti. L’ho dimostrato l’’altra mattina votando a favore l’approvazione della salvaguardia degli equilibri di bilancio che resta, mi sembra, un atto politico inoppugnabile”.
Fratelli d’Italia in un’ipotetica mozione di sfiducia dovrà rinunciare al potenziale nono voto favorevole, quello del consigliere comunale del Movimento Cinque Stelle. Osvaldo Agresti l’ha messo per iscritto in un post sui social spiegando anche la ragione della sua assenza lunedì mattina nell’aula consiliare: “La politica è una cosa seria, non si fa con le emozioni, si fa con gli obiettivi , con il perseguimento del bene dei cittadini. Non ho potuto presenziare in consiglio comunale, per motivi personali che non metto in piazza. Ha riguardato la mia sfera privata la notte precedente del consiglio. Tuttavia, se avessi saputo cosa sarebbe successo nell’assise, mi sarei assentato lo stesso – ha aggiunto Agresti – e lo dico senza alcuna remora. Responsabilmente non mando a casa una amministrazione senza avere un’alternativa politica sul tavolo, non lascio la popolazione in mano ai peggiori amministratori (chiaro l’ennesimo e ripetitivo riferimento all’ex sindaco Antonio Fargiorgio) mai avuti in questo paese oggi rinforzati dalla presenza di Fdi. Qui chi tradisce è molto più evidente di tante altre volte. Oramai si stanno delineando le nuove liste per le prossime amministrative, io non partecipo al giochetto, lo lascio ai politicanti che frignano ogni volta in Consiglio Comunale. Fare politica è responsabilità – ha concluso il consigliere M5S – Tutto il resto è gossip e marketing da quattro soldi”.
Dopo alcuni giorni ha deciso di esternare la sua versione sul fallito golpe al sindaco Agresti anche il principale gruppo di minoranza. La lista “Itri Facciamo Futuro” dice di essere favorevole all’interruzione di “questo accanimento terapeutico in quanto l’attuale maggioranza di governo cittadino è giunta al capolinea”.
A censurare direttamente in aula il salvataggio a favore della maggioranza consiliare da parte della componente di Forza Italia e del consigliere del Pd De Santis era stato lo stesso ex sindaco Antonio Fargiorgio: “La maggioranza non è riuscita a garantire il numero legale e la seduta è potuta proseguire solo per l’atteggiamento responsabile dei membri dell’opposizione. In particolare ‘Itri Facciamo Futuro’ con grande serietà ha dimostrato di lavorare per il bene di Itri anche dall’opposizione. Abbiamo accettato di restare in aula perché altri, con la loro presenza, garantivano comunque il mantenimento del numero legale. La nostra presenza è servita a formulare una serie di mirati rilievi e spunti critici sulla variazione di bilancio, in ordine alla quale siamo stati gli unici ad esprimere un voto contrario. I numeri dicono che la maggioranza uscita dalle urne del 3 e 4 ottobre 2021 non esiste più, è solo un simulacro che per reggersi avrà bisogno di qualche appoggio da parte di chi, magari, oggi siede altrove. In questo senso, ad osservatori attenti, il consiglio comunale del 24 luglio qualche indicazione l’ha fornita. Forse più di qualcuna. Ma, se così sarà, sarà una maggioranza tenuta insieme solo da interessi personali, che ben poco, anzi niente, ha ed avrà a che fare con il bene di Itri”.
Nel suo intervento, il capogruppo di Itri Facciamo Futuro aveva chiesto espressamente agli attuali amministratori di “liberare Itri” dalla “loro inattività, dalla loro inettitudine, dalla loro incapacità di governare” aveva sottolineato come la cittadina “versi in una situazione a dir poco deplorevole, con diversi settori fermi, che ne restituiscono un’immagine impietosa. A venti mesi dall’insediamento, non ci sono più scusanti da addurre per giustificare un persistente immobilismo. Se la maggioranza conserva ancora un barlume di coscienza deve andarsene a casa. Punto. Non esistono altre soluzioni. Né si può pensare di creare una maggioranza alternativa, diversa da quella uscita dalle ultime elezioni comunali. La gente non ha l’anello al naso, capisce i biechi giochi di potere ed interesse. Il nostro gruppo consiliare non si presterà a inciuci vari, resterà fedele al mandato conferitogli da una larghissima parte dell’elettorato (nel centro urbano, lo ricordiamo, la nostra è stata la lista più votata) e non si presterà ai giochi di chi, evidentemente, non guarda oltre i propri interessi personali e che, diversamente da noi, non ha a cuore il bene di Itri”.
Il capogruppo Fargiorgio e le consigliere comunali Vittoria Maggiarra e Tiziana Ialongo hanno ribadito “a più riprese di non essere disponibili a nessuna forma di sostegno nei confronti di quest’amministrazione. Sarebbe il caso, invece, di porre fine a questo accanimento terapeutico che tanti danni sta provocando a Itri. Anche in questo consiglio comunale abbiamo assistito alla particolarità dell’opposizione all’opposizione: gli interventi del consigliere De Santis e della consigliera Ciccarelli non denunciavano l’incapacità dell’Amministrazione Agresti, ma avevano come unico destinatario il capogruppo di Itri Facciamo Futuro, che però non si è fatto intimorire e ha risposto nel merito su tutto. È giunta l’ora di dichiarare conclusa l’infelice esperienza di questa amministrazione che doveva far Ripartire Itri e che invece l’ha fatta arretrare di decenni. Occorre portare al più presto i cittadini a scegliere da chi essere governati con serietà e con una visione a medio e lungo termine. Noi continueremo a fare la nostra parte perché amiamo Itri; lasciamo agli altri le poltrone, le indennità e il potere: saranno i cittadini a giudicare”.