Frosinone / Omicidio Willy Monteiro Duarte: in attesa delle motivazionim nuovo processo per i quattro imputati

Cronaca Frosinone

FROSINONE – Il tempo di archiviare le condanne emesse dalla Corte d’assise d’appello di Roma al termine del processo di secondo grado per la morte di Willy Monteiro Duarte, il cuoco di Paliano ucciso di botte a Colleferro nella notte tra il 5 ed il 6 settembre 2020, che le difese dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi, Francesco Belleggia e Mario Pincarelli devono preparare ora un altro possibile processo legato a quella terribile serata di tre anni fa.

Dopo la conclusione delle indagini preliminari da parte sostituto procuratore Giovanni Taglialatela, il Gip del Tribunale di Velletri potrebbe chiedere il rinvio a giudizio per i fratelli Bianchi, Belleggia e Pincarelli relativamente al grave ferimento di Samuele Cenciarelli, l’amico del cuore che cercò di salvare la vita del povero Willy. Lesioni volontarie aggravate dai futili motivi è il reato ipotizzato dalla Procura veliterna, è talmente grave che il giudice di pace del locale Tribunale ha ribadito la sua incompatibilità a decidere.

L’aggressione a Cenciarelli, per quanto possa apparire un episodio minore, potrebbe condizionare ora il futuro processo in Cassazione annunciato dai difensori dei fratelli Bianchi – condannati in appello a 24 anni con il riconoscimento delle attenuanti generiche dopo aver ottenuto l’ergastolo dalla Corte d’Assise di Tribunale di Frosinone – di Belleggia e Pincarelli, ai quali sono state confermate invece le condanne a 23 a 21 anni di reclusione.

Quello di Velletri è un processo temuto dalle difese dei quattro – rappresentate dagli avvocati Vito Perugini, Loredana Mazzenga, Vanina Zaru, Valerio Spigarelli e Ippolita Naso – se è vero che Cenciarelli con la querela presentata nel dicembre 2020 ha sempre sostenuto di dover ringraziare per sempre Willy perchè il suo esile corpo fece da scudo all’aggressione di cui per primo fu vittima. Insomma chi avrebbe aggredito Cenciarelli – è il ragionamento dei legali delle parti civili della famiglia Monteiro Duarte – è stato lo stesso che avrebbe provocato la morte del povero Willy .

Le difese dei quattro, a loro volta, hanno sostenuto invece come Cenciarelli abbia reso più ricostruzioni di quella notte, non sempre tra loro compatibili, in ospedale, nella querela e nella deposizione resa in aula a Frosinone nel processo Willy. In quella sede, disse “Mentre stavamo andando verso la macchina qualcuno, non so dire chi, ha sferrato un calcio a Willy. Mi sono buttato su di lui per proteggerlo, ma sono stato colpito anche io, sempre con un calcio, all’altezza della gola. Sono finito a terra ma sono riuscito e vedere il mio amico che veniva aggredito in continuazione da quattro persone… Ho visto un calcio sferrato al torace di Willy, da uno dei due ragazzi già presenti (e dunque non i Bianchi, a differenza di quanto riferito dagli altri testi, ndr), che lo ha fatto finire contro una macchina. E ogni volta che provava a rialzarsi, veniva picchiato brutalmente”.

E anche dopo la sentenza di primo grado Cenciarelli aveva aggiunto: “Willy è stato un esempio di coraggio e amicizia. Mi ha salvato la vita. Non deve essere dimenticato il suo gesto. Quella notte i quattro li ho visti infierire”. Dopo la sentenza di condanna della Corte d’assise d’appello di Roma si attendono nei prossimi 90 giorni le motivazioni. Le difese hanno già annunciato che impugneranno il verdetto di secondo grado sollecitando la derubricazione del reato di omicidio volontario in quello preteritenzionale.