Regione Lazio: nomina di Serafino Liberati all’Osservatorio per la legalità: l’Associazione Caponnetto contraria

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REGIONE LAZIO – L’affondo è pesante e velenoso. L’associazione antimafia “Antonino Caponnetto” chiede al Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca di ripensarci su una possibile nomina che potrebbe ufficializzare quanto prima: quella del generale di corpo d’armata dei carabinieri in congedo Serafino Liberati alla Presidenza dell’Osservatorio per la sicurezza e la legalità. Il motivo? Lo rivela una nota ufficiale della stessa associazione Caponnetto: “Liberati è salito in passato agli onori della cronaca per essere comparso nell’elenco dei soggetti appartenenti alla loggia massonica Propaganda 2 (P2), con la tessera n. 1729”.

“Opportunità e semplice buon senso avrebbero voluto che un personaggio a suo tempo aderente a quella che la Commissione d’inchiesta dedicata definì come “organizzazione criminale” ed “eversiva” – ha puntualizzato l’associazione “Antonino Caponnetto” – non fosse messo alla guida di un organismo tanto delicato quale l’Osservatorio per la sicurezza e la legalità della Regione Lazio che ha il compito di analizzare e porre in essere azioni di sensibilizzazione e contrasto alla crescente criminalità organizzata nella Regione Lazio che, come noto, non riguarda solo la manovalanza militare ma è fortemente infiltrata nel tessuto sociale, politico/amministrativo ed economico della stessa. Peraltro la vicenda ci sembra ancor più grave alla luce del crescente ruolo che nelle recenti inchieste antimafia stanno assumendo alcune consorterie massoniche, tanto che, ormai da qualche anno, è stato coniato il termine di massomafia”.

L’associazione “Caponnetto” si dice “certa” che il Presidente Rocca e lo stesso Generale Liberati “si renderanno conto che il rigore necessario nella lotta alle mafie debba essere rigore di sostanza ma anche di forma e che comprenderanno, quindi, che per mantenere l’autorevolezza e il ruolo di punto di riferimento conquistata negli ultimi anni dall’Osservatorio, sia necessario fare un passo indietro. Lo chiediamo in nome dei tanti che hanno messo in gioco la propria vita e la propria sicurezza in nome della legalità e della lotta alla criminalità mafiosa”.