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Gaeta / Ex- piazzale della stazione: acquisizione a patrimonio comunale, la diffida dei Consiglieri d’opposizione

GAETA – Quando il gioco si fa duro…I consiglieri comunali di opposizione al comune di Gaeta, Silvio D’Amante (Insieme con Silvio D’Amante), il capogruppo del Partito Democratico Emiliano Scinicariello e l’ex candidata a sindaco Sabina Mitrano (“Gaeta Comunità di valore”) – hanno diffidato il presidente del consiglio comunale Davide Speringo e la segretaria generale del comune Patrizia Cinquanta, “ciascuno per le competenze che gli sono attribuite dalla normativa vigente, ad assumere “entro 7 giorni ogni iniziativa utile affinché venga rispettato il deliberato dell’intero Consiglio Comunale in relazione alla confisca al patrimonio immobiliare del comune del piazzale dell’ex stazione ferroviaria, al centro di una delicatissima inchiesta giudiziaria che registrerà una svolta il prossimo 26 novembre quando il Gup del Tribunale di Cassino deciderà se rinviare o meno a giudizio le 13 persone indagate per turbata libertà degli incanti, lottizzazione abusiva e abuso d’ufficio.

In effetti, al termine di una seduta che la stessa maggioranza consiliare ed in sindaco Cristian Leccese avevano definito (forse un po troppo frettolosamente) “storica” lo scorso 4 maggio il Consiglio Comunale all’unanimità aveva votato a favore della mozione che, presentata dai tre consiglieri di centro sinistra e poi emendata da tutti i consiglieri comunali, diede incarico al dirigente competente di verificare i presupposti al fine di avviare l’iter di acquisizione dell’area a patrimonio comunale.

“Da allora il Sindaco e la Giunta, impegnati dalla massima assise comunale a dar seguito a quanto deliberato, non hanno mosso un dito – esordiscono subito i consiglieri Scinicariello, D’Amante e Mitrano – Anzi, al nostro sollecito di qualche settimana fa il Sindaco Leccese ha risposto in Consiglio Comunale con una chiara quanto pretestuosa volontà di disimpegnarsi. La frase “non so cosa vi aspettiate che faccia” non lascia spazio ad interpretazioni possibiliste”.

Peraltro, la conferma si è avuta qualche giorno dopo, con ulteriori ed inequivocabili dichiarazioni rese alla stampa, con le quali il Sindaco Leccese aveva affermato testualmente “Noi abbiamo modificato ed emendato insieme la mozione durante lo scorso consiglio comunale – aveva spiegato il sindaco di Gaeta – sul presupposto che qualsiasi tipo di iniziativa non può che essere presa a valle di un procedimento di natura giudiziaria, ovvero una sentenza di natura penale, o in sede di accertamento di natura amministrativa. Non ci troviamo in nessuno dei due casi”.

L’opposizione di centro sinistra ora censura un altro passaggio della filosofia pensiero del sindaco di Gaeta secondo il quale “Non si può chiedere a me – aveva continuato – sul fatto che il dirigente debba verificare. Che dovrebbe verificare quando noi abbiamo già relazionato e siamo stati noi ad attuare il procedimento amministrativo? Il nostro dirigente dovrebbe andare a dire che noi abbiamo sbagliato la procedura quando noi abbiamo sostenuto che è corretta e l’abbiamo relazionata alla Regione? Sarebbe una follia».

Per i consiglieri Scinicariello, D’Amante e Mitrano, il “nodo “ora è giunto al pettine. La volontà politica espressa con il voto unanime, per il sindaco altro non è stata che “fuffa” per prendere tempo e “portare a scordare”. Insomma Leccese chiaramente “non ha alcuna intenzione di adempiere al deliberato consiliare, adducendo motivazioni inconferenti, infondate e pretestuose. Se questo è il rispetto che lui stesso, capo dell’amministrazione comunale, ha dei Consiglieri Comunali tutti, anche di quelli della sua maggioranza, non possiamo che appellarci a chi ha l’obbligo di far rispettare il deliberato del Consiglio e di essere garante dell’intera assise consiliare, vale a dire il Presidente Speringo, e a chi è garante della legittimità degli atti amministrativi, della trasparenza e dell’anticorruzione, cioè il Segretario Comunale Patrizia Cinquanta”.

L’opposizione progressista, insomma, considera la diffida a queste due figure istituzionali “altro non è che il primo passo obbligato affinché si possa dar seguito al dispositivo della mozione, così come votato da tutti. Il mancato rispetto della volontà del Consiglio Comunale è suscettibile di essere valutato anche in altre sedi, e in assenza di risposte non esiteremo un istante di più ad adire vie alternative a quella politica”.

Tradotto, la Procura della Repubblica di Cassino: “Benché la nostra volontà politica sulla vicenda ‘ex stazione’ sia stata chiara fin dall’inizio – hanno concluso un opò amareggiati i consiglieri Scinicariello, D’Amante e Mitrano – oggi proviamo vergogna per l’affronto che questa amministrazione sta arrecando a Gaeta e ai suoi cittadini”.

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