Gaeta / “Facciamo Teatro con il Cuore”, prende il via il 30 giugno la seconda edizione

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GAETA – Prende il via il 30 giugno la II edizione di Facciamo Teatro con il Cuore, la rassegna teatrale ideata e curata da Roberta Paone ed organizzata dal Laboratorio Teatrale Santo Stefano, con la collaborazione del Comitato Feste della Parrocchia. La realizzazione di questo grande evento è stato possibile grazie all’appoggio e al sostegno di Don Stefano Castaldi, che lascia sempre tanto spazio alle idee, concede fiducia e crede nelle potenzialità del teatro.

Essenziale è stato anche il sostegno del Comune di Gaeta, in particolare del Sindaco Christian Leccese, e dell’Assessorato ai servizi sociali Lucia Maltempo, che hanno collaborato e creduto fortemente in questo progetto. A supportare l’iniziativa è stato anche l’appoggio fondamentale dell’Aido di Gaeta, dell’Ordine dei Cavalieri di Malta e della Fondazione Don Cosimino Fronzuto. La rassegna si terrà per tutta l’estate, fino al 4 settembre, nella Piazzetta Santo Stefano in via dei Frassini a Gaeta.

Per il secondo anno di seguito, viene presentata una serie di spettacoli accuratamente scelti per dare all’estate quel tocco speciale che solo la magia del teatro può regalare.  Le pennellate che compongono il quadro della rassegna sono impresse dalle diverse compagnie che prendono parte a questo progetto inclusivo, colorandolo di una enorme varietà di emozioni in cui attori sul palco e spettatori possono incontrarsi all’unisono.

Al fianco di compagnie già attive sul nostro territorio, come Di Gei’s e L’Allegra compagnia, vanno in scena altre appena formate, come Le allegre comari e La Giostra delle emozioni; inoltre la rassegna ospita anche artisti che per l’occasione vengono da fuori, maestri della scena teatrale, come la compagnia I viandanti sul mare e la bravissima attrice Annalisa Favetti, che per la prima volta si esibisce nella nostra città.

Hanno inoltre trovato spazio in questa manifestazione le compagnie La bottega dei Reibardò e Colorate alchemie teatrali. Gli spettacoli proposti regalano emozioni diverse ma tutte ricche di fermenti, sia che si fermino a scolpire l’intimità di singoli personaggi, sia che guardino alle tendenze della società attuale in una dimensione più collettiva.

La rassegna vuole confermare la sua sensibilità verso un pubblico che voglia confrontarsi con tematiche e linguaggi attuali. Resta invariato il prezzo dei biglietti a 10 euro; è previsto un abbonamento a tutti gli spettacoli a 50 euro. L’obiettivo principale è quello della solidarietà.

IL PROGRAMMA

Ad aprire la rassegna, venerdì 30 giugno alle 21.00, è Na pizza a metà… Reset, lo spettacolo della compagnia Di Gei’s , che racconta, con la regia di Antonio Di Tucci, un incontro particolare, quello che avviene faccia a faccia a un anno di distanza dal primo – raccontato in un precedente spettacolo –   tra San Gennaro e Pulcinella: due delle più importanti icone del patrimonio culturale partenopeo si vedono di nuovo, questa volta davanti a una bella pizza, per parlare di quello che sta accadendo oggi. Uno sguardo esterno che si posa sul comportamento degli umani, tristemente impegnati, a pandemia quasi finita, a farsi la guerra gli uni contro gli altri.

La soluzione possibile che Pulcinella presenta a San Gennaro è una soltanto: la pace tra gli uomini, legati indissolubilmente proprio come la pizza a metà che i due stanno consumando. Un’atmosfera, quella portata sul palco, ricca di suggestioni che richiamano e ci fanno immergere nella splendida città di Napoli.

A seguire, il 6 luglio alle 21.00, è la volta dell’esordio della compagnia Le allegre comari, che mette in scena Fatti i tacchi tuoi, un testo originale scritto a quattro mani da Alessandra Di Stefano e Alessandra Tucciarone, con la regia di Roberta Paone. Attraverso una carrellata di personaggi diversi, alcuni più ironici, altri con tratti stravaganti, questo spettacolo lungo la via della comicità apre profondi spiragli sull’universo femminile nelle sue svariate sfaccettature e possibilità: profili di donne comuni, a volte esilaranti, si fanno portatrici di vissuti in cui molti potranno riconoscersi.

Quello che viene fuori tra i fili di un unico intreccio, è un groviglio di sensazioni e di stralci di vita diversi, che mostrano l’inconsistenza di un unico modello di femminilità che – per retaggio culturale – rischia ancora di imporsi nella società. Fatti i tacchi tuoi apre quindi il sipario a storie di difficoltà, di complicità, di litigi, desideri, amori e passioni di un gruppo di donne, diverse tra loro ma accomunate dal faticoso e affascinante percorso verso l’affermazione della propria autenticità. La cornice entro cui emergono i vari profili femminili è quella di un matrimonio, evento in cui ogni dettaglio diventa lo specchio in cui vanno a riflettersi sogni, proiezioni, fragranti segreti, disegni incompiuti, aspettative per il futuro e preoccupazioni varie di ogni personaggio. Il tutto condito da una comicità che non impedisce di riflettere sullo spessore del messaggio di cui il testo vuole farsi portatore.

Segue il 20 luglio Sugo finto, commedia comica e amara messa in scena dalla compagnia  La bottega dei Reibardò, con la regia di Enzo Ardone. Il testo è di Gianni Clementi, che ancora una volta riesce a divertirci e a commuoverci raccontando storie di vita comune. Addolorata e Rosaria sono le protagoniste di questa commedia, due sorelle, entrambe zitelle, che vivono la loro quotidianità scambiandosi continuamente accuse e discutendo su qualunque argomento. Rosaria risulta essere sempre dominante nei confronti di Addolorata che subisce il carattere della sorella.

Il diverso modo di interpretare la vita è uno dei motivi principali del continuo e comico scambio di accuse reciproche, che conferma sempre più un equilibrio perfetto dei ruoli di vittima e carnefice che le due donne si trovano a ricoprire. Nei rapporti umani anche gli equilibri più perfetti possono cambiare per gli eventi che riserva la vita. Il destino può sempre regalarci delle sorprese e i ruoli nella vita possono cambiare in un attimo. E se improvvisamente la dominante si ritrovasse vittima e la vittima invece diventasse carnefice? L’equilibrio potrebbe ristabilirsi? Se Addolorata e Rosaria si scambiassero i ruoli, riuscirebbero a continuare la loro esistenza, burrascosa ma in fondo affettuosa? A volte è difficile cambiare il corso della vita e non è detto che poi, cambiandolo, si possa vivere meglio.

Il 27 luglio la nostra Gaeta ospita la compagnia I viandanti sul mare, che vanno in scena con Imbuto cosmico con la regia di Lorenzo D’Agata e Angelo Galdi, che hanno scelto di rappresentare il testo di un autore della nostra città, Michele Carnevale. In un palazzo strampalato del centro storico di Napoli, una suocera cinica e arcigna, un portiere scroccone a sfaccendato e un manager senza scrupoli, attentano quotidianamente  all’oziosa routine di un artista squattrinato, che vive in una condizione di incompiutezza esistenziale. Sono ostacoli della sua mente o personaggi reali? In un’atmosfera grottesca surreale, tra vecchi e nuovi incontri, il protagonista vivrà un weekend da “fuori orario”, fino  a che il ritmo leggero e incalzante dell’intreccio lo accompagnerà a un inaspettato finale.

Il 31 luglio è invece la volta dell’Allegra compagnia con lo spettacolo La casa delle anime buone, scritto e diretto da Erasmo Colozzo. Nella Gaeta degli anni ’50, davanti al pensiero dell’imminente giudizio supremo, le anime di due donne fanno i conti con il loro vissuto: le marachelle infantili, i peccatucci di gioventù, i ricordi di famiglia, e soprattutto il dramma della guerra che ha distrutto e portato via quel mondo pieno di mancanze nel contesto di una famiglia umile, ma in sé più completo che mai. Questa commedia vuole essere un vero e proprio omaggio alle tradizioni di Gaeta, alle usanze più radicate, al patrimonio dialettale, alle credenze popolari gaetane che rappresentano un’eredità, nonché il bagaglio in cui affondare le radici culturali della nostra città.

Lo spettacolo del 3 agosto Dino Campana e la solitudine dell’uomo e dell’artista, di Domenico Piccolo, apre  uno spiraglio sulla vita del poeta richiamato nel titolo, che molti ricorderanno per la sua inquietudine etichettata come follia. Questa rappresentazione, che vede in scena ancora una volta la compagna I viandanti sul mare, con il regista di Gaeta Fabrizio Stefan, è un flashback sugli ultimi giorni della vicenda terrena del poeta Dino Campana in cui cercava di dare un senso alla sua irrequietezza, al suo male di vivere. Malessere che trova le sue origini alle radici, nel suo paese nativo, nell’ostracismo dei suoi compaesani e soprattutto della sua famiglia, la madre in primo luogo, figura assente e anaffettiva.

Desideroso di aprirsi con qualcuno, finisce paradossalmente per confidarsi con colui che rappresenta le istituzioni che lo hanno sempre osteggiato, il direttore del manicomio, scelta obbligata, essendo condannato all’isolamento giustificato con la malattia mentale. Gli racconta la propria vita, la relazione con la scrittrice Sibilla Aleramo, le sedute di elettroterapia, lo snobismo del mondo intellettuale. Appare però sempre fiero della sua scelta, perché cosciente che è meglio provare ad esprimere se stessi, pagando per i propri errori che barattare la propria libertà di espressione con un ruolo.

L’11 agosto il pubblico di Gaeta si confronta con il talento della bravissima attrice Annalisa Favetti, in scena con Lady D, testo scritto da Clelia Ciaramelli, con la regia di Pino Ammendola. Subito dopo l’incidente stradale sotto il tunnel del Pont De L’Alma a Parigi, dai rottami fumanti dell’auto, si libra la voce di Lady D, la principessa più amata del mondo. In una sorte di delirio premorte, inizia a raccontare la sua storia conducendo gli spettatori nel suo mondo più intimo e segreto. Interpretato magistralmente da Annalisa Favetti che ci restituisce,  attraverso il racconto, la dolcezza, la grinta e lo strazio di Lady D come donna, come essere umano che soffre, che sbaglia, ma che trova sempre una via per riprendersi. Lo scettro della vita!

Il 28 agosto la compagnia La Giostra delle emozioni mette in scena Taxi a due piazze, con la regia di Roberta Paone. Si tratta di un classico della commedia brillante, creato dalla penna ironica dell’inglese Ray Cooney. Il protagonista è Mario Rossi, un tassista che conduce una doppia vita, dividendosi tra le due mogli Carla e Barbara che ignare di tutto, attribuiscono le assenze del marito al lavoro che fa. Fino a quando una sera finisce in ospedale vittima di un’ aggressione da parte di due teppisti da cui difende un’anziana signora e non rientra da nessuna delle due mogli. Entrambe denunciano la sua scomparsa, dando da qui il via a una serie di equivoci e situazioni esilaranti, al limite del paradosso.

A chiudere la rassegna il 4 settembre è la compagnia  Colorate alchemie teatrali  con Lo Cunto de li Cunti, tra Storia e Fantasia, di Teresa Polimei, spettacolo teatrale che prende spunto dai racconti di Giambattista Basile. Questo autore ha ispirato la letteratura fiabesca europea: si ritrovano infatti echi del Cunto nella favole di molti narratori tra cui Perrault, Fratelli Grimm ed altri. Le più note fiabe quali Cenerentola, La Bella addormentata nel bosco, Il Gatto con gli stivali, sono proprio il risultato di riduzioni o adattamenti dei racconti di Basile. In questa rappresentazione, indirizzata ad un pubblico adulto, i personaggi hanno nomi e caratteri che non danno indicazioni sulla loro identità, sono descritti in base alla loro appartenenza sociale. Il filo conduttore comune ai vari racconti sta nel fatto che i protagonisti alla fine cambiano sempre condizione, passando dalla povertà alla ricchezza, dalla solitudine al matrimonio, dalla bruttezza alla bellezza.

Scritto in napoletano, questo testo era destinato soprattutto alla recitazione, per la musicalità della lingua partenopea. I quattro racconti selezionati per lo spettacolo rappresentano uno spaccato significativo dell’opera. L’originale lingua napoletana è stata resa più accessibile con ‘contaminazioni’ della lingua italiana e del moderno dialetto partenopeo. Le musiche di scena sottolineano ed enfatizzano le originali atmosfere dei racconti.