Ventotene / Nomina Macioce commissario governativo per Santo Stefano, interrogazione dell’On. Saracino (Pd)

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VENTOTENE –  “A oltre tre mesi dalla conclusione del mandato del commissario del Governo per il recupero dell’ex carcere di Santo Stefano a Ventotene, Silvia Costa, non riconfermata dal Governo in carica, non si è ancora in presenza di un sostituto poiché la nomina del successore da parte del Consiglio dei ministri, il generale a riposo della Guardia di Finanza Giovanni Maria Macioce, è ancora sub judice“. Lo sottolinea il deputato Marco Sarracino del Partito Democratico, che ha presentato un’interrogazione indirizzata alla Presidenza del Consiglio e al ministero della Cultura Gennaro Sangiuliano per chiedere “quali iniziative intenda assumere il Governo, al fine di procedere nell’azione di rilancio del progetto, nonché se intenda fornire compiuti elementi sui profili di opportunità e di eventuale incompatibilità della attuale nomina per assumere rapidamente una definitiva decisione in merito, con l’obiettivo di velocizzare gli interventi e scongiurare anche un danno di immagine per l’Italia e il comune di Ventotene”.

“Il Progetto di recupero e rifunzionalizzazione dell’ex carcere borbonico dell’isola di Santo Stefano/Ventotene – ricorda il deputato Dem – è stato promosso dal Governo nel 2016 e finanziato con 70 milioni di euro come deliberato dal CIPE a valere sui fondi Coesione e Sviluppo 2014/20. Il progetto si è configurato come Contratto istituzionale di sviluppo (Cis), sottoscritto nell’agosto 2017 da otto amministrazioni pubbliche: Presidenza del Consiglio, Ministero della cultura, Ministero dell’ambiente, Agenzia del demanio, regione Lazio, comune di Ventotene, Riserva naturale statale e Area marina protetta di Ventotene/Santo Stefano; il ruolo di soggetto attuatore è stato affidato a Invitalia ed è stato nominato un Responsabile unico del contratto”.

Prosegue Sarracino: “L’obiettivo del Progetto è quello di restaurare e recuperare l’antico Panopticon borbonico e gli attigui edifici carcerari, che insistono nell’area demaniale dell’isolotto Santo Stefano ubicato a un miglio marino dall’isola madre Ventotene, per farne un Centro culturale e di respiro europeo sulla base del valore storico/politico specifico di quell’ergastolo, chiuso nel 1965, dove per quasi due secoli sono stati rinchiusi anche importanti detenuti politici come Settembrini, Spaventa durante il Risorgimento e Pertini e Terracini durante il regime fascista. Una storia che arricchisce di significato il ruolo altamente simbolico dell’isola di Ventotene, sede dal 1939 al 1944 del confino di antifascisti e dove nel 1941 Spinelli, Rossi e Colorni scrissero il Manifesto per una Europa libera e unita”.

“Per rilanciare il progetto, il 28 gennaio 2020 – ricorda il parlamentare del Pd – è stato nominato un commissario straordinario di Governo nella persona della dottoressa Silvia Costa, con il compito di dare forte impulso e coordinare le amministrazioni competenti, con incarico che è stato rinnovato fino al gennaio 2023. Il Governo Draghi, su proposta della commissaria Silvia Costa, ha intitolato al compianto Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, il Progetto, quale ‘Scuola di Alti pensieri’, frase fatta incidere sulla lapide del muro di cinta del piccolo cimitero di Santo Stefano, dall’illuminato direttore Eugenio Perucatti negli anni ’50. Nel corso di questi tre anni si è dato un forte impulso al Progetto con lo studio di fattibilità, l’avvio dei lavori di messa in sicurezza del Panopticon, la gara di progettazione complessiva e del progetto di approdo, approvato dalla Commissione statale VIA, il Progetto museale espositivo, la stipula di 23 protocolli e accordi scientifico culturali con soggetti italiani ed europei, la salvaguardia delle risorse assegnate, la sottoscrizione di un accordo di valorizzazione tra Ministero della cultura, demanio, regione e comune in vista della istituzione di una Fondazione di partecipazione come futuro ente gestore”.

In effetti la nomina dell’ex alto ufficiale di Sora della Fiamme Gialle, risalente agli inizi dello scorso febbraio, è finita in naftalina dopo alcune notizie di stampa, confermate dal suo legale, l’avvocato Renato Ciamarra, in base alle quali il generale in pensione aveva chiesto di essere sentito dal Procuratore Capo Luciano D’Emmanuele. C’era stata la conclusione delle indagini preliminari che ha visto Macioce indagato per falso ideologico insieme all’ex vice sindaco dell’isola Modesto Sportiello e ai due figli di quest’ultimo, Luigi ed Ercolino relativamente all’intricata e complessa querelle tecnico-amministrativa derivante dall’acquisto, avvenuto (per la somma di soli 31mila euro) il 9 novembre 2021, di una porzione (un quarto) di una grotta che, insistente su una zona vincolata e tutelata sul piano idrogeologico non molto lontano dalla spiaggia di Calanave , l’allora ex vice sindaco di Ventotene Sportiello aveva venduto anche ai suoi due figli per il restante 66%. Secondo l’inchiesta della stessa Guardia di Finanza del gruppo di Formia il notaio Matteo Baldassarra, che certificò la vendita, sarebbe stato ingannato perché gli immobili oggetto della compravendita non erano un vecchio deposito ma erano già adibiti ad uso abitativo.

A testimoniarlo, oltre ad due esposti, fu un book fotografico che avrebbe cristallizzato il quadro indiziario: un villino (rustico), su due piani con terrazzo. Macioce aveva chiesto di essere interrogato per contestare un aggettivo inserito nella conclusione delle indagini e, cioè, che sarebbe stato “consapevole” l’acquisto di un’abitazione insistente su un’area tutelata. Lo stesso avvocato Ciamarra ha sempre rimarcato come la stessa Procura di piazza Labriola non abbia mai contestato il reato di abusivismo edilizio ma di falso. Semmai la dichiarazione oggetto di contestazione sarebbe stata imputabile al solo venditore, l’ex vice sindaco Sportiello, che avrebbe avuto la disponibilità in precedenza, grazie all’istituto dell’usucapione, di quella grotta-deposito poi venduta al generale Macioce, nominato dal neo sindaco Carmine Caputo quale delegato ai rapporti con la riserva marina di Ventotene e di Santo Stefano, ai suoi due figli. In effetti la nomina di Macioe, approvata dal consiglio dei Ministri su proposta dal neo Ministero per la cultura Gennaro Sangiuliano, non è stata ancora avallata con un decreto ad hoc del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dopo il via libera della Corte dei Conti.