Terracina / Operata per un tumore benigno resta tetraplegica: la storia di Sabrina Di Girolamo

Cronaca Sanità Terracina

TERRACINA – Sabrina Di Girolamo, proprietaria di un salone di bellezza a Terracina e madre di due figlie adolescenti, è diventata tetraplegica dopo aver subito un intervento chirurgico per rimuovere un tumore benigno all’ospedale di Verona. L’operazione avrebbe dovuto essere “a rischio zero e senza complicazioni”, ma si è trasformata in una tragedia. Due medici sono ora sotto processo per aver presumibilmente causato la tetraplegia di Sabrina. L’intervento è stato eseguito nel 2017, ma i dettagli sul caso stanno emergendo solo ora.

Sabrina soffre di “grave tetraplegia con impossibilità di movimento di tutti e quattro gli arti”. “Il 22 agosto 2017 mi hanno tolto tutto, e la mia vita è diventata un inferno. Non riuscirò mai ad accettare questa nuova realtà, anche se sono passati quasi sei anni”, ha dichiarato in una recente intervista.

Il caso

Il giudice del Tribunale di Verona, Marzio Bruno Guidorizzi, ha stabilito che la tragedia “avrebbe potuto essere evitata” e ha ordinato il processo del neurochirurgo e dell’anestesista. Il neurochirurgo è accusato di lesioni involontarie nell’esercizio della professione medica, mentre l’anestesista è anche sotto accusa. Secondo il giudice, “la manovra di posizionamento del paziente è stata eseguita in modo non corretto, causando il trauma che avrebbe successivamente portato alla condizione attuale di tetraplegia”. La condizione irreversibile della donna sarebbe stata causata presumibilmente da un medico in formazione, “la cui attività avrebbe dovuto essere supervisionata dal neurochirurgo responsabile”, che era assente durante la manovra.

L’operazione

Tra il 2016 e il 2017, Sabrina è stata diagnosticata con un “neuroma acustico di circa 16 mm per 12 mm situato nella fossa cranica posteriore”. Per rimuoverlo, ha subito un intervento chirurgico che richiedeva “craniectomia retro-mastoidea destra, con il paziente posto in posizione semiseduta sotto anestesia totale, con la testa fissata su una tastiera a tre punte, leggermente flessa in avanti e ruotata a destra, posizione che doveva mantenere per tutta la durata dell’intervento”. L’operazione è stata “perfettamente riuscita” nella rimozione del neuroma, ma subito dopo i test hanno mostrato “endomielite acuta con significativo edema”.

L’ospedale di Verona è già stato condannato a pagare a Sabrina e alla sua famiglia un’indennità totale di oltre 1,6 milioni di euro, a seguito di una sentenza del 7 dicembre 2022, che l’ospedale sta ora appellando.