Omicidio al multipiano di Sperlonga, è morta a soli 52 anni Arianna Magistri

Cronaca Formia Sperlonga

SUD PONTINO – La sua vita ha conosciuto una svolta in quel torrido pomeriggio del 16 giugno 2016. Antiche (e forse) banali ruggini con una collega di lavoro culminarono in una lite nel vano scala del parcheggio multipiano di Sperlonga. Arianna Magistri, di Formia, e Anna Lucia Coviello, di 63 anni, originaria di Castelforte ma trapiantata a Terracina, stavano tornano nelle rispettive abitazioni dopo aver lavorato nel sovrastante ufficio posta di Sperlonga, quello attiguo all’ingresso del palazzo Municipale. Una parola tirò l’altra quando Coviello, dopo una spinta della Magistri che l’affiancava a poca distanza, cadde e morì dopo una breve agonia in ospedale.

La malattia e i funerali

Questa tragedia vicenda ha segnato per sempre l’esistenza della stessa Magistri (in alto nella foto, con il padre Franco e a sinistra la sorella) che, figlia d’arte, ha cessato di vivere nella sua abitazione formiana, in via Castagneto, non molto lontano dall’omonimo cimitero, venerdì a soli 52 anni. “La dottoressa Magistri stava purtroppo male, un male fisico ma anche interiore che l’ha dilaniata in silenzio nel corso di questi sette anni” – ha tenuto a precisare lo storico legale della donna, l’avvocato Pasquale Cardillo Cupo.

Arianna Magistri ha cessato di vivere circondata dall’affetto e dalla vicinanza di coloro che non l’hanno mai abbandonata nel fronteggiare e soprattutto gestire una via crucis, giudiziaria ed emotiva, che forse le è stata sin troppo pesante ed imprevista: i genitori, la sorella, il cognato, la nipote, gli zii , i cugini e i tanti parenti che hanno deciso di sostenerla emotivamente dal giorno dell’incidente all’interno del parcheggio di multipiano di Sperlonga e soprattutto dal 15 luglio 2021.

I funerali si svolgeranno sabato pomeriggio, alle ore 16, presso la chiesa di San Giuseppe Lavoratore nel popolare quartiere di Rio Fresco Scacciagalline.

La vicenda processuale

La Cassazione aveva emesso, in via definitiva, l’ultimo verdetto per la lite che si trasformò in omicidio: i giudici della Suprema Corte avevano condannato la Magistri in via definitiva a 14 anni e quattro mesi di reclusione, con l’accusa di omicidio volontario con dolo eventuale, che stava scontando ai domiciliari presso la sua abitazione di via Castagneto. Secondo la Procura di Latina l’impiegata di Formia, al termine dell’ennesima lite dopo due anni di atti persecutori, strattonò e provocò la caduta della vittima.

La sezione riunite della Cassazione, accogliendo una richiesta della quinta sezione penale della stessa Suprema Corte del marzo 2020, aveva riformulato i capi d’imputazione. Aveva deciso che l’aggravante dello stalking, come prospettato dall’avvocato Pasquiale Cardillo Cupo, fosse assorbita dal principale reato, quello di omicidio volontario, e concesse alla Magistri, rispetto all’ultima condanna, uno sconto di pena di un anno e due mesi di reclusione, diventati esecutivi

Per quella caduta la Coviello, i cui eredi si sono costituiti parte civile attraverso l’avvocato Dino Lucchetti, aveva riportato diverse fratture del cranio e una vasta emorragia cessando di vivere – come detto – dopo una breve agonia all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina. La difesa della Magistri durante l’epilogo di questa fase processuale, aveva ribadito come il reato di stalking non dovesse essere giudicato autonomamente ma meritava di essere inglobato in quello di omicidio volontario.

Arianna Magistri al termine del rito abbreviato venne condannata dal Gup del Tribunale di Latina Mara Mattioli a 16 anni di carcere, sentenza rivista dalla Corte d’assise d’appello che assolse la donna dall’accusa di stalking. Ma, dopo la derubricazione dell’omicidio volontario in omicidio preterintenzionale, venne condannata a sei anni di carcere. Quest’ultima sentenza d’appello venne annullata, però, dalla Cassazione che chiese ed ottenne un processo bis di secondo grado al termine del quale la Magistri rimediò una condanna a 15 anni e 4 anni di carcere con l’originario reato di omicidio volontario.