Formia / Aggredì la moglie: condannato per lesioni, assolto per maltrattamenti in famiglia

Cronaca Formia

FORMIA – Assolto per il reato di maltrattamenti in famiglia, condannato a sei mesi invece per l’accusa di lesioni. Con questa diversificata sentenza il collegio penale del Tribunale di Cassino – presidente Tania Tavolieri, a latere Martina Di Fonzio e Antonio Falchi Delitala – ha posto fine nello stesso dibattimento al giudizio immediato chiesto dalla Procura nei confronti di D.D.P. un uomo di 48 anni di Formia. I fatti per i quali era stato chiesto il processo contro il 48enne residente nel quartiere di San Pietro senza lo svolgimento dell’udienza preliminare risalgono al periodo giugno 2021- 24 gennaio 2022. L’indagato, difeso dall’avvocato Gianni Bove, era finito nei guai per una serie di gravi vessazioni e comportamenti minatori compiuti ai danni della moglie 39enne e dei due figli di 12 e 11 anni.

D.P.P, non era stato autore non solo di violenze e minacce gravi – disse che le avrebbe rovinato la vita, si sarebbe preso casa “e il peggio doveva ancora venire” – ma di comportamenti possessivi e gelosi, di reazioni irascibili, violenti e improvvise. In una circostanza, appunto, il 24 gennaio 2022, D.P.P. aggredì la moglie 39enne all’interno della cucina di casa e, mettendole le mani al collo, nella caduta le fece sbattere violentemente la testa, il gomito sinistro ed il mignolo di quella destra. In più il 48enne le graffiò il petto e addirittura le morse la spalla destra rendendo così necessario l’intervento della madre della vittima, dei due figli terrorizzati, di un’amica e dei Carabinieri che bloccarono l’uomo. I medici del pronto soccorso dell’ospedale “Dono Svizzero” per quelle lesioni diagnosticarono alla 39ene 25 giorni di giorni.

Nel corso del giudizio immediato il legale del 48enne, l’avvocato Gianni Bove, a fronte dell’aggressione fisica dalla donna certificata da più parti, ha rimarcato come la parte civile non abbia saputo dare una continuità temporale ai maltrattamenti subiti in famiglia. Da qui la decisione del Tribunale di Cassino di assolvere il 48enne per quest’ultimo reato e di condannarlo a sei mesi con la pena sospesa e non la menzione.