FROSINONE – E’ durata diverse ore la copia forense che i Carabinieri del Raggruppamento investigazioni scientifiche hanno effettuato lunedì mattina, presso i laboratori informatici del Ris in località Tor di Quinto a Roma, sull’iPhone di Niccolò Toson, uno dei due indagati a piede libero per il l’omicidio di Thomas Bricca, lo studente 19enne ucciso il 30 gennaio scorso ucciso con un solo colpo di pistola nel “Girone” di Alatri. I militari del Racis sono stati incaricati dalla Procura di Frosinone ad effettuare questo esame tecnico irripetibile che si è concretizzato, relativamente alla sola giornata di lunedì, con il trasferimento dei dati, del contenuto e anche di quanto eventualmente cancellato dallo stesso smartphone.
Soltanto successivamente sarà effettuata l’analisi della memoria dello stesso telefonino, un particolare cui è interessata la parte civile che, rappresentata dall‘avvocato Marilena Colagiacomo, ha nominato un consulente di parte, l’ingegnere Marco Zanaro. Lo stesso professionista nei giorni scorsi aveva partecipato alla copia forense del telefonino del fratello maggiore di Niccolò Toson, Mattia. Un fatto è noto: il suo iPhone 12 era spento nel momento in cui si consumava l’omicidio. Da questo tipo di esame gli inquirenti si attendono molto per appurare dove si trovasse Mattia e per appurare la veridicità delle sue dichiarazioni e dell’alibi fornito subito dopo il delitto di Thomas.
Il giovane si è sempre difeso ribadendo la sua partecipazione ad una festa di compleanno in un agriturismo di Veroli nei minuti in cui Bricca veniva ucciso da un solo colpo di pistola sparato da una delle due persone che si trovava in sella ad un ponte Yamaha T Max. Non è stata invece calendarizzata la copia forense di altri telefoni sequestrati dai Carabinieri: si tratta dello zio dei due fratelli Toson, Francesco Dell’Uomo, della fidanzata e di un amico dello stesso Mattia. Le indagini intanto proseguono e i Carabinieri del Nucleo Investigativo del comando provinciale dei Carabinieri di Frosinone sono alla ricerca di un sesto telefonino che, appartenente ad un componente della famiglia Toson, potrebbe chiarire alcune delle responsabilità su quanto avvenuto la sera del 30 gennaio scorso.