Mario Piccolino

Omicidio Piccolino, l’Associazione Caponnetto: “Nel sud pontino lo Stato non c’è”

Attualità Formia

FORMIA – “Un orrendo delitto che ci ha colpito in maniera atroce levandoci il respiro”. Così in una nota l’Associazione Nazionale di Lotta contro le illegalità e le mafie “Antonino Caponnetto” in merito all’omicidio dell’avvocato e blogger Mario Piccolino.

“Mario – prosegue la nota – era già da tempo sotto tiro da parte della criminalità ed aveva già subito un’aggressione violenta che gli ha comportato gravissime ferite alla testa. In quell’occasione fu aggredito, sempre nel suo studio, con una bestialità inaudita, quella bestialità che, dalle prime notizie pervenuteci anche se ancora frammentarie, è emersa anche in questa occasione e che gli  ha provocato la morte istantanea con un colpo di pistola sparatogli in testa. Non abbiamo parole.

Non sappiamo altro, al momento, ma sospettiamo che chi ce l’aveva con lui nella prima aggressione ce l’ha avuta anche oggi. Ma non siamo in grado di  affermarlo con certezza perché le notizie sono ancora incomplete. Certo è che la situazione a Formia e nel sud pontino è ormai senza ritorno e questo fatto gravissimo dimostra ancora una volta che noi non ci sbagliamo quando diciamo che in provincia di Latina, e soprattutto nel sud pontino, lo Stato non c’è, non esiste, si è arreso alla camorra, alla ‘ndrangheta, alle mafie, mafie di ogni natura.

La sfrontatezza con la quale è stato compiuto tale assassinio, in pieno giorno e in uno studio che sta in una delle vie principali di Formia, è la prova lampante non solo dell’assenza più completa di un impianto di intelligence in un territorio considerato ormai unanimemente in preda alle organizzazioni criminali, ma anche della perdita da parte dello Stato del controllo del territorio.

Da quanto tempo stiamo gridando che l’impianto della sicurezza a Formia e nel sud pontino va tutto rivisto e modificato? Da quanto tempo stiamo chiedendo l’istituzione di un Supercommissariato di Polizia a Formia con gente capace ed esperta e con una Sezione distaccata della Squadra Mobile? Tutte parole, le nostre, al vento! A questo punto, dopo questo fatto gravissimo che va letto in un’ottica che va al di là del singolo fatto, Ministro degli Interni, Vice Ministro, Capo della Polizia dovrebbero avere la sensibilità di dare le dimissioni. In Inghilterra, in Germania e altrove, a distanza di un’ora dall’evento, già starebbero le loro lettere sulla scrivania del premier, ma qua stiamo in Italia e, dopo le prevedibili dichiarazioni di rito, fra un paio di giorni di Mario Piccolino nessuno parlerà più.

Ma c’è un altro aspetto che ci inquieta e che ci fa temere una recrudescenza dello scontro fra le bande che inquinano il sud pontino. I clan nella zona di Formia-Gaeta-Itri-Fondi-Sperlonga ci stanno tutti e finora è prevalsa la pax fra di essi. Se uno di questi ora ha rotto con questo delitto quella pax vuol dire che sono saltati gli equilibri e qualcuno vuole la guerra. Speriamo di sbagliarci.

L’assassinio di Mario Piccolino, peraltro un caro amico e persona di nobili sentimenti, significa tante cose. Sono tante ora le persone che debbono sentirsi colpevoli! Non solo l’assassino ed i mandanti!”