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Grande partecipazione e commozione ai funerali di Don Simone Di Vito

SUD PONTINO – “Avvertiremo ben presto gli effetti negativi della prematura scomparsa di Don Simone. Ci mancheranno sicuramente i suoi pensieri, a volte anche scomodi, che hanno caratterizzato i tre pilastri del suo architrave pastorale che hanno avuto un elemento comune denominatore : il diritto costituzionale del lavoro, la tutela dell’ambiente e la lotta alla criminalità organizzata che si può attuare se le nostre terre perseguano come stella polare il rispetto della legalità”.

Era decisamente commosso il sindaco del Pd di Coreno Ausonio Simone Costanzo sabato mattina quando ha pronunciato, presso il locale cimitero, insieme al sindaco di Minturno Gerardo Stefanelli l’orazione funebre in memoria di Don Simone Di Vito, il parroco di 74 anni di Coreno ma scaurese d’adozione deceduto l’altra notte a causa di un infarto lasciando un vuoto incolmabile nella Chiesa del Golfo di cui è stato a lungo lo storico direttore dell’ufficio diocesano che si occupava proprio delle tre emergenze molto care a don Di Vito: il lavoro, l’ambiente e la legalità. Ad officiare i funerali di Don Simone è stato presso la chiesa parrocchiale di Santa Margherita a Coreno Ausonio proprio l’Arcivescovo di Gaeta, Monsignor Luigi Vari, affiancato da tantissimi sacerdoti della Forania di Minturno rappresentato dal suo responsabile e successore di don Simone, don Cristoforo Adriano.

Ai funerali del cittadino emerito di Minturno c’era anche la politica, la stessa contro la quale il sacerdote ora scomparso si scagliava senza peli sulla lingua quando era nella pienezza del suo mandato pastorale: dal rispetto dei livelli occupazionali presso il bacino marmifero di Coreno e presso l’ex stabilimento Manuli-Evotape di San Cosma e Damiano al violentissimo scontro mediatico a livello nazionale contro un monumento del cinema italiano (per via dei suoi lunghi periodi trascorsi nella villa di famiglia a ridosso della spiaggia dei Sassolini di Scauri) qual è stato Nino Manfredi. Nella chiesa di Santa Margherita, la stessa dove il piccolo Simone Di Vito ha “abbracciato” la vocazione sacerdotale , hanno voluto rendergli onore, oltre al sindaco padrone di casa, anche il collega di Minturno e presidente della Provincia di Latina Gerardo Stefanelli e i sindaci di Ausonia e di Castelforte, Benedetto Cardillo e Angelo Felice Pompeo.

Ma – com’era nelle previsioni – la rappresentanza istituzionale più numerosa è stata quella del Comune di Minturno dove don Simone Di Vito, prima di diventare meritatamente cittadino onorario nel 2019 per volere del sindaco Stefanelli, ha operato guida della chiesa di Sant’Albina a Scauri, dal 1987 al 2018, e di amministratore delle parrocchie di Santa Maria Infante e di San Giuseppe a Pulcherini di Minturno dal 2002 al 2004. Hanno voluto dirgli “grazie” anche due ex sindaci come Paolo Graziano e Giovanni Baldascino, i giovanissimi consiglieri comunali Nicolò Graziano (Lega) ed il capogruppo del Pd Matteo Marcaccio e, ancora, l’attuale assessore alla cultura Rita Alicandro e l’ex vice sindaco Roberto Lepone che – possiamo dire – sono state due apprezzate “scoperte” dell’ex parroco di Sant’Albina nella locale e vivacissima (ora non più però) Azione Cattolica parrocchiale.

Nella sua omelia Monsignor Vari, che Don Simone conosceva da tempi dell’insegnamento comune presso il Seminario Leoniano di Anagni, ha voluto rendere omaggio al sacerdote appena scomparso sottolineando la sua poliedrica attività pastorale sui territori serviti, quella ‘sindacale’ a favore degli stessi sacerdoti (Don Di Vito è stato anche membro della commissione presbiterale italiana e del consiglio nazionale di amministrazione dell’Istituto centrale per il sostentamento del clero) e di “giornalista abusivo” – come ci diceva con un pizzico di sarcasmo e autoironia – in diversi viaggi pastorali all’estero di Papa Giovanni Paolo II e di papa Benedetto XVI dei cui resoconti don Simone ci ha lasciato in un elegante e sempre attuale volume.

Chi scrive ha avuto l’onere di avere Don Simone Di Vito come docente di religione nel quarto ginnasio presso il liceo classico “Vitruvio Pollione” di Formia. Era il settembre 1982, un’altra era glaciale fa. Il Professor Di Vito si presentò in classe con una giacca in velluto e l’Unità – il quotidiano fondato da Antonio Gramsci – piegato in una tasca. Ma lei è davvero il professor di religione cattolica? Fu la domanda che fu posta un po’ ingenuamente al parroco all’epoca titolare della chiesa di San Martino nella frazione di Ventosa a Santi Cosma e Damiano? L’interessato anticipò la caduta di tanti muri rispondendo tra il serio ed il faceto: “Embè, It’s a problem?”

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