Formia / Il medico ritratto in un video mentre balla in sala operatoria si difende: “E’ una distorsione della realtà”

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FORMIA – Il medico finito sulla stampa nazionale per un video che lo ritrae mentre balla in sala operatoria, all’interno di una clinica di Formia, il dottor Dante Virgilio, anestesista di Fondi, ha scritto una lettera aperta con la quale spiega il fatto e contestualizza le immagini diffuse sul web. Una lunga lettera con quale difende il suo lavoro e denuncia la diffusione impropria del filmato.

“Salve, sono il Dr. Dante Virgilio, l’uomo del giorno, quello che balla e canta in sala operatoria. È stato scritto tanto in questi giorni su di me e sull’oramai famoso e virale video, accostando il tutto, in modo improprio e strumentale, all’unica vicenda processuale che mi vede coinvolto. Sono stato attaccato anzi, cosa più grave, già giudicato senza avere avuto la possibilità di difendermi o, quantomeno, chiarire la mia posizione. È giunto però il momento di intervenire perché quello che sta accadendo, a causa di una inusuale e massiccia ‘viralizzazione’ sui social non può essere più tollerato in quanto frutto di una chiara distorsione della realtà”.

“Il video dello ‘scandalo’ – afferma il medico – non è altro che un momento rubato alla fine di un intervento chirurgico che posso datare, con certezza, al 2016 o al massimo al 2017, su un paziente sveglio e consenziente, a fine seduta, a cui do anche una carezza. E’ chiaro ed innegabile che il video, nonostante il momento di goliardia, sia stato carpito illegalmente e senza il consenso del sottoscritto che, neppure, ha autorizzato la diffusione sui mezzi social e di carta stampata. La mia certezza sulla data è dovuta dal fatto che il video è stato prodotto da un infermiere, di cui indico nel video solo il soprannome, che nel 2018 è stato licenziato dalla Casa di cura Clinica Del Sole (e che quindi da quel momento non ha messo più piede nella struttura!) per giusta causa. A tempo debito, ove richiesto, fornirò copia della sentenza del tribunale di Cassino, sez. Lavoro, oramai passata in giudicato, che ha rigettato l’impugnazione del licenziamento in quanto il comportamento dell’infermiere è stato considerato di tipo estorsivo in quanto, come accertato dal Tribunale di Cassino, il ‘produttore’ del video più virale del 2023 chiedeva soldi agli operatori per dargli spazio e priorità in sala operatoria (il suo ruolo era di caposala facente funzione). L’infermiere stava sempre con un telefono in mano e, per questo motivo, è stato formalmente biasimato dalla struttura prima del licenziamento. Sono sicuro che il Tizio possieda altri video di questo tenore, video di momenti goliardici che sono assolutamente normali e legittimi per alleviare la tensione, che anzi testimoniano il successo dell’intervento e che nulla hanno a che fare con la mia professionalità dimostrata nelle decine di migliaia di interventi effettuati. Il nominativo della persona verrà reso pubblico al momento della formalizzazione della denuncia per estorsione, minaccia e ricatto che i legali della struttura mia datrice di lavoro stanno predisponendo e depositeranno nei prossimi giorni”.

“Io sono un professionista serio con alle spalle 75.000 interventi maggiori, 170.000 ore di rianimazione, stimato dalle strutture e dagli operatori. Questi video sono stati affidati ad arte a giornalisti che non si sono minimamente preoccupati, da un punto di vista umano, di capire e prevedere le conseguenze sociali e familiari di una pubblicazione non autorizzata e con modalità singolari (sono stati pubblicati foto che mi riguardano, nome e cognome, al contrario di quanto accade per la cronaca nera dove imputati ed indagati vengono indicati soltanto con le iniziali!) e, dal punto di vista professionale, di verificare l’attendibilità della fonte ovvero di colui il quale ha fornito il video dello scandalo E che molto probabilmente ne fornirà di altri. Ma il problema non è questo. Anzi, è questo il mio modo di essere e chi mi conosce personalmente lo sa. Sono istrionico nei momenti di relax e mi piace accompagnare i momenti belli con della buona musica. E ovviamente ne vado orgoglioso. Il problema vero è che quegli stessi giornalisti che hanno omesso di verificare l’attendibilità della fonte e di capire la reale data del video messo in circolazione, hanno capziosamente strumentalizzato il video collegandolo erroneamente in quanto, giova ribadirlo, il video è stato confezionato due anni prima ovvero nel 2017, all’unica vicenda processuale che mi vede coinvolto nella mia ultra trentennale attività professionale, vicenda processuale che è solo agli inizi e che è quindi tutta da scrivere anche alla luce della perizia penale redatta dai consulenti del pm della procura della Repubblica di Cassino di cui sono stati estrapolati ‘pro domo eorum’ soltanto alcuni passaggi, decontestualizzati da quelle che sono le conclusioni finali. È stato, in buona sostanza, creato ad arte e a tavolino il mostro pagliaccio assassino alla vigilia di un processo che mi vede imputato per la morte di questa povera ragazza, la Sig.ra Mariachiara Mete, che ho rianimato dopo un arresto che ho trasferito con tutti i riflessi presso altra struttura su richiesta dei familiari“.

“Volevo diventare famoso con nome e cognome e foto sui giornali e televisioni magari per essere un grande showman e cantare un grande pezzo e divertirvi ‘a causa del mio hobby’; purtroppo invece vengo dipinto come un clown assassino per un video che, opportunamente contestualizzato, avrebbe suscitato soltanto apprezzamento. Continuo ad andare avanti a schiena dritta perché devo lavorare, so lavorare e tutti gli operatori e pazienti si aspettano che io sia bravo come sempre: una cosa è l’identità un’altra è la reputazione. Anche se la mia reputazione è schiantata, io so chi sono: il numero di interventi, le persone salvate, la vicinanza di amici, colleghi e pazienti dicono tutto sulla mia identità: sono un buon professionista e, soprattutto, una brava persona. Per fortuna il loro appoggio e la vicinanza non mi è mancata in questi giorni e di questo li ringrazio pubblicamente. La reputazione, purtroppo, in questo caso vola sopra la mia mia testa ed è stata data in pasto ai leoni da tastiera. Il tempo però è sempre galantuomo e la azione giudiziaria che sto predisponendo insieme ai miei legali nonché a quelli della struttura, volta all’accertamento di eventuali responsabilità per estorsione, minaccia, ricatto, violazione della privacy e diffamazione aggravata a mezzo stampa, darà senz’altro contezza delle mie ragioni. Mi preme evidenziare un’ultima cosa, anche per smentire un’altra ‘notizia’ falsa data da alcuni organi di stampa: non a caso ho fatto riferimento ai legali della struttura. E’ quindi del tutto falsa la notizia secondo cui la clinica del Sole starebbe valutando l’opportunità di allontanarmi dalla struttura: il mio datore di lavoro non mi ha fatto mancare, in nessun momento, il suo apprezzato professionale ed appoggio umano, anzi mi ha fornito assistenza anche di natura legale per il tramite dei propri difensori. Ad maiora”.