Gaeta / Commissioni consiliari: l’abolizione di fatto con la modifica allo Statuto comunale

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GAETA – Ma ha ancora un senso candidarsi ed essere eletti consiglieri al comune di Gaeta? L’interrogativo comincia a circolare alla vigilia di quella che, martedì 27 dicembre, alle 15, dovrebbe essere una seduta meramente tecnica (oltre che l’ultima del 2022) del consiglio comunale. Al settimo e penultimo punto figura un argomento con tre sole parole: “Modifica Statuto comunale”. Il consiglio comunale di Gaeta dovrà lanciare un chiaro messaggio politico che, a sei mesi dal voto amministrativo, è uno palese disco rosso alla partecipazione e al confronto: delle commissioni consiliari si può fare a meno.

Il consiglio comunale di Gaeta sarà chiamato a modificare soltanto due dei 77 articoli dello Statuto che, adottato dal consiglio comunale con la delibera 82 del 10 ottobre 1991 (un anno e mezzo dopo le rivoluzionarie leggi sul riordino degli enti locali, la 142/1990, e quella sull’accesso e trasparenza dei provvedimenti amministrativi, la 241/1990), è stato adeguato il 24 marzo 1995 alla legge sull’elezione diretta dei sindaci (la numero 81/1993), il 20 dicembre 1999 ai sensi dell’articolo 1 della Legge 265 del 3 agosto 1999, il 15 novembre 2013 è stato rapportato alle mutate esigenze della città e ad una riorganizzazione del “Sistema Amministrazione” ed il 2 febbraio 2021 è stato adeguato (con 21 anni di ritardo !) perché lo imponeva l’articolo 6 – comma 4 – del Decreto Legislativo 267/2000, insomma il Tuel, il testo unico degli enti locali.

Davanti a tante trasformazioni normative apportate dal legislatore il consiglio comunale di Gaeta sarà chiamato in un martedì anestesizzato dalle feste natalizie a modificare il primo comma dell’articolo 29 dello Statuto vigente. Attualmente stabilisce testualmente che “il consiglio istituisce, con criterio proporzionale e con apposita deliberazione adottata a maggioranza assoluta dei componenti del consiglio, le commissioni a carattere permanente”. Il nuovo testo del primo comma dell’articolo 29 è identico a quello attuale con un impercettibile ma sostanziale novità: “Il consiglio può istituire…le commissioni permanenti”. Insomma la maggioranza non vuole sentirsi più legata, obbligata sul piano normativo a varare questi organismi di derivazione consiliare che, se messi in condizione di operare, possono risultare spine nel fianco (nell’azione di controllo) in rapporto all’operato della Giunta e del sindaco in carica.

La seconda modifica statutaria è figlia di quella contemplata dall’articolo 29. Riguarda il secondo comma dell’articolo 28 che ha per tema la conferenza dei capigruppo a cui, al momento, il regolamento del consiglio comunale definisce le altre competenze della stessa conferenza dei capigruppo, le norme per il suo funzionamento e i rapporti con il presidente del consiglio comunale, che la presiede, le commissioni consiliari permanenti e la Giunta Muncipale. Il nuovo secondo comma dell’articolo 28 contiene ancora una volta una microscopica modifica che per gli addetti ai lavori è sostanziale. Ecco il testo modificato: il regolamento del consiglio comunale (che sarà modificato anch’esso nell’ultimo punto all’ordine del giorno del consiglio di Gaeta di martedì pomeriggio) definisce le altre competenze e “funzioni” della conferenza dei capigruppo. Il sostantivo aggiunto è “funzioni” che , secondo l’orientamento della bulgara maggioranza Leccese e sulla scorta di una prassi amministrativa seguita nell’ultimo decennio dall’ex sindaco Cosimino Mitrano, serve per dire alle minoranze (ma anche a talune frange, vedi Fratelli d’Italia, della maggioranza) semplicisticamente: le commissioni consiliari non servono, accontentatevi della conferenza dei capigruppo.

La pausa Natalizia è stata strumentalmente utilizzata dalla maggioranza Leccese per mandare il problema ulteriormente in soffitta dopo che l’aveva mantenuto “caldo” l’ex sindaco e attuale consigliere comunale d’opposizione Silvio D’Amante, convinto della necessità di varare le quattro commissioni consiliari permanenti del comune di Gaeta con la necessità che fossero “rappresentative e proporzionali” di tutti i gruppi politici e civici presenti nel nuovo consiglio comunale rinnovato lo scorso 12 giugno. Il sindaco Leccese aveva bocciato questa proposta perché, se fosse stata recepita, le commissioni consiliari sarebbero diventate, a causa della loro composizioni numerica, “veri e propri consigli comunali”.

Il presidente dell’assemblea Davide Speringo aveva provato a mediare – la sua elezione è avvenuta anche con i tre voti dei consiglieri di minoranza Emiliano Scinicariello, Sabina Mitrano e dello stesso Silvio D’Amante – ponendo un problema erariale: mantenere le commissioni consiliari così come ipotizzato dall’ex sindaco di Gaeta avrebbe creato qualche problema di costo. Nel frattempo a dare ragione all’ex sindaco Pds sono stati con due pareri la Prefettura di Latina ed il Ministero degli Interni che hanno chiesto di applicare l’attuale primo comma dell’articolo 29 dello Statuto del comune: “il Consiglio comunale istituisce con criterio proporzionale….le commissioni a carattere permanente”. Nonostante le due diffide extragaetane del rinnovo delle commissioni non si è parlato. Almeno sino a qualche giorno fa quando l’ex sindaco Silvio D’Amante, accompagnato dall’avvocato penalista Lino Magliuzzi, si è recato a Latina e ha avuto un lungo incontro con il Prefetto Maurizio Falco preannunciando una sua iniziativa di sollecito nei confronti del comune di Gaeta.

Nel palazzo di piazza XIX Maggio sarebbe arrivata una Pec da piazza della Libertà per chiedere l’insediamento delle commissioni consiliari così come prevede lo Statuto del comune? Probabilmente sì ed in quest’ottica la maggioranza ed il presidente Speringo avrebbero deciso di “modificare” martedì 27 dicembre, alle 15 di pomeriggio, due articoli dello Statuto del comune di Gaeta che per 21 anni aveva dovuto attendere di essere adeguato alle disposizioni del Tuel. Negli anni settanta il vicino comune di Formia c’era un Sindaco democristiano tutto d’un pezzo che, forse, avrebbe detto: “Chi vinc’, capisc’ e cummanna”.