Sud Pontino / Evasione fiscale, sequestro preventivo per cinque imprenditori tra Formia, Minturno e Spigno

Cronaca Formia Minturno Spigno Saturnia Top News

FORMIA – Sfiora il mezzo milione di euro l’entità del sequestro preventivo che, richiesto dal sostituto procuratore Emanuele De Franco, è stato disposto dal Gip del Tribunale di Cassino Massimo Lo Mastro in materia tributaria nei confronti di cinque imprenditori: si tratta di Armando Z., di 72 anni, di Tommaso Z.,di 43 anni, di Elena V. di 53 anni, di Nesrine C.,di 37 anni e di Gerardo M.,61 anni, residenti tra Spigno Saturnia, Formia e Minturno. Le accuse formulate dalla Procura di Cassino sulla scorta delle risultanze investigative del gruppo di Formia della Guardia di Finanza sono pesanti.

I cinque, alla testa di una società a responsabilità limitata impegnata a Roma nella commercializzazione all’ingrosso di prodotti alimentari, sono indagati per la violazione del decreto legislativo 74 del 2000. In sintesi per evadere le imposte sui redditi e sul valore aggiunto non hanno versato le dichiarazioni unico delle società capitali per un ammanco di quasi centomila euro per quanto riguarda l’anno d’imposta 2019 ed altrettanti per l’anno successivo. Secondo gli inquirenti due dei cinque indagati, amministratore unico e amministratore legale della società con sede a Roma, per consentire a terzi l’evasione delle imposte sui redditi hanno emesso – secondo l’accusa – numerosissime fatture per operazioni inesistenti per un valore di 260mila euro. Ma con una particolarità le fatture erano state intestate ad un altro gruppo che, dopo le indagini delle Fiamme Gialle coordinate dal Colonnello Luigi Galluccio e dalla comandante del secondo nucleo mobile dello stesso gruppo della Guardia di Finanza, il tenente Francesca Petix, è risultato sprovvisto di dipendenti, automezzi, immobili e, soprattutto, di alcuna attività rispondente all’oggetto sociale.

Il Gip Lo Mastro ha sequestrato ai cinque indagati, difesi dall’avvocato Vincenzo Macari, quote societarie e assicurative e, soprattutto, conti correnti di deposito, obbligazioni ed una macchina di grossa cilindrata, una Bmw X6, che, immatricolata nel 2019, era intestate ad uno dei cinque indagati. Il Gip, disattendendo in parte la richiesta della Procura, ha però respinto la richiesta di sequestro di una proprietà immobiliare ubicata nel territorio di Spigno Saturnia.