Latina – Frosinone / Qualità della vita, le due province del basso Lazio guadagnano tre posizioni

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LATINA / FROSINONE – Le classifiche sulla qualità della vita ormai dicono più o meno la stessa cosa. Nel Basso Lazio non è proprio eccelsa. A certificarlo e’ l’indagine 2022 del quotidiano economico “Il Sole 24 ore”. Su 107 province Frosinone è 79esima, Latina 80. Entrambe, però, guadagnano 3 posizioni rispetto al 2021.  Ed e già qualcosa. 90 gli indicatori statistici presi in esame racchiusi in sei gruppi. La performance migliore Frosinone la ottiene per l’illuminazione pubblica sostenibile, la peggiore riguarda il tasso di motorizzazione. E’ la peggiore provincia per numero di mezzi che circolano rispetto agli abitanti. Miglioramenti ci sono alla voce cultura e tempo libero.

Cresce il tasso di natalità. Frosinone e’ 96 su 107 provincie alla voce  giustizia e sicurezza: l’indice peggiore riguarda quello relativo alle denunce per gli incendi. Latina la performance migliore la ha per quanto riguarda la percentuale tra esportazioni di  beni verso l’estero e valore aggiunto. La peggiore riguarda i protesti levati. Latina scende alla voce ricchezze e consumi, sale negli indicatori affari e lavori. Invariato il tasso di natalità. Alla voce giustizia e sicurezza e’37esima assoluta. Per quanto riguarda le altre province laziali Roma e 31esima , perde 18 posizioni rispetto al 2021. Viterbo e’ 61esima mentre Rieti e al 67esimo posto.

La provincia dove si vive meglio e’ Bologna, seguita da Bolzano e Firenze. È pari a 23.442 euro il reddito imponibile medio lordo dei cittadini laziali. Il dato emerge da un recente studio realizzato dalla Uil del Lazio e dall’Istituto di ricerca “Eures” sulle dichiarazioni dei redditi del 2021. Si tratta di una media superiore a quella nazionale (21.548) ma che – una volta scomposto – fa emergere disparità e disuguaglianze tra le province. “Su scala territoriale – dice il segretario generale della Uil di Latina, Luigi Garullo – l’imponibile medio dei cittadini dell’area pontina è stato infatti di 18.357 euro annui, un dato di gran lunga inferiore rispetto a quanto percepito mediamente dalle lavoratrici e dai lavoratori romani (oltre 25 mila euro). A conti fatti parliamo di una differenza retributiva pari a 3.191 euro rispetto al resto della regione”. Analizzando invece le fasce di reddito, dal dossier si evince come tra il capoluogo e i tanti borghi che compongono la provincia pontina il 51,2% dei dichiaranti ha un imponibile inferiore a 15mila euro, concentrando circa un quinto del totale delle dichiarazioni, mentre solo il 3% ha superato i 55 mila euro, detenendo quasi il 15% della ricchezza complessiva.

Intanto l’onda lunga della pandemia, l’attuale crisi internazionale, il rincaro dei generi alimentari e l’esplosione delle tariffe di luce e gas si stanno abbattendo sulle famiglie più povere. Sono state quasi un milione e mezzo le ore di cassa integrazione concesse alle lavoratrici e ai lavoratori di Latina e provincia nei primi nove mesi del 2022. Mentre lo scorso anno 40.631 persone hanno ricevuto il reddito di cittadinanza, 3.527 in più rispetto al 2020.

“Non c’è soltanto un nord Italia più ricco e un sud del Paese più povero – conclude Garullo – la geografia della disuguaglianza di reddito è molto più complessa e articolata. È per questo che in questo territorio ci sono lavoratrici, lavoratori, pensionati e giovani che guardano al futuro con estrema preoccupazione. Il benessere è prerogativa di pochi: non a caso il 3,5% dei contribuenti più abbienti del Lazio detiene una ricchezza di oltre tre volte superiore a quella del 31% dei contribuenti più poveri. È fin troppo chiaro che una distribuzione troppo disorganica delle risorse dell’economia mette a rischio la coesione sociale, aumentando povertà e disagio sociale. Sono temi che la UIL affronta attraverso l’impegno quotidiano, per cercare di ridisegnare un Paese più giusto, equo, inclusivo e moderno”.