Fondi / Gravi ma stazionarie le condizioni di Marco Pannone, l’interessamento del Ministro Tajani

Cronaca Fondi

FONDI – Sono gravi ma stazionarie le condizioni di Marco Pannone, il cameriere di 25 anni di Fondi che si trova ricoverato in coma nel reparto di terapia intensiva del King’s College Hospital di Londra dove lotta contro la morte da sabato scorso. Marco, incensurato e appartenente ad una famiglia molto stimata ed apprezzata, ha subito l’asportazione di una parte della calotta cranica decisa dai sanitari londinesi nel tentativo, riducendo la pressione, di salvarlo dopo quanto gli è capitato nella notte tra venerdì e sabato a Brixton , quartiere a sud ovest di Londra.

Secondo una prima ricostruzione Pannone, che da sei anni si era trasferito in Inghilterra dove aveva trovato un lavoro come cameriere, sarebbe stato aggredito alle spalle da una pioggia di calci e pugni da un cliente al quale Marco aveva chiesto di lasciare il locale in chiusura. A lanciare l’allarme su quanto avvenuto, inviando un messaggio alla sorella del cameriere fondano, era stato un amico del 25enne che ha raccontato agli inquirenti come i colpi più duri Pannone li abbia ricevuto quando si trova a terra già privo di conoscenza. E’ stata un’aggressione veloce e feroce alla quale Pannone non ha potuto rispondere nonostante fosse un esperto di kickboxing.

Del caso si sta occupando personalmente il Ministero degli Esteri Antonio Tajani, in costante contatto con l’ambasciata italiana e impegnato affinché la famiglia Pannone, a differenza di quanto avvenuto inizialmente, abbia tutta l’assistenza e le delucidazioni di cui ha bisogno. Lo ha dichiarato il sindaco di Fondi Beniamino Maschietto: ” Auguriamo a Marco, ragazzo conosciuto e stimato, una pronta guarigione e lo aspettiamo a Fondi a braccia aperte. La dinamica dell’accaduto non è ancora ben chiara. Confidiamo nelle forze dell’ordine britanniche con l’auspicio che le sue indagini siano celeri e venga accertate le dovute responsabilità del caso”.

Il primo a volare in Inghilterra era stato lo zio chef di Pannone, Massimiliano Sepe, che lavorava a Roma cui si sono aggiunti i genitori – il papà è un muratore e la madre è casalinga – che, prima dell’intervento del commissariato di Polizia di Fondi, avevano incontrato inizialmente non poche difficoltà per avere condizioni del figlio massacrato inspiegabilmente di botte. Nonostante praticasse la kickboxing nei pochi scampoli di tempo libero, Pannone era conosciuto per la sua indole buona: “Marco non aveva mai litigato con nessuno – hanno riferito alcuni suoi amici di Fondi – Combatteva solo ed esclusivamente in palestra quando aveva la possibilità ed il tempo di frequentare”.