GAETA – Dopo un’attesa di oltre 20 anni sono entrate in azione venerdì le ruspe per demolire quello che è considerato un altro e superato reperto dell’archeologia industriale di Gaeta. L’ingresso, lato Formia, della città sarà migliorato, dal punto di vista urbanistico ed estetico, grazie all’abbattimento, alle spalle delle potenziate banchine del porto commerciale “Salvo D’Acquisto”, dello storico deposito “ex Orfruit”. Di proprietà demaniale è stato a lungo utilizzato come magazzino di carico e scarico del prodotto grezzo e lavorato da parte di una società proprietaria di una cartiera ad Arbatax, in provincia di Nuoro. Una volta dismesso questo stabilimento nel territorio del comune di Tortolì, s’interruppero anche i collegamenti con il porto commerciale di Gaeta nel quale l’impresa sarda vantava una concessione demaniale per le operazioni di movimentazione dei propri prodotti.
Una volta demolite – forse prima di Natale- le volumetrie del capannone, circa 14mila metri cubi, saranno recuperate e delocalizzate in un altro sito del potenziato porto commerciale di Gaeta secondo le prescrizioni del piano regolatore portuale. Con quale futura destinazione urbanistica il comune ha avviato una concertazione con l’ex Autorità portuale ma sia il presidente Musolino che il sindaco – come si evince nelle interviste video allegate – sono stati sin troppo ermetici ad evitare di anticipare cosa ne sarà dell’ex deposito Orfruit. Il presidente Musolino, affiancato dal fedele dirigente della filiale di Gaeta dell’Adsp, Lucio Pavone, ha parlato di una grande appetibilità del porto commerciale dopo la stagione della pandemia. Ed è sicuro che l’area della struttura da abbattere dovrà attenersi esclusivamente alle prescrizioni del Piano regolatore portuale di Gaeta, nonostante di fronte operi un centro commerciale “affamato” di posti auto: “Non potrà essere diversamente – ha aggiunto specificando il presidente Musolino – Il sito sarà destinato rigorosamente ad un utilizzo logistico portuale sempre con l’intenzione di creare economia ed occupazione- Ma saremo attenti anche alle istanze che ci formalizzerà il comune per definire destinazioni d’uso compatibili e non impattanti con il quartiere di San Carlo”
Interpellato a tal riguardo, il sindaco di Gaeta Leccese è stato inizialmente evasivo (“Non sono deputato a fare considerazioni su questa ipotetica e libera scelta” – ha aggiunto) per poi valutare “con interesse” la possibilità che lo scalo di Molo Vespucci a Formia, grazie alla sua specificità e interesse nazionale per essere un porto passeggeri, possa diventare un unicum con quello di Gaeta che ha una storia, riconosciuta, per essere il secondo hub commerciale del Lazio e tra i più importanti del litorale tirrenico. Non vedo contrapposizioni – ha concluso il sindaco di Gaeta – anzi potrebbero esserci importanti prospettive economiche su due asset e a pochi chilometri di distanza”. Dovrà deciderlo la politica e, nello specifico, il consiglio comunale che a Formia ha la stessa maggioranza (Forza Italia) di Gaeta. Lo farà?
INTERVISTE Pino Musolino, presidente Autorità di sistema portuale Mar Tirreno Centro settentrionale, e Cristian Leccese, sindaco di Gaeta
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