FORMIA – E’ un day after pesante quello che ha dovuto far fronte Formia all’indomani della bomba d’acqua che ha provocato la devastante esondazione di due dei corsi d’acqua che attraversano la città, il torrente Rialto ed il Rio Fresco. Poiché piove sempre sul bagnato – il comune ha comunicato di non saper al momento quantificare i danni provocati dallla frana alluvionale di fango e detriti – si è aggiunta un’altra ondata di maltempo che sta rendendo ancora più complicata l’azione dei soccorritori acuendo i disagi dei cittadini evacuati nella parte terminale di via S.Maria La Noce e quelli che hanno subito danni nel quartiere di Rio Fresco e gli stessi commercianti nella zona di Largo Paone.
Il telefono squilla in continuazione nell’ex consiliare che ospita da anni il Coc, il Centro Operativo Comunale che ha dovuto riaprire i battenti per predisporre un pieno controllo di coordinamento tra le forze in campo (Protezione Civile V.E.R. Sud Pontino, Vigili del Fuoco,Croce Rossa Italiana sez. Sud pontino) e cercare – come detto – di garantire sicurezza alla cittadinanza e al territorio, per fronteggiare l’emergenza maltempo. A guidare la struttura è il presidente del gruppo di Protezione Civile-Ver Sud pontino, Antonio Tomao, tra i primi a giungere sui luoghi disastrati a stretto gomito con il sindaco di Formia Gianluca Taddeo ed il dirigente del settore Opere Pubbliche del comune Giuseppe Caramanica.
Naturalmente la pioggia, a volte battente, non sta aiutando le azioni di verifiche dei tecnici del comune, di Acqualatina, delle società telefoniche e del gas che stanno cercando di ripristinare questi servizi, la cui interruzione, oltre alla gravissima situazione in cui è ridotta la strada di collegamento tra il quartiere di Castellone e la chiesa campestre di Santa Maria La Noce, ha reso indispensabile lo sgombero di circa trenta famiglie residenti nella parte terminale della strada che…non c’è. Che l’evacuazione possa durare nei prossimi giorni l’hanno ammesso il presidente Tomao e, alcuni minuti, il vice presidente della Regione Lazio Daniele Leodori che, dopo aver visitato le zone di Sabaudia colpite ieri da una tromba d’aria, ha voluto rendersi conto di quanto avvenuto nella collina di S.Maria La Noce deturpata nel corso degli anni dal fenomeno dell’indiscriminato cemento selvaggio (risalgano alla seconda metà degli anni novanta gli ultimi provvedimenti di demolizione eseguiti di manufatti abusivi assunti coraggiosamente dall’allora sindaco di centro sinistra Sandro Bartolomeo) e, ogni estate, degli incendi dolosi che hanno acuito la fragilità sul piano idrogeologico di quella è considerata un’autentica terrazza naturale sull’intero Golfo di Gaeta.
A rendersi conto della gravità di quanto accaduto è stato il vice presidente Leodori che, accompagnato dal sindaco Gianluca Taddeo, ha
Le rassicuranti dichiarazioni di Leodori serviranno al Comune di Formia per formalizzara la richiesta per ottenere la dichiarazione dello stato di calamità naturale che necessiterà dei “dovuti tempi burocratici”. Formia vuole tornare alla normalità – le attività commerciali allagate nella zona della movida venerdì mattina erano regolarmente aperte – ma i cittadini lamentano la scarsa manutenzione dei corsi d’acqua che ‘tagliano’ il centro urbano ed interventi di tombinamento, piu o meno leciti, effettuati nel corso del tempo all’altezza della parte terminale del torrente Rialto.
INTERVISTA Antonio Tomao presidente gruppo protezione “Ver sud pontino”