Formia / Sosta a pagamento, caso Di Nitto: “mi riservo di agire a tutela della mia onorabilità e immagine”

Attualità Formia

FORMIA – Era finito sulla graticola per essere diventato argomento di convocazione della commissione trasparenza del comune di Formia per aver inoltrato richieste di chiarimenti sulla gestione dell’appalto della sosta a pagamento nonostante sia proprietario di un parcheggio privato. Il consigliere comunale indipendente Francesco Di Nitto ha deciso di passare all’attacco per difendere la sua posizione che qualche elemento di imbarazzo nella maggioranza consiliare di cui è considerato “contiguo”. La segretaria generale del comune e responsabile dell’anticorruzione Marina Saccoccia durante la sua audizione in commissione aveva annunciato di avviare una verifica ispettiva all’interno del comune per accertare la veridicità della durissima requisitoria cui era giunta la Comandante della Polizia Locale Rosanna Picano.

Accusato di trovarsi in una posizione di incompatibilità per una presunto conflitto di interesse, il consigliere Di Nitto offre la sua versione sui fatti dopo che l’ex sindaco Paola Villa ha chiesto alla dottoressa Saccoccia di completare in tempi ragionevolmnente brevi la sua indagine interna:”Chiediamo che questo fascicolo venga chiuso al più presto con le risposte che il segretario deve all’intera assise e alla città. Visto che la dirigente Picano mette per iscritto che il consigliere Di Nitto ha fermato i lavori (lo scorso maggio quando erano in corso interventi per il rifacimento della segnaletica)– ha esordito l’ex sindaco Villa – chiediamo che il Segretario generale e il Presidente del consiglio Cardillo Cupo si muovano affinché venga chiarita questa circostanza che, qualora fosse vera, sarebbe da Procura della Repubblica. Al contempo – ha aggiunto la professoressa – è importante che la Dirigente Picano chiarisca se il capitolato sia rispettato dalla società concessionaria”.

Quest’ultimo spunto dell’ex primo cittadino è stato l’assist fornito al consigliere Di Nitto per attaccare il presidente della commissione Trasparenza, Amato La Mura, che il consigliere imprenditore ha sostenuto quale candidato a sindaco alle elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre scorsi. “La commissione Trasparenza, organo di vigilanza sull’operato dell’amministrazione a tutela dell’opposizione, tace – parte di slancio il consigliere Di Nitto – sulle presunte gravi irregolarità e sul mancato rispetto del capitolato di gara riguardo la gestione della sosta, ossia le prestazioni e gli obblighi che il Comune di Formia e la società K-City hanno assunto con il contratto d’appalto e prova a strumentalizzare il mio operato come consigliere di opposizione. In teoria la Commissione avrebbe dovuto approfondire e verificare i molti punti interrogativi sulla gestione dell’aggiudicatario”.

E ancora Di Nitto:“Come mai si è preferito mettere la testa sotto la sabbia sulle problematiche che potrebbero creare un danno all’ente e alla cittadinanza? Non intendo fare alcuna retromarcia e continuerò l’azione consiliare attraverso il sindacato ispettivo e le funzioni conferitemi dagli elettori”. Di Nitto non ci sta quando definisce “inesistenti” i conflitti di interessi ipotizzati dal comandante della Polizia locale, Rosanna Picano. E torna sull’episodio verificatosi lo scorso maggio in via XXIV maggio, in pieno centro urbano a Formia: “Chiesi lumi, in presenza di testimoni, agli operatori della K-city se fosse corretto il rifacimento delle strisce blu, ad esempio, con le auto parcheggiate proprio a tutela dei mezzi e dei cittadini. È falso e palesemente discriminante, dunque, l’ipotesi di un’interruzione dei lavori da parte del sottoscritto, che non è mai avvenuta”.

Di Nitto non ci sta a diventare una vittima sacrificale o di essere strumentalizzato (nei confronti o ai danni di chi e per cosa?) e non esclude di denunciare la comandante Picano quando scrive….”Mi riservo di agire a tutela della mia onorabilità e immagine”.

I chiarimenti chiesti e sollecitati, a fatica, da Di Nitto in effetti erano arrivati dal Dec, il direttore esecutivo del contratto, nominato dalla comandante Picano per verificare la corretta applicazione nel 2021 dell’appalto delle strisce blù. La K-city avrebbe dovuto versare al comune il 37% (407mila euro) a fronte dell’incasso previsto di un milione e 100mila euro (fino al 2025) ma anche prevedere adempimenti come il numero degli ausiliari impiegati, le dotazioni per gli operatori, i sensori di parcheggio, una app per guidare gli utenti ai parcheggi più vicini, pannelli, parcometri, eventuali guasti da riparare, manutenzione e altri servizi quali la video sorveglianza al Multipiano e i defribrillatori. E la relazione del Dec che cercava Di Nitto afferma di una gestione corretta del servizio da parte della società di Portici che lo scorso anno ha versato al comune un aggio di oltre 366mila euro su un incasso di 990mila euro, più basso rispetto al previsto a causa del Covid 19 e dell’utilizzo dello smart-working. L’ingegner Pietrosanto non era stato tenero sulla gestione operativa, sul piano tecnico, da parte della K City. Gli ausiliari stagionali assunti sono stati 8 a fronte dei 10 previsti e i sensori dei parcheggi sono stati montati solo su una piccola parte degli stalli a strisce blu, “circa il 15%, tutti nelle zone centrali della città”.

“Non è chiaro – aveva scritto il controllore dell’appalto della sosta a pagamento di Formia – dove e su quanta parte del territorio comunale si sarebbero dovuti montare i sensori intelligenti” così come nella centralissima Largo Paone “non sono stati montati per motivi mai perfettamente documentati“.

Il Dec aveva lamentato inoltre una carenza sul posizionamento dei “pannelli di indirizzamento a messaggi variabili” (a fronte di una previsione di 38, di cui 8 nei parcheggi multipiano di Largo Paone e della Stazione), ritardi sulla video-sorveglianza e sul montaggio di soli 3 dei 10 defibrillatori previsti. La replica caustica della Comandante Picano in commissione Trasparenza era stata la seguente: “I defibrillatori? Sono disponibili da tempo. La società attende, dopo quasi un anno, di capire dall’amministrazione comunale dove posizionarli”.

E la querelle è tutt’altro che conclusa.