Terracina / Inchiesta “Free Beach”, le motivazioni della scarcerazione per l’ex-sindaco Tintari

Cronaca Terracina

TERRACINA- Dimettendosi dall’incarico primancora del definitivo scioglimento del consiglio comunale, l‘ex sindaco di Terracina Roberta Tintari non poteva reiterare il reato ed inquinare le prove e pertanto poteva tornare in libertà. In più non le è stata riconosciuta una “sistematicità nel delinquere come invece ritenuto dal Gip del Tribunale di Latina Giorgia Castriota”. Lo scrivono, in sintesi, i giudici dell’11° sezione del Tribunale del Riesame nelle motivazioni, contenute in ben 20 pagine, dell’ordinanza dell’8 agosto scorso con cui erano stati annullati quattro dei cinque di imputazione (i numeri 16, 34, 38 e 40) a causa dei quali l’ex sindaco di Terracina era finita ai domiciliari su richiesta del procuratore aggiunto Carlo Lasperanza e dai sostituti procuratori Giuseppe Bontenpo, Antonio Sgarrella e Valentina Giammaria.

I giudici del Tribunale della Libertà per l’ex primo cittadino hanno confermato soltanto l’impianto accusatorio del capo d’imputazione numero 27 dell’ordinanza d’arresto emessa dal Gip Castriota relativamente alla costruzione, grazie ad alcuni fondi europei, di un terzo ponte di attraversamento del canale navigabile Pio VI nell’ambito del progetto di miglioramento della viabilità ciclabile di questo tratto di Terracina. Il Riesame, a differenza di altri capi di imputazione, ha confermato per l’ex sindaco Tintari il solo reato di falso perché nella delibera di approvazione del progetto, risalente al 25 agosto 2017, quando svolgeva l’incarico di vice sindaco e presiedeva la seduta di Giunta la Tindari in una riunione preliminare (la Procura ha denunciato lo smarrimento del verbale) avrebbe giustificato l’opera per il miglioramento delle aree di sbarco dei pescherecci contrariamente alla finalità con cui erano stati chiesti ed ottenuti i fondi europei.

Nelle motivazioni, di fatto, sono state recepite completamente le istanze dei legali dell’ex primo cittadino, gli avvocati Dino Lucchetti e Massimo D’Ambrosio. Hanno fatto leva sull’insussistenza delle esigenze cautelari definendo pressoché marginale il ruolo svolto dall’ex sindaco di Terracina nell’ambito dell’inchiesta “Free Beach” relativamente all’illegittima gestione delle concessioni balneari e sulla realizzazione di interventi sul demanio marittimo.